TU VA' AVANTI, VA' AVANTI...**
Per sempre felici e contenti...o quasi, Jordan Sonnenblick
(trad. Sara Reggiani)
Giunti 2016
NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni)
'"Anche se tutti pensano che non ce la puoi fare, tu puoi Jeff. Puoi. E io...'
'Tu cosa? A te spetta la gloria per aver salvato l'amico semi-deficiente?'
'No, Jeff. Io vado a prendermi il diploma sul palco da solo. È questo il patto, okay? Siamo una squadra. Io ti aiuto in matematica, tu mi alleni. Tu passi, io cammino'.
'Sei serio?'
'Come la morte'."
Jeffrey Alper, il bambino che a cinque anni si era ammalato di cancro (J. Sonnenblick, I dieci mesi che mi hanno cambiato la vita, Giunti 2013), ora è in terza media e con lui adesso c'è Tad, Thaddeus Ibsen, arrivato in classe sua in quarta elementare. Il passato di Tad non è molto diverso da quello di Jeff. Quando lo ha visto per la prima volta entrare in classe zoppicando e con una grande cicatrice sulla testa, Jeff è stato il primo a rivolgergli la parola: 'Ciao, mi chiamo Jeffrey. Anch'io ho avuto il cancro.' Tad lo ha guardato come se fosse una fetta di polpettone della mensa andato a male e gli ha detto: 'Bravo! E adesso cosa vuoi, una medaglia?'
Va da sé che siano oggi amici fraterni.
Sono passati quattro anni e di cose ne sono successe molte. Per Jeff sono abbondantemente passati i cinque anni dalla remissione della malattia, il suo adorato fratello attualmente si è preso un 'periodo di pausa' dal suo fardello di doveri: è in Africa a suonare percussioni e ha lasciato a casa fidanzata, famiglia e università.
Allo stato attuale Jeff, nonostante alcuni strascichi della malattia gli impediscano di correre, con la bici è un fulmine, mentre Tad con le sue gambe deboli, sulla sua sedia a rotelle è costretto ad andare piano.
Jeff invece è lento in matematica perché chemio e radio possono incasinarti un po' il cervello, mentre Tad è una vera scheggia.
All'ultimo anno delle medie, Jeff ha diverse incognite davanti: un test imprevisto per essere ammessi agli esami e una nuova compagna di classe, intelligente, bella e spiritosa, appena arrivata dalla California.
Sembrano queste le linee di demarcazione tra il conquistato tran-tran e l'imprevedibilità del futuro.
Anche se Jeff scoprirà che sono ben altre le incognite con cui dovrà cimentarsi, già solo le prime due gli scombussolano un bel po' l'esistenza.
A tredici anni deve fare i conti con un dato di fatto: sta crescendo.
Diventare grandi non è una passeggiata. Il cuore lo porta verso Lindsey, i polsi gli tremano di fronte al test.
Arrivano i primi sotterfugi, le insicurezze si accentuano, le prove di coraggio si moltiplicano. E Jeff, gradino dopo gradino, sale sempre più in alto da dove 'la visuale' della vita appare più chiara. Capisce la fuga del fratello e le aspettative di suo padre, allena il suo amico a riprendersi le gambe per salire sul palco il giorno del diploma, e si innamora dolcemente. Eppure, siccome la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo, tra tutti questi pensieri non si accorge che accanto a lui 'qualcosa' sta andando in una direzione che nessuno vorrebbe.
Fare i conti con il 'per sempre' è una prova complessa per ogni essere umano.
Una prova scomoda che la nostra mente 'fuggiasca' tende a procrastinare il più possibile.
Bambini, bambine ragazzi e ragazze -nel loro senso di onnipotenza- spesso credono più degli adulti al 'per sempre'. In questo caso, invece, due dei tre personaggi principali di questa storia hanno misurato in prima persona, sulla propria pelle, cosa significhi pensare con la dovuta lucidità e disincanto: ma io avrò un futuro?
Ancora una volta Sonnenblick si cimenta con un tema scomodo, la malattia per eccellenza: il cancro. E ancora una volta questo 'oggetto' lo fa maneggiare da giovani vite, senza peraltro tralasciare che il suo riverbero si rifletta anche su tutta la comunità di adulti che li circonda.
Lasciato Jeff 'guarito' nel libro precedente, tutti avevano tirato un sospiro di sollievo, ma qualcuno invece aveva bussato alla porta di Sonnenblick e aveva obiettato che spesso nella realtà le cose non sono così semplici - ti ammali, soffri, ti curi, soffri e poi guarisci. E a distanza di qualche anno, questa sembra essere la risposta di Sonnenblick a quel giustissimo appunto.
Se nel primo libro si coglieva con chiarezza, dalle riflessioni di Steven Alper, che la linea di demarcazione tra la vita normale e il dramma è piuttosto sottile, qui si riflette su un ulteriore pensiero che riguarda le aspettative che ognuno coltiva per sé.
Se da un lato Tad sostiene che sperare sia un errore, dall'altro si allena con impegno per inseguire il suo sogno. Se da un lato Jeff spesso fa riferimento al detto carpe diem, dall'altro sgobba duramente, pensando al domani.
Nella fattispecie per sempre felici e contenti è una buona sintesi per descrivere il nocciolo della questione. Per sempre?
Il tono ironico e tagliente lontano anni luce da ogni retorica e pietismo, già apprezzato in I 10 mesi che mi hanno cambiato la vita è cifra consueta di Sonnenblick. Come allora anche adesso si ride e si sorride anche nei momenti più critici. A questo si aggiunge una interessante e complessa architettura narrativa fatta di lettere, mail o temi in classe che hanno il compito di creare una cesura e allo stesso tempo di fare luce al nuovo lettore sui lati già raccontati nel libro precedente, nonché permettere all'autore di fare riflessioni e indagini introspettive che altrimenti risulterebbero di appesantimento di una leggerezza tutto sommato diffusa. In questo senso è esemplare la litigata tra Steven e i suoi che Jeff racconta in un tema. La conclusione che se ne può trarre è solo una: Rumspringa* per tutti!
Carla
* a p.136-138 per chi volesse saperne di più.
** Bohemian Rhapsody, Queen
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