UN DISTRICABILE GROVIGLIO
Un trascurabile
dettaglio, Anne-Gaëlle
Balpe, Csil
(trad. Rita Dalla Rosa)
Terre di mezzo 2016
"Quel brutto
difetto mi impediva di fare le cose nel modo giusto.
Era sempre lì, in
mezzo ai piedi, a intralciarmi.A scuola mi ha impedito di farmi degli amici.
Mi ha impedito di ascoltare e di imparare."
Quello che tutti gli
altri consideravano difetto, al principio era solo una differenza,
una piccolissima differenza. Con il crescere del bambino, anch'essa
diventa grande e quando gli altri se ne accorgono la differenza non
ci mette niente a diventare difetto, gran difetto, appunto. Attira le
punizioni, allontana le persone e solo nella solitudine sembra
ritirarsi. Quel difetto monopolizza ogni pensiero a tal punto che con
il bambino diventano un tutt'uno; lui è il suo difetto. I dottori non
sanno che pensare, finché ne arriva uno che di difetti se ne
intende: lui stesso ne possiede uno. Quel dottore la sa lunga: sa una
formula magica che ha la capacità di trasformare un grande difetto
in un trascurabile dettaglio. Con quella il bambino guadagna spazio e
forza all'interno della sua testa e ciò che prima giganteggiava come
una nuvola annodata, tenendolo lontano dagli altri, adesso è solo un
microscopico groviglio che con il tempo va sciogliendosi per lasciare
posto a nuove cose da imparare e nuove amicizie da costruire.
Nessuna illusione: qui non si tratta di magia, ma di gran lavoro su di sé.
Ma come si fa ad affidare a bambini e bambine il duro compito di imparare a convivere con se stessi, con i propri limiti, con le proprie diversità e, perché no, i propri difetti? Vanno trovati i giusti percorsi, un linguaggio comune che loro possano capire, le immagini efficaci che nel loro immaginario siano lì a definire il tema. E allora un difetto diventa un gran groviglio, un filo che, se fosse sciolto, potrebbe essere seguito e arrotolato senza difficoltà, ma che invece si presenta con tutti i suoi nodi. La vita non corre dritta come un filo ma si annoda, torna indietro, va di qui e di là e si aggroviglia su se stessa.
Due 'trascurabili dettagli' di questo libro mi colpiscono. Il primo: la sapiente capacità da parte dell'autrice e dell'illustratrice di 'generalizzare' ciò che invece sembra essere molto 'personale'; di raccontare senza dire, per una sorta di pudore necessario, vista la delicatezza dell'argomento. Il difetto di quel bambino non lo conosciamo fino alla fine; ne vediamo gli esiti ma non sapremo mai di che difetto in particolare si tratti. Questo, senza essere detto, dimostra un fatto incontrovertibile: i difetti possono essere infiniti e diversissimi tra loro. Sta a ciascuno individuare il proprio. E la cura è uguale per tutti.
Imperdibile!
Noterella al margine. Il libro in questione è stato concepito fin dal principio nella sua edizione originale francese di Marmaille & Compagnie come cofanetto con le pagine trasparenti per accentuare il gioco di superfetazione tra il groviglio che incombe, invade e occupa per intero il bambino.
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