'RETURN TO AUGIE HOBBLE'
La vera storia di
Augie Hobble, Lane Smith (trad. Giuditta Capella)
Rizzoli 2016
NARRATIVA PER GRANDI
(dai 10 anni)
"Il Parco delle
Fiabe. Costruito nel 1967, Ignorato dal 2009. Cioè da quando ha
aperto il nuovo parco acquatico dotato di scivolo con il giro della
morte sulla Route 8. Da allora non siamo più stati una meta
turistica vera, ma un po' di gente del posto ce l'abbiamo ancora,
adulti che venivano torturati qui da piccoli e che adesso hanno i
loro figli da torturare. In realtà quello torturato oggi qui sono
io. Ci saranno almeno un milione di gradi e sto sudando come un
porcello."
Augie
sta sudando perché il parco di divertimenti che gestiscono i suoi
genitori è in mezzo al deserto, lunga la mitica Route 66, e lui in
quel parco ci trascorre intere giornate. Passeggiare come se si fosse
a casa propria tra mille attrazioni dovrebbe essere la gioia di ogni
ragazzino e invece Augie non ne può più. Un po' la polvere del
deserto che tutto ricopre, Un po' i lavoretti che suo padre gli chiede di svolgere, un po' il gusto antiquato delle attrazioni
rendono questo posto ben poco divertente. E non solo per i turisti.
Vivere
tra il Villaggio del Libro di Fiabe, la Città dei Compleanni, il
Forte Fortezza e il Polo Nord, essere amici di una Biancaneve un po'
svampita o di un Lupo cattivo che pensa solo a imboscarsi per fumare
non è il massimo delle aspirazioni di questo ragazzino di undici
anni, alle soglie dell'ennesima estate passata tra i Vialetti dei
Porcellini e le case Funghetto.
A
questo si aggiungono un altro paio di problemi: un progetto per
Attività creative che stenta a venire fuori e il migliore amico,
Britt, in partenza per le vacanze.
Decisamente
non è un gran momento per Augie, anche se la casa sull'albero a
terra che sta ultimando con Britt, dà più di qualche soddisfazione.
Caldo,
noia, un po' di solitudine, un mondo di adulti (anche se vestiti come Cowboy e Lupi cattivi), un paio di bulletti in piena attività, una
ragazzina che dà falsi appuntamenti costruiscono le giornate di
Augie che di giorno non riesce a trovare la giusta concentrazione per
riparare alla sua insufficienza in Attività creative e di notte fa
incontri con improbabili lupi mannari.
Mentre
mille piccole avversità si intrecciano, mentre il suo amico è in
vacanza, mentre la venditrice di bibite cerca di predirgli il futuro,
Augie suda e fatica.
Ma
sul più bello, o forse sarebbe meglio dire sul più brutto, accade
l'imprevedibile.
Complice
una delle sue tante allergie, Britt muore. Dalla sua vacanza il suo
amico del cuore non torna più. E tutto quello che già andava male
ora va anche peggio.
Augie,
nel grande dolore, si è convinto di essere lui il responsabile della
morte di Britt per avergli inavvertitamente messo nello zaino un
biscotto alle arachidi.
Tuttavia
se da un lato il povero Augie sprofonda nel buio di mille foschi
pensieri e si macera nel rimorso, dall'altro c'è qualcuno che dal
buio sta tornando da lui per convincerlo che forse le cose non
sono come sembrano... Ancora una volta.
Lo
scenario fittizio di un parco dei divertimenti, Il Parco delle Fiabe,
è la chiave di lettura di questa storia. Alla sua prima esperienza
di narrativa, Lane Smith, finora conosciuto e pluripremiato per i
suoi albi illustrati, sull'illusione costruisce la fitta trama di un
libro che fin dal titolo allude alla verità.
Tutto
ciò che appare non è detto che poi sia. E questo mi sembra
l'angolo visuale molto interessante che permette di 'leggere' l'intera storia.
A
questo aggiungerei un paio di altri punti di forza che questo libro
ha in sé e, se mi è concesso, un paio di debolezze.
La
capacità di dare una svolta brusca al racconto quando il rischio di
diventare involuto era dietro l'angolo: la morte di Britt arriva, e
spero che Britt non me ne voglia, al momento giusto, ovvero quando il
racconto rischiava di chiudersi in sé stesso sulle difficoltà
insormontabili di Augie.
La
scomparsa di quel ragazzino, vero fulmine a ciel sereno per tutti, fa
saltare sulla sedia il lettore e gli fa dire 'okay, ora qui si
comincia a fare sul serio!'.
E
infatti così accade: ogni cosa trova una sua ragion d'essere e ogni
mistero si chiarisce. Ma va detto che questa seconda parte di
racconto trae forza anche da un altro colpo di teatro, assolutamente
geniale quanto improbabile, che strappa dalla malinconia personaggi e
lettori, portandoli a passo veloce verso il gran finale.
Le
debolezze sono piccola cosa, ma sono sintomo di una grande editoria
che ad evidenza non reputa necessario dedicare il giusto tempo alla
cura di un libro prima della sua nascita. Mi riferisco a un editing
su testo e traduzione fatto un po' troppo 'di corsa'.
Carla
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