mentre
ti scrivo ho ancora tutti i peli della schiena che vibrano come
antenne e il cuore che batte all’impazzata, per non parlare delle
zampette, che mi oscillano come rametti scossi dal vento. Anzi, ti
prego in anticipo di perdonare gli errori che commetterò nello
scriverti, perché questo e solo questo voglio fare: raccontarti,
affinché tu stessa possa giudicare l’avventura che mi è capitata.
Mi
è accaduta una cosa incredibile, gravissima e inaudita: non potrai
credere ai tuoi occhi quando leggerai quello che ti sto per
riferire…e perdona il mio indugio, ma sono così costernato che a
stento riesco a raccogliere le parole più adatte…Ma andiamo con ordine. Ero in giro per il bosco, che in questi giorni è parecchio desolato: Beccaccia è alle prese con una nuova nidiata e Scarabeo non vuole mettere le antenne fuori dalla tana per il troppo sole.
Ebbene, così, solo, mi aggiravo come sempre alla ricerca di ghiande quando ecco dalla boscaglia spuntare il muso di un coccodrillo. Conosco bene i coccodrilli, ho letto un sacco su di loro, e quello era inequivocabilmente uno di loro, e anche bello grosso: le lunghe fauci aperte in un ghigno sorridente, gli occhi gialli con la pupilla che mi ha sempre fatto tanta simpatia, le zampe corte con quei buffi unghioni…
Mi sono avvicinato subito per presentarmi, immaginandomi chissà quali occasioni di svago in compagnia di un nuovo amico, quand’ecco che questo apre la bocca e fulmineo mi sferra un gran morso. I miei riflessi non sono stati meno pronti, e subito mi son girato e mi son messo a correre. E lui, dietro!
“Ho fame, ho fame” gridava mentre mi inseguiva, e io ancora stupidamente cercavo di dirgli con la poca voce che riuscivo a strapparmi dalla gola che a casa avevo un casco di banane! E invece no, pensa un po’, mia cara amica! Quello voleva me, un suo pari, un altro animale! Figurati! Ha accelerato e ci è mancato un pelo che non riuscisse a inghiottirmi quando con un balzo disperato sono arrivato al mio tronco e mi sono messo in salvo. Ora quello si aggira qui sotto, rivolgendo il suo brutto muso verso la mia tana e annusando l’aria, come se non sapesse benissimo che sono qui.
E io, cara amica, tremo di paura e forse ancora più dalla sorpresa e dallo sconcerto!
Ora dimmi tu, Formica, se è questo il modo di comportarsi!
Ma quando mai si è visto un coccodrillo andare a caccia di scoiattoli!
Io lo so bene, conosco i coccodrilli, ho letto un sacco su di loro e so che sono molto educati! Da tempo hanno abbandonato queste vergognose abitudini per imparare a vivere come si deve tra le altre creature del bosco!
Eppure ecco che proprio io sono andato a incontrare il coccodrillo più selvaggio, quello dal comportamento più inaccettabile!
Non fosse per il caldo che c’è lì da te, nel formicaio, ti chiederei di ospitarmi per riprendermi.
Ma mi accontento di scriverti: sono sicuro che saprai trovare le parole per consolarmi da questa brutta avventura…
Scoiattolo
P.S.
Ora che mi ci fai pensare, avevo letto di un coccodrillo dal fare
bonaccione che andava a nascondersi sotto il letto di una
bambina...era tanto simpatico e collaborativo, l’infido, ma se
andavi a guardar bene nelle sguardie…potevi ben capire di che vera
pasta fosse fatto1…
Ah, caro te!
Amico mio Scoiattolo lasciami dire che
sono felicissima di sentire che hai salvato la pelle e la coda di cui
tanto vai fiero.
Te la devi essere vista proprio brutta!
Quel che mi racconti, fammelo scrivere subito, mi fa molto preoccupare e anche un po' indignare. Ma non fraintendermi, la preoccupazione e l'indignazione non sono strettamente legate all'episodio in sé, che - lo ribadisco - mi fa piacere non abbia avuto per te conseguenze fatali.
Mi faccio pensierosa e anche contrariata nel constatare ancora una volta la grande inconsapevolezza, o per meglio dire, ignoranza che governa il nostro agire di esseri superiori!
Abbiamo la testa vuota, o meglio, piena di fuffa!
Ignoranti e disabituati a pensare!
