venerdì 4 novembre 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

DISEGNARE COME UN BAMBINO 
 
Ti sfido a non sbadigliare, Hélène Boudreau, Serge Bloch
(trad. Maria Pia Secciani)


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Te ne stai tranquillo per i fatti tuoi, pensando alle tue cose, costruendo con i cubi la torre più alta della storia dell'universo oppure travestendo il gatto, quando all'improvviso...Ti ritrovi a stiracchiare le braccia, strizzare gli occhi, spalancare la bocca, arricciare la lingua e... mmm... rrr...yawwrr... ecco che viene fuori uno sbadiglio."


E se per caso questo sbadiglio avviene dopo cena il passo è brevissimo per arrivare al letto, con il pigiama. Dopo il pigiama la sequenza è sempre quella: storia, ninna nanna e coperte rimboccate. E il gioco è fatto. Quindi il consiglio qual è? Mai sbadigliare (e se proprio lo devi fare, almeno fallo di nascosto) dopo il tramonto. Siccome lo sbadiglio è contagioso devi avere delle accortezze: mai guardare chi sbadiglia, tenersi lontano da ogni tenero peluche, evitare le storie di animaletti che si stiracchiano, evitare le pecore e i cuccioli di orango rosso... ma nonostante questo non sempre ce la fai perché gli sbadigli sono furbi. Furbi quasi quanto una mamma a fine giornata.


In una vita media si sbadiglia circa 250 mila volte e le ragioni per cui lo si fa sono di solito legate alla ricerca di maggior ossigeno per il corpo. Si sbadiglia per stress, per sonno, per fame, ma soprattutto si sbadiglia se si vede qualcun altro farlo. E non c'è modo di evitarlo, come dimostra questo libro, fin dalla sua copertina, dove un faccione di bambino si contrae in uno sguardo atterrito all'idea di essere sul punto di spalancare le fauci in uno sbadiglio e per questo motivo di essere spedito a letto immantinente. 


Che cosa fa di Serge Bloch un autore/illustratore di culto in Francia e nel mondo? Svariate cose, alcune delle quali in questo libro mancano; e penso alla sua grande capacità di costruire splendide interpolazioni tra la fotografia e il disegno, tra gli oggetti e il segno nero di una matita.
Ma altre, fortunatamente, sono presenti e costituiscono la marcia in più che di norma sfoggiano i libri da lui illustrati.
'Ho impiegato una vita a imparare a disegnare come un bambino' disse una volta Picasso: il segno di Serge Bloch.
Un segno impreciso, rapido e riassuntivo, che lui stesso definisce 'naturale' e, in quanto tale, infantile, ha la capacità di catalizzare l'attenzione intorno a un motivo che poi si rivela fondamentale nel corso del racconto. In questo caso specifico penso allo sbadiglio, ovviamente, che appare in diverse declinazioni - gatto, cane, bambino o gorilla - ma penso ancora di più allo sguardo. 
Si tratta di una carrellata espressiva che passa dallo stupore, alla rilassatezza, dall'incertezza, alla rabbia, dalla rassegnazione culmina nella pagina centrale del libro, che tutta nera accoglie solo due ovali bianchi lievemente irregolari con all'interno due scarabocchi neri come pupille. L'espressione di questi due occhi è determinata da due impercettibili colpi di bianco che segnano le sopracciglia, e che creano magicamente l'espressione generale. 


Ecco questo è Serge Bloch.
I hope I’m not too serious; life is too short for that. Questo dice di sé Serge Bloch in una intervista a Picturebook Makers.
Il secondo Leitmotiv è proprio questo: non prendersi mai troppo sul serio ma giocare con tutto grazie a quella ironia che talvolta ha saputo diventare anche visionaria. E mi riferisco per esempio alle animazioni che si trovano collezionate nel suo sito.
In questo grande albo detta ironia la si verifica qui e là per esempio nella pagina dello stiracchiamento del gatto e del bambino, simmetrici e speculari rispetto alla cucitura centrale, oppure la si legge nella serena determinazione di quella mamma in jeans e tacchi alti. E' talmente sicura di sé che si può permettere di non aprire mai gli occhi, pagina dopo pagina. 


Le mamme lo sanno fare.

Carla

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