SE FAITH NON E' UNA 'BRAVA RAGAZZA'
La
protagonista di L'albero delle bugie è una ragazza 'tosta',
costretta a confrontarsi con il rigido conformismo vittoriano: è la
figlia del Reverendo Sunderly, studioso di scienze naturali,
angosciato dallo sconquasso culturale e teologico prodotto dalla
pubblicazione de L'Origine delle specie. L'interpretazione
letterale della Bibbia, cui si faceva riferimento per spiegare la
storia del mondo, era messa radicalmente in discussione
dall'evoluzionismo darwiniano. In questo accanito dibattito,
rivestono un ruolo importante le scoperte di reperti fossili,
testimonianza di forme viventi antichissime ed estinte.
Il
Reverendo Sunderly ha compiuto per questo motivo numerosi viaggi, da
cui ha riportato importanti reperti, che gli hanno dato fama
internazionale. Fino a quando non si diffonde la voce che si
trattasse di falsi. In fuga dalle maldicenze, l'intera famiglia si
rifugia sull'isola di Vane, dove il capofamiglia trova la morte in
circostanze misteriose.
Faith
adora il padre, soffre tremendamente per i legami convenzionali che
le impediscono di seguirlo nelle sue esplorazioni e nei suoi studi.
Detesta cordialmente la madre, ingabbiata nel ruolo di padrona di
casa, come vuole l'educazione vittoriana, attenta alle formalità e
alle convenzioni più che ai sentimenti autentici.
Poco
prima di morire il padre coinvolge Faith in una spedizione notturna
in una grotta marina, al cui interno viene nascosta una pianta che
cresce al buio, e non è casule: si tratta dell'albero delle bugie,
misterioso vegetale che si nutre delle umane menzogne, svelando, in
cambio, qualche brandello di verità. Tale pianta è il principio e
la fine di una serie di eventi drammatici, da cui Faith uscirà
profondamente cambiata.
E'
proprio il personaggio della protagonista a rappresentare l'aspetto
di maggiore originalità di questo romanzo. Faith non è una 'brava
ragazza', dai buoni sentimenti e dalla limpida onestà. Per
raggiungere il suo scopo, smascherare il responsabile della morte del
padre, è disposta a qualunque cosa, a diffondere menzogne
pericolose, a ignorare volutamente le conseguenze delle sua azioni
sui destini delle persone a lei vicine, scatenando una serie di
eventi dagli esiti drammatici. Ma proprio per questo è un
personaggio notevole, motivato più dalla rabbia che da nobili ideali
di giustizia; è una ragazzina forte, decisa, convinta del proprio
diritto a far parte del mondo della conoscenza.
Nel
movimentato finale i ruoli si ribaltano, i personaggi maschili
mostrano tutta la loro pochezza, le miserie, le millanterie, il
cinismo, gli inganni. E quelli femminili assurgono a un
imprevedibile splendore, pur nelle ambiguità e nelle crudeltà.
Donne capaci di coltivare il desiderio di vendetta per anni, per poi
metterla in pratica meticolosamente; oppure, capaci di nascondere i
propri reali sentimenti e di sopravvivere nel mondo maschile che le
vuole ubbidienti e sottomesse. Donne impavide al di là
dell'apparenza, dei veli di tulle e delle crinoline. Molto lontano
dalle ambientazioni di L'evoluzione di Calpurnia,
ragazzina circondata da autentici affetti familiari, L'Albero
delle bugie è un ritratto impietoso e durissimo della famiglia
vittoriana. L'autrice, Frances Hardinge,
non perde occasione per sottolineare lo squallore dell'ambiente
familiare e sociale basato sul conformismo. Le sue descrizioni
costruiscono una cupa atmosfera in cui le oscurità e le nebbie
nascondono il ribollire delle umane passioni.
E' una
lettura impegnativa, densa, con una certa tensione e qualche momento
horror; la suggerisco caldamente ad adolescenti, o quasi, che
vogliano mettere in discussione la corrente immagine della
femminilità.
Eleonora
“L'albero
delle bugie”, F. Hardinge, Mondadori 2016
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