mercoledì 9 marzo 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


DIPLOMATO IN TUTTO E ALTRE COSE

IL PINGUINO SENZA FRAC, Silvio D'Arzo, Sonia Maria Luce Possentini
Corsiero Editore 2015

NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dagli 8 anni in su)


"Quando un uovo va in cocci, si sa, succedono sempre pasticci. E anche questo è più chiaro del sole. Bene. Quando alla fine quell'uovo andò in pezzi - ed era proprio un ovone così - quello che avvenne fu invece una festa."
 
Da quell'uovo mette fuori la testa un pinguino che subito Mamma e Babbo stimano essere il più bello, il più bravo e il più intonato.
Come ogni genitore fa con la propria prole, anche i due pinguini fanno a gara a chi ne riconosce i pregi migliori. Pensando di averlo già viziato un bel po', i due solerti genitori si accorgono di non avergli ancora dato un nome: un nome che rispecchi le sue umili origini, un nome che non sia altisonante, un nome che non sia nemmeno un vero nome. Limpo, lo chiameranno.


Ora il piccolo Limpo è davanti al secondo passo importante della sua giovane vita: andare a scuola. Ed è a scuola che il poverino scopre un'amara verità, ovvero che lui è diverso dagli altri perché è l'unico a non avere il frac d'ordinanza. Ma lui quel frac non può averlo perché i suoi genitori non dispongono dei mezzi per comprarglielo. Per questo decide di partire in cerca di miglior fortuna e lavorare quel tanto che gli permetta di metter qualcosa da parte per comprarsi un frac tutto suo e poter tornare a scuola senza che tutti lo additino e lo prendano in giro.
Così comincia la grande avventura di Limpo che, sempre molto educato e rispettoso degli altri, fa la conoscenza della solitudine, della cattiveria del mondo e capisce che i suoi tre migliori amici sono la sua bocca, le sue orecchie e i suoi occhi. Limpo, va detto, lavora sodo e riesce a mettere qualcosa da parte ma capisce anche che, lontano dai banchi di scuola, i suoi progressi nell'apprendimento vanno troppo a rilento. Così, con molto acume, decide di fare tante domande in giro, tutte quelle possibili, in modo da collezionare altrettante risposte che diventano la sua conoscenza del mondo.


In tal modo, apprende che gabbiano, foca e tricheco possono impazzire anche per il dolore e che i loro piccoli piangono, tutti e tutti allo stesso modo. Solo dell'orso polare e dell'uomo Limpo non sa nulla. Finché un giorno anche di questi due riesce a capire molto.
Ormai Limpo sa più cose di un maestro e pensa che sia arrivato finalmente il momento di tornarsene a casa.
Ma la strada del ritorno è ancora lunga...


Scritto nel 1949, in pieno dopoguerra, questo racconto 'di formazione' che Silvio D'Arzo ha dedicato ai bambini è un piccolo gioiello dimenticato. Per trent'anni ha giaciuto nei cassetti Einaudi, poi nel 1983 è stato pubblicato. Poi di nuovo dimenticato per un altro lungo periodo, finalmente nel 2015 trova una edizione che  gli rende merito. Un lunghissimo leporello in cui, sotto il testo di Silvio D'Arzo si snoda, con il tono del reportage fotografico, una sequenza di immagini mozzafiato di Sonia Maria Luce Possentini. 'Regina' incontrastata del bianco, del nero e del grigio, la Possentini è perfettamente 'a casa' tra i ghiacci della banchisa. L'unica drammatica concessione che fa al colore è nella macchia rossa che segna la fine dell'orso polare.
Mare in tempesta, iceberg che affiorano, orsi polari, trichechi, foche e pinguini, moltissimi pinguini che si ripetono nella fascia illustrata ma anche nelle 'miniature' modernissime che ruotano intorno ai capilettera all'apertura di ogni capitolo.


Per evidente bellezza delle immagini, per piacevolezza di racconto, per universalità dei temi questo libro dovrebbe circolare parecchio tra le mani dei bambini e dei grandi.

 
Carla

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