UN LIEVE DIFETTO
Uscito
da pochi mesi, Il Club degli strani, pubblicato da Notes
edizioni, è un piccolo libro che Jordi Sierra i Fabra dedica a tutti
i bambini e le bambine con un qualsiasi difetto o problema. Il libro,
candidato al Premio Strega, racconta della brillante idea di Ugo,
bambino balbuziente perseguitato dal bullo della classe.
Stanco
delle vessazioni, decide di fondare un club, molto esclusivo, almeno
all'inizio, insieme all'amico Bernardo, dislessico. Il club degli
Strani, inutile dirlo, si basa sul mutuo soccorso e accoglie tutti i
ragazzini e le ragazzine che per un motivo o per l'altro si sentano
esclusi dal gruppo dei 'perfetti'.
Il Club
vede aumentare in fretta i suoi aderenti: chi per le troppe
lentiggini, o il naso a patata, o i chili di troppo, buona parte
della classe si sente in qualche modo 'diversa'. Tanto che alla fine
anche i 'perfetti' scopriranno i loro punti deboli, pur di entrare a
far parte del club degli strani.
Messaggio
molto chiaro, oserei dire fin troppo, tanto è evidente e
sottolineata la 'lezione' che l'autore cerca di trasmettere ai suoi
giovani lettori: ciascuno ha diritto di essere se stesso e ciascuno è
portatore di particolarità che lo rendono unico. Quello che
chiamiamo diversità è una grande ricchezza, che andrebbe
riconosciuta e valorizzata.
Ma
quello che mi sembra più interessante è l'osservazione finale che
l'autore veicola attraverso il suo alter ego narrativo, uno scrittore
che incontra i ragazzi della classe di Ugo. Questo scrittore svela di
essere stato, e di essere, anche lui balbuziente e di aver compreso
presto, da ragazzino, quale potesse essere la strada per gestire le
sue difficoltà espressive. E questo è successo quando ha imparato a
prendere le distanze dal suo 'difetto' e ha cominciato a ridere di se
stesso.
Sapersi
guardare allo specchio, accettarsi e vedere di sé e dei propri
difetti il lato comico, grottesco è una grande medicina, sconosciuta
ai più. Non so quanti adulti che conosco e frequento avrebbero
bisogno di un po' di autoironia, per relativizzare limiti, ma anche
doti, vere o presunte.
Detto a
un pubblico di lettori intorno agli otto, nove anni, il messaggio può
risultare forse un po' astratto, soprattutto se si è presi
dall'assolutezza di un'ossessione di perfezione. Ma è vero che si
può imparare a non prendersi troppo sul serio e a relativizzare
pregi e difetti propri e altrui.
Sierra
i Fabra racconta nella postfazione di aver vissuto proprio questo
percorso e di portare queste tematiche negli incontri con i suoi
lettori.
E' uno scrittore spagnolo molto prolifico, conosciuto in
Italia soprattutto per il fortunato Kafka e la bambola
viaggiatrice, romanzo breve dedicato a un episodio, forse,
realmente accaduto nella vita di Kafka.
Il
libro, che ha avuto un meritato successo, è stato da poco ristampato
nella collana degli Istrici dell'editore Salani e mi sembra questa
un'ottima iniziativa che permette di riproporre un bel libro; è, in
fondo, una favola moderna, che racconta l'incontro di due solitudini,
quella del grande scrittore e quella della bimba che perde la sua
bambola preferita. Da non perdere.
Eleonora
“Il
Club degli Strani”, J. Sierra i Fabra, Notes edizioni 2016
“Kafka
e la bambola viaggiatrice”, J. Sierra i Fabra, Salani 2016
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