mercoledì 5 ottobre 2016

LETTERE DI SCOIATTOLO A FORMICA (idee a due teste)


Caro scoiattolo,
non so se sono diventata migliore ma penso che pensare mi faccia bene.
E i libri di Tellegen, quando li leggi, dopo ti viene da ragionare...
E questo della balena e del suo giardino è da giorni che mi ronza nella testa perché è un libro che fa pensare ai pensieri. Mi stuzzica soprattutto il pensiero di balena che vuole tanto un giardino sulla schiena.
Il suo strano desiderio mi fa venire in mente che al pensiero non si deve dare confine e penso anche che balena sia davvero una libera pensatrice.
A ben vedere, la sua bellissima idea di avere un giardino sulla schiena va contro ogni convenzione, contro ogni conformismo. La sua aspirazione di stare nel mondo con un po' di arbusti e alberi, fiori e panchine sulle spalle, così come vanno le cose nel mondo che conosciamo, è del tutto contrario al pensiero comune.
Quando mai si è vista una balena con un giardino messo lì? Eppure tutto in questa storia pare convergere verso questa direzione così originale. E il bello è che nessuno dei suoi interlocutori prende per folle la balena. Anzi, tutti ne gioiscono e cavalletta in particolare si adopera con grande zelo perché il suo desiderio diventi realtà.



Ah, leggere storie così apre la mente. Da un lato c'è balena che non ha paura di interpretare il mondo secondo prospettive inconsuete e assecondare le proprie aspettative anche a costo di 'nuotare' controcorrente, in 'direzione ostinata e contraria' e dall'altro ci sono i suoi amici che, non solo rispettano la sua scelta, ma accolgono con entusiasmo il progetto.
Quanta larghezza di vedute! E quanta attenzione reciproca si percepisce tra loro. Storie così non solo aprono la mente, ma fanno anche bene all'anima.
E a proposito di anima, mi chiedo e chiedo anche a te: perché balena ha voluto per sé proprio un giardino?
Forse perché un giardino in mezzo all'oceano è cosa molto rara...ma forse anche perché il giardino che immagina balena dovrà essere un luogo soprattutto accogliente. Se ben ti ricordi nella sua lettera la prima cosa che chiede è proprio la panchina. Una panchina per sedersi, per riposarsi dopo un lungo viaggio (arrivare nel mezzo dell'oceano per farle visita non deve essere uno scherzo...), una panchina per fermarsi e poter conversare assieme.
Sai che ti devo dare ragione su cavalletta: tu già notavi una sua qual potenza divina. Ma non lo è forse anche nell'aver saputo creare dal nulla un giardino che per bellezza, armonia e completezza potrebbe essere un Eden?



Queste lettere sono la nostra panchina... e allora, dai, conversa con me su questo bel giardino.


Formica




Carissima formica,
Hai ragione, che bellissimo giardino si sta costruendo la balena con l’aiuto della cavalletta!
Ieri mi sono preso tempo e ho osservato bene bene tutte le immagini!
Hai visto che la balena sfoggia sempre un sorriso diverso?
Quando la cavalletta arriva con la barca mostra appena appena i suoi fanoni. Sorride sorniona contemplando l’alacre lavoro della cavalletta, e sorride soddisfatta quando può ammirare attraverso lo specchio il giardino ormai completato. 



Il tratto della Haeringen è sensibilissimo anche nel mostrare il compiacimento sul volto della balena quando può finalmente mostrare il suo giardino agli altri pesci.
Poi ho guardato la tartaruga.
Si porta in giro un hortus conclusus poco più grande del suo carapace, che si sviluppa tutto verso l’alto, con la panchina, lo steccato di ferro battuto e alti alberi disegnati con segno fermo ed energico. Non sembra un giardino comodo da portare, eppure anche lei ha un consapevole sorriso sul volto rugoso. 

 

Del resto, fin dall’inizio, tutti gli animali si erano mostrati partecipi all’idea della balena. Tutti l’hanno copiata, ordinando alla cavalletta un giardino, e non un giardino per farci crescere qualcosa da mangiare, ma un giardino per accogliere al meglio amici e visitatori!
Mi sono sforzato di capire perché proprio un giardino...
Poi ho guardato la cavalletta. È ritratta sempre nel suo verde smagliante, sempre al lavoro, sempre con un'espressione intenta e appagata, nonostante la fatica.
Non è oberata, ma moltiplicata. 

 

Così come si moltiplicano le energie quando si fanno le cose che danno piacere. In una pagina arrivano a esserci fino a cinque cavallette contemporaneamente: una trascina le cose che servono, una ammira i fiori che pianterà, una sposta una pianta in un vaso, una sarchia la terra, una spinge un albero verso chissà dove. Che fermento, che frenetico spostamento di energia!
E mi son detto, il giardino è anche un luogo dove, magari con una cavalletta complice, si può agire attivamente e, lavorando sodo, magari accettando alcuni compromessi, cambiare forma alle cose. E allora ho ammirato davvero balena per la sua enorme capacità di procedere decisa e spedita sulla strada insolita che sente di poter percorrere.
Sai formica, mi sembra che quando uno si mette a pensare, la mente si apre e le cose possono essere viste secondo prospettive addirittura ribaltate!
Prima amavo tanto la mia foresta che cresce da sola e non ha bisogno di essere piantata e curata, mentre adesso anche io vorrei avere un giardino con una panchina dove farti accomodare per guardare insieme la luna.
Tu, mi aiuteresti a costruirlo?


Scoiattolo


P.S. Pensa, tra le tovaglie c’era un libro completamente diverso, in cui il piccolo giardiniere, invece di moltiplicarsi come la cavalletta, ammetteva di non avere abbastanza energia e, stremato, si metteva a dormire....1



1 Emily Hughes, Il piccolo giardiniere, Settenove 2016

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