LA CHIMICA DEI SENTIMENTI
Monsieur Lavoisier,
Cristina Nenna, Monica Saladino
VerbaVolant 2016
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 7 anni)
"Quel giorno
Akim comprese il significato della parola
paura.
Chiedeva sempre
spiegazioni sulle cose che non
conosceva, ma
sentire era tutta un’altra storia.
Rimase in silenzio
dietro di lei con il bicchiere vuoto
capovolto, davanti
al mare increspato dal vento.
Arrivò allora
Monsieur Lavoisier in un vortice ventoso
spirato dalle onde.
Solo Akim sembrava
vederlo perché alla sua mamma
non si mosse
nemmeno un capello."
Sua
madre guarda al di là del vetro delle finestra e i suoi occhi sono
pieni di tristezza e le sue mani intrecciate come a pregare.
Nulla
di rassicurante per quel bambino che la vede così.
Come
sempre accade, è la chimica a sciogliere il nodo. In questo caso non
è l'adrenalina generata dalla paura, ma è Lavoisier in persona che
gli si para davanti, vestito come uno scienziato e un filosofo di
fine Settecento, quale lui era. Per paradosso, sembra proprio che la
soluzione alla malinconia di sua madre risieda nelle parole che
definiscono la sua legge, quella per cui è passato alla storia:
nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Lavoisier
comincia a raccontare, a tessere legami attraverso il tempo e in tal
modo la perplessità di Akim si trasforma, anch'essa, nell'apprendere
che esiste una relazione forte tra l'acqua del mare e la pioggia, tra
gli alberi e i quaderni, tra una bottiglia di vetro e la sabbia o
ancora tra i diamanti e le matite.
Akim
adesso ha sotto gli occhi il grande segreto che regola il mondo: la
trasformazione infinita di tutte le cose.
E nello stesso tempo ha la consapevolezza, ovvero la certezza, che
anche la malinconia di sua madre con il passare del tempo si
trasformerà in qualcosa d'altro, magari in una promessa di felicità
futura.
Curiosa
e inaspettata prospettiva, quella di questa piccola storia dedicata a
una grande verità. Ben di rado la scienza, nel dettaglio la chimica,
entra nella narrazione di una storia di sentimenti e relazioni.
Eppure, sebbene sia rara la lettura in chiave 'chimica' o 'fisica' di
quelle che sono le nostre comuni emozioni, esse dipendono in larga
misura proprio da reazioni chimiche che dentro il nostro complesso
sistema corporeo avvengono in continuazione. Ben poco o forse nulla del nostro
sentire può dirsi estraneo alle leggi che regolano la biologia e la
chimica che ne è all'origine.
A
me tutto questo è sembrato sempre molto affascinante. E l'andare a
cercare la scienza laddove essa si cela meglio, ovvero dietro quanto
noi riteniamo di meno 'scientifico' ci sia al mondo, ossia il
sentimento mi sembra una grande idea. Ancora più grande mi pare
l'intento di volerlo spiegare a bambini e bambine.
Resta
volutamente indefinito il riferimento a motivi e ragioni che fanno
velare gli occhi di quella madre davanti a una finestra. Poco importa
e per questo si dà grande libertà all'interpretazione personale. Gangli importanti sono la paura di un bambino di fronte allo
smarrimento di un adulto e il suo relativo tentativo di mettervi
rimedio. La speranza, sentimento che ignoro a quale ormone si leghi
(ma di certo ce n'è uno che la genera), è quella che non deve mai mancare nel
cuore di bambini e bambine.
In
una continua alternanza tra materia ed emozione si muovono anche le
illustrazioni di Monica Saladino, forse qui a dar prova di maggiore
maturità rispetto al resto, che costruisce nuvole fatte a maglia e nello stesso tempo
una carrellata di volti espressivi nei loro sguardi rubati alla
fotografia.
Carla
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