GRANDE FIABA PER PICCOLE MANI
Cappuccetto
Rosso, Attilio
Lapis Edizioni 2017
ILLUSTRATI PER
PICCOLISSIMI (dai 2 anni)
"C’ERA UNA
VOLTA UNA BAMBINA CHIAMATA
CAPPUCCETTO ROSSO.
UN GIORNO LA MAMMA
LA MANDÒ A TROVARE
LA NONNA MALATA PER
PORTARLE UNA TORTA
E FARLE COMPAGNIA.
MA NON PASSARE PER
IL BOSCO!', LE DISSE."
Ma
lei per il bosco ci passò. Incontrò il lupo. Il lupo le suggerì di
raccogliere fiori per la nonna. Lei lo fece e lui si precipitò a
casa della nonna per divorarla. Cosa che puntualmente fece. Poi si
travestì e si mise tra le coltri ad aspettare la bambina, per
mangiarsi pure lei. Il resto è storia nota. Compreso l'arrivo del
cacciatore in giacca verde, fucilone e coltellaccio che rende
giustizia alle due inghiottite.
I
Grimm furono solo apparentemente meno spietati di Perrault che, con
il dovuto orrore, solleticava e compiaceva le dame della corte del re
di Francia.
Il
Rotkäppchen dei fratelli Grimm riassunto in 15 pagine
doppie e cartonate, in tutto 37 righe di testo, adatte a manine e
orecchie minuscole. E in queste sole 15 pagine ben 2 non hanno testo!
Come a dire che se si ha buona capacità di sintesi, si posson 'dire'
comunque un mucchio di cose.
Ed ecco di nuovo sulla
breccia, a 94 anni, Attilio, Attilio Cassinelli, grafico e
illustratore negli anni d'oro del design italiano in ambito
editoriale. Dagli anni Sessanta fino a tutti gli anni Settanta, è lì
anche lui, anche se non raggiunge mai l'ineguagliato genio di Munari
o dei Mari, quell'aria la respira anche Attilio. In quel periodo i
suoi libri inconfondibili, la pagina bianca su cui campeggiano
animali o altri personaggi racchiusi da una linea di contorno nera,
precisa, morbida e, soprattutto, molto evidente, cominciano ad
arrivare tra le mani dei più piccoli. I colori sono piatti, il segno
è tondeggiante con elementi lineari che ricordano la sintesi dei
bambini nel disegnare arti e zampe.
Sono libri, quelli
sulle cui copertine campeggia secco il nome ATTILIO, che sono
consumati sugli scaffali delle biblioteche. Io stessa ho ancora
ricordo di quei libri molto vissuti che mi colpirono nel pieno degli
anni Novanta per la loro assoluta purezza.
Attilio non ha smesso
di disegnare libri, sempre fedele alla sua casa editrice d'origine:
Giunti, ma il suo stile con il passare degli anni si è ibridato, e
si è anche persa un po' la cura editoriale che invece avrebbe
meritato, e con questo ha perso un po' di quello smalto che lo aveva
reso inconfondibile. Oggi, a distanza di quasi quarant'anni dai suoi
primi libri, riappare il suo segno pulito delle origini, in una
collanina pensata per Lapis, contenente fiabe classiche (I tre
porcellini e in uscita I musicanti di Brema) che, seppure riassunte
ai minimi termini, non perdono di efficacia. Proprio come i suoi
disegni.
Attilio, I musicanti di Brema Lapis 2017 |
I colori continuano a
essere piatti, ma la tavolozza è cambiata. A un colore dominante per
ogni singolo libro, aggiunge contrasti interessanti. Nel Cappuccetto
Rosso si vede una prevalenza dei diversi toni del grigio e del blu -
dal tortora al pervinca - in un tessuto di intrecci freddi, su cui
spiccano correttamente il rosso del cappuccio e il giallo del
cestino.
In tal modo anche il
colore contribuisce allo svolgimento del racconto. Tutto il resto è
narrato attraverso il gesto, che fa eco al testo. Come richiede
l'opportunità, nessuno degli atti cruenti è illustrato.
Tutto si
prevede se si conosce la fiaba e, in ogni caso, arrivano in soccorso
le parole taglienti.
Certe sottigliezze di
impianto, di prospettiva alimentano tuttavia la giusta dose di
inquietudine, che è necessaria a questa fiaba crudele e per converso
la giusta dose di serenità ritrovata nel finale costruito dai Grimm
per orecchie piccine. Per prima cosa noto che tutte le azioni sono
nella pagina di destra a voler creare il naturale desiderio di giro
pagina. La tensione la leggo anche nell'intrigo di rami del bosco
folto, nel nero che traspare e incombe, nelle spalle del Cappuccetto
che sparisce quasi, inghiottita dalla porta della casa della nonna.
Il ristabilito equilibrio di ingombri lo colgo nell'ultima tavola,
con nipote/torta/cestino da un lato e dall'altro il bilanciato
corpaccione un po' curvo della nonna in camicia da notte,
fazzolettone e pantofole.
Attilio, che ammiro da
sempre, ha l'età che avrebbe mio padre, grande narratore anch'egli.
E mi intenerisco nel
notarlo.
Carla
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