Lo
sguardo dalla collina e i libri giusti
Potevo scegliere se fare 18 chilometri
di Casilina sempre più stretta, oppure 47 chilometri di veloce GRA
oppure prendere la nuova metro C che mi avrebbe lasciato quasi
davanti.
La Biblioteca Collina della Pace è una
biblioteca di periferia, una periferia lontana da quella in cui abito
io.
E' una biblioteca di borgata, la
borgata Finocchio.
L'unico elemento del paesaggio che
avevo per identificarla era la collina e di colline lungo la Casilina non
ce ne sono poi molte...
La Biblioteca Collina della Pace è lì
nuova fiammante.
Sorta su un terreno confiscato alla
mafia al posto di un gigantesco edificio demolito nel 2004, grazie anche alla volontà di un comitato di quartiere molto attivo, è
possibilmente ancora più bella di come può essere bella una nuova
biblioteca. Anche in senso metaforico.
Scopro, facendo due parole con una
delle tante bibliotecarie (ieri c'erano veramente tutte le
bibliotecarie e i bibliotecari dell'Istituzione) che la Collina della
Pace è la prima biblioteca progettata fin dal principio come biblioteca, ovvero non si è trattato di un riadattamento di qualcosa
di già esistente.
E se ti guardi intorno, lo percepisci
immediatamente.
Una grande sala rettangolare al piano
terra con scaffali pieni di libri. Libri belli, nuovi, che vanno in
molte direzioni: dai libri rumeni all'ultimo di Franzen, Purity.
Due mostre che colorano le pareti: Che
cos'è un bambino? (dal libro di Beatrice Alemagna) e dall'altra
La piccola bellezza, con le fotografie di Stefano Costa.
Sovrastante, sospeso e tenuto su da un
reticolo di travi in ferro, c'è un secondo ambiente, un ballatoio
chiuso a vetri lungo quanto la sala sottostante, una sorta di ponte a
mezz'aria che ospita la zona multimediale. Lungo i lati si susseguono
i molti pc e al centro piccoli divani alternati a scaffali bassi e
una serie di 'fruttoni' di pelle, da usare come comode poltrone per
chi ha meno di 18 anni.
Altri ambienti -sale studio, sale per
fare laboratori- movimentano il cuore centrale.
E poi c'è lei, la sala ragazzi. Piena
di luce, le sue vetrate affacciano su un piccolo giardino con tavoli
in ombra per le letture 'en plein air'.
Circondata da scaffali bassi
e da vasche a portata di mani piccole, un angolo morbido con una
grande poltrona per gambe corte o lunghe, qualche tavolo su cui già a un'ora dall'apertura si
accatastavano i libri letti o solo sfogliati.
Ecco, i libri. Loro sono quelli che, al
di là di ogni contenitore che li contenga, fanno la differenza.
I libri sono il contenuto, o forse
sarebbe più corretto dire i contenuti, di una biblioteca.
La Biblioteca Collina della Pace si è
saputa distinguere anche in questo.
L'anno prossimo saranno vent'anni che
frugo e curioso negli scaffali delle biblioteche di Roma, e mai, ma
veramente mai, mi è capitato di correre con lo sguardo sui libri che
sono sugli scaffali e trovare una così perfetta consonanza sulla
scelta dei titoli. Mi spiego: dovunque mi cadesse l'occhio negli
scaffali della sala ragazzi di Collina della Pace vedevo libri
giusti. Solo libri giusti.
Appare subito evidente insomma un
grande lavoro fatto a monte; un lavoro di scelta, di selezione, di
cura. Traspare il coraggio di aver saputo dire no a percorsi magari
più facili, magari più conosciuti, e immediati. Alle nuove bambine
e bambini e agli adulti che li accompagneranno vengono proposti
libri, storie e figure che non sono stati già molto 'masticati'.
Solo quattro titoli di Walt Disney e nessuno di questi è una
trasposizione dei suoi cartoni animati. Nessuna Masha e nessun Orso e
nessun Topo con il nome a metà tra un capo indiano e un formaggio
erborinato.
Al loro posto ci sono Tintin, i Mumin, Shaun Tan, Browne, Sendak,
Lionni, Rodari, Munari, Scheffler, Friot, Kimiko e la Lee.
E via andare.
Traspare l'onestà intellettuale di chi
crede che alle bambine e ai bambini vada dato il meglio, vada
offerta la qualità, vada mostrato il bello. Anche a costo di
risultare 'sconosciuto', almeno al principio di un qualsiasi percorso
educativo.
Non so se ciò dipenda dal fatto che
chi è in collina, essendo sollevato da terra, riesce a vedere
necessariamente più lontano...
Sta di fatto che è rincuorante
constatarlo.
Lunga vita alla Collina della Pace.
Carla
Nessun commento:
Posta un commento