ho cominciato a pensare delle cose molto diverse a proposito del giardino e ho dovuto scriverti subito.
So che questo scompagina un po’ la nostra abitudine, ma il mio bisogno di parlarti era davvero forte.
Dopo l’entusiasmo iniziale per il giardino infatti sono rimasto turbato da una frase della cavalletta:“Non potrai più saltare fuori dall’acqua”, ha detto alla balena. Poi ha aggiunto anche che non avrebbe più potuto aprire la bocca, né ridere troppo per non far cadere la frutta dagli alberi.
E di notte, nemmeno girarsi sulla schiena, la sua posizione preferita.
Ma la cosa che più di tutti faccio fatica ad accettare è che la cavalletta posi uno specchio sulla fronte della balena per permetterle di vedere il giardino: ma non si rende conto che lo vedrà tutto capovolto?
Sai, più penso, più questo giardino si trasforma.
Mi sembrava un Eden mentre adesso lo vedo come un’imbrigliatura inutile che costringe la balena a negare la sua natura più autentica.
Eppure, e su questo non ho dubbi, lei è contenta e se la gode. Secondo te come mai?
Ti ricordi la storia dell’oritteropo che aveva deciso di vivere a testa in giù perché a guardare le cose dritte gli veniva una rabbia tremenda?
Era un tipo davvero simpatico, ma se lo giravi diventava una vera furia.
E mi aveva detto, proprio detto a chiare lettere: “..non è che io sia costretto: lo voglio! “.1 Sembrava conoscersi proprio bene.
Io invece anche se mi sento confuso come se mi avessero messo a testa in giù per la prima volta, penso che guardare le cose a rovescio o con un angolo visuale differente possa solo ampliare la prospettiva di veduta.
Questo è chiarissimo in certe immagini del libro...
In una compare la rana cade dall’alto dritto nella pagina bianca e poi va oltre il margine inferiore. È un’immagine che rimanda a uno spazio che sta oltre bordo, come se la vera illustrazione non stesse sulla pagina, ma fuori: da dove viene la rana, e dove va?
Altrove la cavalletta è in balia di una tempesta, ma sulla pagina si vedono solo gli effetti dei marosi sull’insetto, che si trattiene con tutte le forze all’albero della barca. Anche qui non si capisce dove stia il mare, se sopra, sotto o tutto intorno, e viene voglia di sporgersi per sbirciare oltre l’orlo del foglio.
Un po’ come capita anche a balena che vuole 'sbirciare' cosa significhi avere un giardino sulla schiena.
Sperimenta e
sospende il giudizio, come fanno i bravi scienziati. Forse sotto
sotto è proprio il desiderio di conoscenza che anima balena? E come
oritteropo vuole ostinatamente rimanere in una posizione che le
permetta di vedere il mondo sotto una prospettiva nuova, per
conoscere meglio se stessa e ciò che ha intorno, se necessario anche
attraverso uno specchio.
A proposito, formica,
l’hai vista la figura in quarta di copertina? Io solo ora: c’è
cavalletta, intenta a sollevare da terra con tutte le sue forze il
melo che pianterà nel giardino.
Chissà se la balena ha mai mangiato una mela...
Cara formica, aiutami tu a capire meglio...
Scoiattolo
E indovina un po’ dove va a finire nel secondo capitolo? In un giardino...2
hai ragione ad avere fretta di scrivermi!
Quando le cose ci mettono in fermento è difficile mantenere la calma...
E anche su un'altra cosa devo darti ragione: balena se la gode proprio tanto, questa idea del giardino sulla schiena. E il suo stato d'animo è proprio come il tuo: tutto agitato per la novità.
Il suo sorriso sulle labbra secondo me nasce dal fatto che il suo sogno 'impensabile' si sta realizzando. E tanto più esso può sembrare assurdo, tanto più lei è contenta. In barba a ogni logica e a ogni buon senso il suo pensiero senza confini la fa sentire libera e magnifica.
Magnifici si diventa quando si lascia da parte ogni mediocrità, la noia delle cose consuete, e quando si fanno le cose in grande, senza porsi limiti di sorta. La balena, con questo sogno del giardino, è tutta uno stupore.
Spesso gli animali filosofi di Tellegen sanno essere magnifici per non volersi mai porre limiti al pensiero e non volerne portare il peso. E per saper essere unici, inconfondibili e lievi.
Una volta in un suo libro, un altro suo libro3, ho letto, che a una balena che non era tanto brava ad arrampicarsi sul faggio per andare a casa dello scoiattolo, fu d'aiuto una formica che se la caricò sulle spalle, mentre lo scoiattolo nella sua stanza approntava una tinozza per farla sedere comoda....
Il loro modo di ragionare mi ricorda molto quello dei bambini e delle bambine che sanno trovare la logica nell'assurdo, non sanno cosa sia la noia, sanno stupirsi ed essere inafferrabili...
Ma, come spesso accade, anche la leggerezza ha un prezzo...
Così felice del suo nuovo aspetto e così emozionata di essere finalmente ospitale per tutti quelli che vorranno andarla a trovare, la balena quasi non sente (o non vuol sentire) ciò che la cavalletta le sussurra: non più salti sull'acqua e tuffi in profondità, non più ridere a crepapelle, non più sdraiarsi a pancia all'aria per vedere le stelle. Ma soprattutto, il limite di tutta questa faccenda del giardino sulla schiena sta nel non poterselo godere direttamente...
Lei su quella bella panchina per
conversare non potrà sedercisi mai.
Ed è in questo preciso momento che
balena capisce. Ora il giardino più bello del mondo, come le ha
detto un giorno l'albatro, è lì a disposizione di tutti quelli che
passano, ma solo lei non può goderselo. Persino vederlo, le è
negato. Si immagina seduta comodamente sulla panca, annusando il
profumo delle rose, il sole sulla faccia, la fontana che gorgoglia.
E così, all'improvviso realizza: No,
tutto questo non potrà mai funzionare!Ma io, diletto amico mio, te l'ho già detto, questa balena sa essere magnifica!
E magnifico è ciò che da lì a un attimo accade...
Dormi leggero, se puoi, che domani è
un altro giorno.
Formica
[continua]
2 L. Carrol, Al di là dello specchio, Einaudi 2003 (trad. Alessandro Ceni)
3 T. Tellegen, Lettere dal bosco, Donzelli p. 41 (trad. David Santoro)
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