domenica 24 aprile 2016

ECCEZION FATTA!


Lo sguardo dalla collina e i libri giusti

Potevo scegliere se fare 18 chilometri di Casilina sempre più stretta, oppure 47 chilometri di veloce GRA oppure prendere la nuova metro C che mi avrebbe lasciato quasi davanti.
La Biblioteca Collina della Pace è una biblioteca di periferia, una periferia lontana da quella in cui abito io.
E' una biblioteca di borgata, la borgata Finocchio.
L'unico elemento del paesaggio che avevo per identificarla era la collina e di colline lungo la Casilina non ce ne sono poi molte...
La Biblioteca Collina della Pace è lì nuova fiammante. 



Sorta su un terreno confiscato alla mafia al posto di un gigantesco edificio demolito nel 2004, grazie anche alla volontà di un comitato di quartiere molto attivo, è possibilmente ancora più bella di come può essere bella una nuova biblioteca. Anche in senso metaforico.
Scopro, facendo due parole con una delle tante bibliotecarie (ieri c'erano veramente tutte le bibliotecarie e i bibliotecari dell'Istituzione) che la Collina della Pace è la prima biblioteca progettata fin dal principio come biblioteca, ovvero non si è trattato di un riadattamento di qualcosa di già esistente.


E se ti guardi intorno, lo percepisci immediatamente.
Una grande sala rettangolare al piano terra con scaffali pieni di libri. Libri belli, nuovi, che vanno in molte direzioni: dai libri rumeni all'ultimo di Franzen, Purity.
Due mostre che colorano le pareti: Che cos'è un bambino? (dal libro di Beatrice Alemagna) e dall'altra La piccola bellezza, con le fotografie di Stefano Costa.
Sovrastante, sospeso e tenuto su da un reticolo di travi in ferro, c'è un secondo ambiente, un ballatoio chiuso a vetri lungo quanto la sala sottostante, una sorta di ponte a mezz'aria che ospita la zona multimediale. Lungo i lati si susseguono i molti pc e al centro piccoli divani alternati a scaffali bassi e una serie di 'fruttoni' di pelle, da usare come comode poltrone per chi ha meno di 18 anni.

Altri ambienti -sale studio, sale per fare laboratori- movimentano il cuore centrale.
E poi c'è lei, la sala ragazzi. Piena di luce, le sue vetrate affacciano su un piccolo giardino con tavoli in ombra per le letture 'en plein air'. 





Circondata da scaffali bassi e da vasche a portata di mani piccole, un angolo morbido con una grande poltrona per gambe corte o lunghe, qualche tavolo su cui già a un'ora dall'apertura si accatastavano i libri letti o solo sfogliati.



Ecco, i libri. Loro sono quelli che, al di là di ogni contenitore che li contenga, fanno la differenza.
I libri sono il contenuto, o forse sarebbe più corretto dire i contenuti, di una biblioteca.
La Biblioteca Collina della Pace si è saputa distinguere anche in questo.
L'anno prossimo saranno vent'anni che frugo e curioso negli scaffali delle biblioteche di Roma, e mai, ma veramente mai, mi è capitato di correre con lo sguardo sui libri che sono sugli scaffali e trovare una così perfetta consonanza sulla scelta dei titoli. Mi spiego: dovunque mi cadesse l'occhio negli scaffali della sala ragazzi di Collina della Pace vedevo libri giusti. Solo libri giusti.


Appare subito evidente insomma un grande lavoro fatto a monte; un lavoro di scelta, di selezione, di cura. Traspare il coraggio di aver saputo dire no a percorsi magari più facili, magari più conosciuti, e immediati. Alle nuove bambine e bambini e agli adulti che li accompagneranno vengono proposti libri, storie e figure che non sono stati già molto 'masticati'. Solo quattro titoli di Walt Disney e nessuno di questi è una trasposizione dei suoi cartoni animati. Nessuna Masha e nessun Orso e nessun Topo con il nome a metà tra un capo indiano e un formaggio erborinato.
Al loro posto ci sono Tintin, i Mumin, Shaun Tan, Browne, Sendak, Lionni, Rodari, Munari, Scheffler, Friot, Kimiko e la Lee. 
E via andare.
Traspare l'onestà intellettuale di chi crede che alle bambine e ai bambini vada dato il meglio, vada offerta la qualità, vada mostrato il bello. Anche a costo di risultare 'sconosciuto', almeno al principio di un qualsiasi percorso educativo.
Non so se ciò dipenda dal fatto che chi è in collina, essendo sollevato da terra, riesce a vedere necessariamente più lontano...
Sta di fatto che è rincuorante constatarlo.
Lunga vita alla Collina della Pace.

Carla


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