IL LAVORO DI UNA VOLTA
Giù
nella miniera, di Igor De Amicis e Paola Luciani, ha un grande
pregio, oltre quello, più evidente, di raccontare la tragedia di
Marcinelle, la miniera belga in cui morirono, fra gli altri, 136
minatori italiani.
Il
pregio è quello di raccontare, in modo non retorico, la durezza del
lavoro manuale, quello che una volta assicurava la sussistenza di
milioni di persone nelle fabbriche, nei campi, nelle miniere. Le
ragazze e i ragazzi di oggi non hanno proprio nozione delle
condizioni in cui magari i loro nonni hanno dovuto procurarsi il
pane. Lo sfruttamento, la solidarietà, il sogno di farsi una vita
dignitosa, proprio perché è il lavoro a renderla tale.
La
storia di Marcinelle è anche una storia emblematica dell'emigrazione
italiana e anche di questa i ragazzi sanno ben poco: non
l'emigrazione colta dei giovani laureati di oggi che cercano diverse
opportunità all'estero, ma la scelta disperata di chi sfuggiva alla
miseria. Per non parlare dell'ostilità con cui i nostri emigranti
venivano accolti dalle popolazioni locali, convinte ieri come oggi
che i migranti siano la causa e non l'effetto delle difficoltà
economiche.
Ci si
augura che la lettrice e il lettore attenti siano in grado di
cogliere l'evidente parallelismo con quello che accade oggi ai
disperati che arrivano dal mare nel nostro Paese.
I due
autori per raccontare tutto questo, che è parte importante della
storia del nostro dopoguerra, utilizzano la vicenda inventata di un
ragazzino, Fulvio, che insieme alla madre raggiunge il padre minatore
a Marcinelle; dal sogno di una vita da signori alla realtà
miserabile degli alloggi dei minatori e della vita durissima della
miniera. Ma di questo, Fulvio si accorge fino ad un certo punto,
preso dalle nuove amicizie, una piccola banda di ragazzini italiani
che si contende il territorio con una banda di belgi, capitanati da
un'intraprendente ragazzina, Paulette.
Fra
agguati e scaramucce si svolge il rapporto fra i due agguerritissimi
gruppi, fra invenzioni geniali e agguati, un po' come ne La guerra
dei bottoni. L'ultima sfida, che coinvolge solo i due capibanda,
Fulvio e Paulette, li porta all'interno della miniera, proprio nel
tragico giorno dell'esplosione.
Il tono
della narrazione, che intreccia la ricostruzione storica e
l'invenzione narrativa, alterna il realismo dell'ambientazione
all'azione movimentata che segue le fasi alterne di una contesa
infantile. Mi sembra che l'obbiettivo di raccontare un pezzo di
Storia in modo coinvolgente sia pienamente raggiunto, anche se
continuo ad avere qualche riserva sulle storie 'a tema'.
Lettura
per ragazze e ragazzi che vogliano capire qualcosa in più della
storia italiana, a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Giù
nella miniera”, I. De Amicis e P. Luciani, Einaudi Ragazzi 2016
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