LA VITTORIA DEL GATTO ALQUANTO BRUTTINO
Milioni di gatti,
Wanda Gág (trad. Cristiana Rocchi)
Elliot 2016
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 3 anni)
"Gatti qui,
gatti lì
gatti e gattini
ovunque,
centinaia di gatti,
migliaia di gatti,
milioni e milioni di
gatti.
'Oh!' esclamò pieno
di gioia l'uomo molto vecchio. 'Ora posso scegliere il gatto più
carino e portarlo a casa con me!' Quindi ne scelse uno."
L'uomo
vecchio è in cerca di un gatto perché la sua vecchia moglie ha
espresso il desiderio di averne uno per addolcire un po' la
solitudine della loro vita. Il vecchio però è di fronte al dilemma
della scelta. Nella collina ricoperta di gatti che ha appena
raggiunto i gatti sono innumerevoli e se il primo gli pare carino, lo
stesso può dirsi per il secondo, il terzo fino all'ennesimo che
incontra andando avanti sulla sua strada. Non sapendo (o non volendo)
scegliere, decide di portarli indietro tutti. Al loro passaggio
prosciugano uno stagno per la sete, e mangiano tutti i ciuffi d'erba
per la fame. Arrivato a casa con la moltitudine di gatti, la saggia
maglie gli fa presente che mai e poi mai avrebbero potuto tenerli
tutti con sé.
E
la scelta che lui avrebbe dovuto fare sulla collina dei gatti, va
fatta ora, prima di essere fagocitati essi stessi.
Scegliere
è difficile e prevede un'assunzione di responsabilità, così i due
vecchi decidono che potrebbero essere i gatti stessi a decidere tra
loro chi sia il più carino.
Una
vera gazzarra tra i milioni di gatti costringe i due vecchi a
ritirarsi in casa. Ma dopo il baccano furioso scende il silenzio:
nessuna traccia di gatti rimasti... Forse.
Un
quesito filosofico non da poco quello che i due vecchi hanno posto ai
gatti.
Una
domanda che forse non ha una sua risposta univoca, ma che certamente
ne genera altre, ancora più intriganti.
Che
cosa è il bello? Esiste un unico bello, o ognuno elabora il suo? Ci
può essere qualcuno che stabilisce le regole per dire che una cosa
può considerarsi bella? Il bello è una cosa che si ferma alla
propria forma o è qualcosa che riguarda anche lati nascosti alla
vista? E ancora: E' vero che le cose belle hanno a che fare con la
felicità? Sono belle perché ci rendono felici? Oppure noi siamo
felici perché loro sono belle?
Non
rimane che mettersi lì a discutere con il rischio di litigare a
morte come hanno fatto i gatti.
Non
sarà un caso che questo libro dal 1928 non ha mai interrotto le sue
pubblicazioni. E non sarà un caso che abbia vinto il Newbery Honor a
un anno dalla prima pubblicazione e il Lewis Carrol Shelf Award
ancora a una trentina d'anni di distanza.
Fin
dall'inizio questo libro ha sbandierato le sue evidenti e numerose
qualità.
Nel
contenuto che, per il carattere universale e atemporale del tema, è
assimilabile a molte fiabe classiche.
Nel
testo che si presenta così musicale, pieno di rime interne e
raffinate scelte lessicali (in questo la traduzione fatta da
Cristiana Rocchi è accuratissima e rispettosissima, nell'uso
parsimonioso della parola 'bello' intorno a cui tutto ruota, un po'
meno, anche se si intuisce la ragione, nell'aver addolcito
l'originale inglese che narra la lotta tra gatti).
Nelle
immagini che si dichiarano così innovative anche nei confronti del
supporto stesso. Non si può non notare come Wanda Gág domini la
pagina, anche doppia, come dimostrano le diverse soluzioni che
adotta: testo e immagini su pagine distinte, pagine che contengono
entrambi, immagini che superano serenamente la linea di cucitura,
bozzetti di interni, sequenze che ricordano il fumetto.
Infatti
a Millions of Cats è
stato riconosciuto il merito di essere il primo picturebook della
storia.
Considerato
il suo capolavoro, nonostante avesse realizzato anche altri libri per
bambini, Million of Cats
deve la sua qualità a due fattori principalmente: da un lato
l'indubbio talento di questa grande artista dell'incisione e
dall'altro la sua consapevolezza che il valore estetico di un libro
si conferisce tout court. E' irrilevante che esso sia pensato per un
pubblico di bambini o un pubblico di adulti perché la cura messa in
ogni dettaglio, compreso il lettering disegnato a mano dal fratello,
le faceva dire a proposito delle sue illustrazioni "as much a
work of art as anything I would send to an art exhibition."
Già
pubblicato in Italia nel 1945 (nel 2013 Trauben ne cura una edizione
anastatica), Elliot lo rilancia in una bella operazione di 'recupero'
di monumenti della narrativa illustrata per i più piccoli e le più
piccole.
Evviva!
Carla
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