ASSOLUTAMENTE , ELVIS, ASSOLUTAMENTE
Io, Elvis Riboldi
e il ristorante cinese, Bono
Bidari
Sironi
Ragazzi 2016
NARRATIVA
PER MEDI (dai 7 anni)
"Boris e io
continuavamo a parlare senza metterci d'accordo, quando comparve un
ragazzo in bicicletta che ci lasciò il volantino di un ristorante
cinese. Siccome l'apertura di un ristorante cinese a Icaria era una
novità pazzesca, non abbiamo resistito alla tentazione di andare a
dare un'occhiata. Boris non aveva un soldo, i miei genitori avevano
nascosto le loro carte di credito, le loro azioni di Apple e i loro
buoni statali del Tesoro, così decisi di sacrificare Teddy"
Apparentemente
nulla di variato a Icaria. Boris continua a essere lo stesso
ragazzino di un anno fa. Ha gli stessi amici: uno solo, Boris. Ha gli
stessi nemici: Pinkerton, Jennifer e Lagunilla. Ha dalla sua parte
madre e padre e il Signor Lugosi che continua imperterrito a
dispensare pillole di saggezza. Lui, Elvis, sempre un po' sopra le
righe, sempre immaginifico, e sempre un po' innamorato di Emma che,
imperterrita, non fa che maltrattarlo.
Le
uniche novità sono Sunte Lee, il ragazzo cinese in bicicletta, nuovo
compagno di classe dei quattro, e il ristorante cinese appena aperto
dallo zio cinese del ragazzo cinese.
La
novità e il nerbo dell'intera storia sta appunto nella presenza di
un elemento insolito nel tran tran di quella cittadina. La curiosità
verso 'l'esotico' non lascia indenne nessuno di loro. Nel bene e nel
male. Naturalmente fin da subito si crea una divisione netta tra chi
considera questa nuova presenza come ostile e chi invece è più
cauto nel giudicare.
Tutto
ruota intorno a un fatto 'anomalo': la sparizione, uno dopo l'altro,
di tutti i cani della città. Armati dei peggiori pregiudizi, tutti
(o quasi tutti) associano la scomparsa dei cani con la comparsa del
ristorante. Perché -si sa- che i cinesi sono soliti cucinare la
carne di cane.
Come
previdibile, le uniche voci fuori dal coro sono quelle dei genitori
di Elvis e del Professor Lugosi che sanno ancora ragionare con la
propria testa. La storia di Fuentevacuna e delle due galline
scomparse e dell'ingiusta accusa nei confronti del povero cuoco
Franky è un efficace esempio di come una comunità possa mettere al
bando persone o gruppi solo sulla base di dicerie e preconcetti. In
questo senso, il saggio professor Lugosi mette sull'avviso i ragazzi
e suggerisce loro di cercare sempre le prove, le testimonianze, i
riscontri di ciò che si sente dire in giro, piuttosto che unirsi in
modo acritico alla voce comune.
Questo
è davvero il nocciolo di questa storia molto movimentata e
raccontata con la consueta leggerezza a cui Bono Bidari ci ha
abituato. Una riflessione fatta ridendo, ma in fondo molto seria su
quanto possa rivelarsi pericoloso il pregiudizio, la diceria e quanto
il gruppo possa incidere sull'emarginazione e l'isolamento del
singolo, considerato diverso.
Allegramente,
con registri del racconto sempre diversi, la squadra che si nasconde
dietro Bono Bidari fa un buon lavoro in tal senso.
Sebbene
tocchi in modo un po' stereotipato quelle che sono le consuete
declinazioni della Cina e dei cinesi nel nostro immaginario, ovvero
gli involtini primavera, i vasi di porcellana, le arti marziali e la
mafia, tuttavia la capacità di riassumere in due pagine il crescendo
di rumors intorno alla famiglia di Sunte Lee e al suo ristorante
risulta efficace agli occhi di un lettore o di una lettrice. Sebbene
molto diverso nell'aspetto, il bel libro Le mele del signor
Peabody (Feltrinelli 2003) di
Madonna (qui) traduce in
immagine, le piume di un cuscino sparse ovunque dal vento, gli
effetti che hanno i pregiudizi nel diffondersi e mettere solide
radici nelle teste di un gran numero di persone.
Carla
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