Oggi è toccato a te, Scoiattolo caro, verificare quanto poco osservi e sai del mondo che ti circonda, e quanto poco e male ti documenti. E, ancora, quanto tutta questa inconsapevolezza possa avere esiti fatali.
Mi viene da chiederti: ma che libri leggi? Quelli della buona notte, dove tutti si vogliono bene, dove tutti sono ben educati?
Ma la mamma non ti ha detto nulla? Oppure hai anche tu una di quelle mamme tanto in voga oggi che censurano la verità, per non spaventare e non turbare i loro piccolini? Ecco che cosa accade: incontri un coccodrillo e, stando a quanto ti è stato raccontato, tu sei certo che lui mangi banane...
Forse dovrei consigliarti altre letture, diverse da quelle che fai...
Hai mai avuto per le mani un libricino verde palude che si intitola Il signor coccodrillo (scritto grosso) ha molta fame (scritto più piccolo, ma altrettanto ben visibile)?2
È la storia di una fame che va spenta.
Joann Sfar che ne è l'autore è figlio della cultura ebraica, sefardita e askenazita al contempo, che lo fa essere tagliente e ironico, ma al contempo è anche un filosofo: la sua laurea è stata ottima palestra per il suo modo di leggere il mondo. Così il suo coccodrillo non mangia banane, ma pulcinotti, come la natura insegna. E s'incazza assai, il coccodrillo, quando scopre che da lui ci si aspetta bon ton, "mangiare la gente è cosa che non si fa!" e non istinto, "mi spiace signorina ma nella giungla mia madre mi ha insegnato a comportarmi così…". E ancora di più si arrabbia quando, in giro per un supermercato, vede fatti a fettine buoi, polli e maialetti. Questa grande ipocrisia lo manda fuori di testa, "L'unica differenza tra la mia giungla e il tuo negozio è che qui pagate qualcuno per uccidere gli animali al posto vostro...! Con i coccodrilli ci fate le borsette!"
E a tal proposito mi viene in mente un secondo libricino che con i coccodrilli, la loro natura e il denaro contante ha molto a che vedere.
Lingua che non si adagia, anche quella di Gustavo Roldán, quando scrive e illustra Il fiume dei coccodrilli. 3
Di nuovo uno scontro di civiltà: quella dei coccodrilli e quella degli uomini.
I primi nel loro fiume paludoso amano sostare, facendosi cullare dallo scorrere dell’acqua, riprodursi e allevare i piccoli; sono consapevoli che il fiume sia per loro il luogo naturale, il miglior posto dove stare. Meno consapevole è il signore dal vestito rosso che pretende di aver acquistato il medesimo fiume. Carta canta e il contratto sventola.
Secondo la legge dei coccodrilli, non varrà il denaro contante e sonante che il signore vestito di rosso ha sborsato per acquistarlo. Ancora una volta, mi preme dirtelo, varrà una legge superiore: quella di natura.
È la loro natura e non solo la loro...se ti guardi intorno troverai lupi che fanno i lupi e troverai cani che un tempo sono stati lupi.
Non basta indossare gli abiti eleganti o vezzosetti di una civilissima umanità, per dimenticarsi la natura primigenia.
Ah, quanta verità e quanta sapienza nel riconoscerla, da parte di quel bambino (e D.H. Lawrence che scrive dietro di lui) a proposito del cucciolo di Fox Terrier che sta allevando "era lacerato tra due impulsi l'impulso innato di cacciare e uccidere, e l'arcano, secondario, tardivo impulso di amare e obbedire." 4
Te l'ho mai detto che ai bambini, ai cuccioli d'uomo, proprio questo dovrebbe essere riconosciuto per statuto?
Di' a tua mamma di leggerti ogni tanto storie così, se vuole farti crescere consapevole...almeno quel che basta per non finire, ignaro, nella bocca di un coccodrillo...
Curati e sappimi dire
Formica
1I.
e D. Schubert, C'è un coccodrillo sotto il mio letto, Lemniscaat 2014
2J.
Sfar, Il signor coccodrillo ha molta fame (trad. F. Lazzarato),
Orecchio acerbo 2011
3G.
Roldán, Il fiume dei coccodrilli (trad. M. Corsi), La Nuova
Frontiera 2017
4D.H.
Lawrence, F. Negrin, Rex (trad. D. Abeni), Orecchio acerbo 2017
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