UNA TIGRE IN CUCINA
E UNA FOCA IN SALOTTO:
DUE STORIE DI JUDITH KERR
Classe
1923, nata a Berlino dove vive fino all'età di nove anni, Judith
Kerr fugge con la famiglia dal Nazismo e da Hitler. Oggi questa
adorabile signora naturalizzata britannica, sempre sorridente dietro
i suoi grandi occhialoni, è una delle più amate autrici di libri
per l'infanzia della Gran Bretagna e del mondo occidentale.
Ignorata
per anni in Italia, miracolosamente nel 2017 ben tre titoli del suo
catalogo sono sugli scaffali delle librerie.
Due
di questi, Una tigre all'ora del tè
e Una foca in salotto,
pur essendo molto diversi per formato e contenuto, hanno un filo
rosso che li tiene insieme e che si rivela illuminante per definire
la poetica di questa autrice.
Una
tigre all'ora del tè (Mondadori 2016) è un
picturebook assolutamente classico, per formato, per lunghezza e per
rapporto tra testo e immagine.
La
storia è quella di una visita inaspettata.
Una
tigre un giorno suona alla porta della casa di Sophie proprio mentre
lei sta bevendo un tè con la sua mamma in cucina. La tigre dichiara
subito la sua fame e quindi viene invitata a condividere tè e
biscotti. Per sfamare una tigre ci vuole ben altro: così in un
batter d'occhio nella casa sparisce ogni cibo. La tigre spazzola
tutto quello che c'è sul tavolo, poi attacca il frigo, la dispensa e
le pentole sui fornelli.
Finita ogni cosa, pensa sia giunto il
momento di levare l'incomodo, così senza colpo ferire, saluta e
riprende la porta e se ne va.
Al
ritorno del padre di Sophie gli viene raccontato l'accaduto e viene
presa la decisione di andare a cena fuori (Sophie in camicia da
notte).
Il giorno successivo bisogna fare una grande spesa per
rifornire frigo e dispensa e procurarsi anche del cibo da tigri nel
caso si la loro amica si ripresentasse alla porta...
Una
foca in salotto (Rizzoli 2017) è un racconto
di una novantina di pagine con qualche disegno a matita,
rigorosamente in bianco e nero, al suo interno.
La
storia è quella di un innamoramento inaspettato, anzi due.
Il
primo riguarda l'incontro di un vecchio pensionato in vacanza con un
cucciolo di foca che ha perso la mamma ed in pericolo di vita. Il
secondo è più tradizionale, ma non meno inaspettato, ed è tra il
suddetto pensionato e la sua vicina di casa: una anziana signora che
sa tante cose sugli animali (soprattutto sulle foche).
Il
signor Cleghorn ha appena dato via il suo negozio e ora ha molto
tempo per sé. Così decide di andare a trovare finalmente il cugino
e la sua famiglia che provano a invitarlo da un sacco di tempo.
L'incontro fatale con il cucciolo avviene durante una viaggio in
barca e dove ci si rende conto che il piccolo se non nutrito, morirà.
Il passo è breve anche se rivoluzionario: il pensionato di città si
prenderà cura del cucciolo fino al momento di portarlo allo zoo. Lo
nasconderà (dallo sguardo punitivo del portiere) sul balcone e lo
bagnerà ogni tanto, come si fa con le piante. Tanto è questione di
pochi giorni, o no?
Cosa
tiene insieme questi due piacevoli racconti? l'impensabile che
diventa realtà, l'imprevedibile che si trasforma in quotidiano.
Insomma
l'impossibile che si fa possibile.
Nel
primo caso dietro la porta di casa appare una tigre in carne e ossa
che ha voglia di farsi una teiera di tè; nel secondo come animale da
compagnia si sceglie una foca. Sebbene la storia della foca affondi
le sue radici in una struggente storia vera che Judith Kerr racconta
a fine libro, altrettanto non si può dire per la tigre in cucina.
Tuttavia entrambi i racconti sono attraversati dal medesimo modo
'sognante' di leggere la realtà, tipico dell'infanzia. Infatti alla
Kerr va conferito il merito di essere sempre capace di raccontare
storie come lo potrebbe fare un bambino, non accettando nessuna
limitazione data dalle leggi della logica e della opportunità. E
nonostante il continuo aggancio con l'assurdo, riesce a creare un
legame altrettanto forte con la realtà, quella che tutti sono in
grado riconoscere.
Mi
spiego: accanto a una tigre che svuota un frigo e una dispensa c'è
una mamma che si preoccupa di non avere da mangiare per cena e fa la
spesa. Accanto a un pensionato che ha avvolto il suo cucciolo di foca
in una coperta per trasferirlo nella vasca da bagno dove intende
allevarlo per un po', c'è sempre qualcuno, un portinaio, che veglia
sul divieto di introdurre animali nel palazzo...
La
giustapposizione di queste due letture della realtà, che forse hanno
anche a che fare con la storia tormentata della Kerr, è la cifra che
segna spesso i suoi racconti, rendendoli unici e di assoluta
bellezza. Un segno che va al di là di ogni moda rende le sue
illustrazioni senza tempo. La sua predilezione per storie di animali,
da una parte dipende dalla sua esperienza personale, dall'altra le
permette di prendere una certa distanza dal mondo reale e
convenzionale (degli adulti) per ispezionare quello un po'
immaginifico e selvatico (dei bambini).
Carla
Una
tigre all'ora del tè, Judith Kerr (trad. Augusto Macchetto)
Mondadori
2016
Una
foca in salotto, Judith Kerr (Trad. Bérénice Capatti)
Rizzoli
2017
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