SECONDA PROVA
Ho
letto, con colpevole ritardo, il secondo romanzo di Holly Goldberg
Sloan, Il mondo da quaggiù. Sicuramente influenzata
dall'ottima impressione ricevuta dal precedente romanzo, Il mondo fino a 7,
avevo grandi aspettative nei confronti di un'autrice che considero
fra le più interessanti, nel panorama contemporaneo.
Ma
ancora una volta si è affermata la regola della seconda prova:
ovvero un paragone con la precedente che mette in luce soprattutto i
limiti.
Ma
andiamo con ordine: Il mondo da quaggiù, tradotto da Loredana
Baldinucci per i tipi di Mondadori, racconta le vicende di Julia
durante un'estate speciale che la fa diventare davvero grande. Julia
è una ragazzina un po' bassa, ma lei non se ne fa un problema; il
suo vero problema è l'essere rimasta a casa mentre le amiche sono in
vacanza, proprio quando il suo adorato cane, Ramon, muore. E' un
lutto difficile da affrontare e forse per questo la mamma la iscrive
insieme al fratello ai provini di uno spettacolo teatrale,
organizzato dall'università. Dovrebbe recitare come comparsa, uno
dei Mastichini, ne 'Il Mago di Oz', messo in scena da un regista
affermato, sulla falsa riga del film interpretato da Judy Garland.
Julia
non sa ballare, né cantare, ma viene presa lo stesso; comincia per
lei un'avventura che le consente di conoscere il mondo del teatro;
conosce tanti altri bambini, scelti per lo stesso ruolo, ma anche
degli attori nani, dei veri professionisti, fra cui Olive, con cui
lega immediatamente. Lo spettacolo diventa il centro della sua vita e
la porta a fare conoscenza con la vicina di casa, la signora Chung,
che si scopre essere stata ballerina, costumista, scenografa.
Nonostante la sua età non giovanissima, viene coinvolta anche lei
nell'impresa. L'estate passa così, con le prove quotidiane e
l'inevitabile altalena di stati d'animo, esaltazione, entusiasmo e
delusioni. Il contatto con persone più grandi le fa capire con
maggiore chiarezza le motivazioni degli adulti e, soprattutto, quanto
sia importante la determinazione nel raggiungere i propri obiettivi.
Lo
stile della Holly Goldberg è, come nel romanzo precedente, leggero,
fluido, senza battute d'arresto, convincente nel raccontare la
normalità dal punto di vista di chi è un po' più in basso. Ma il
personaggio di Julia non ha la stessa forza, la stessa incisività di
Willow, la protagonista del Il mondo fino a 7; così, nello
stesso modo, il mondo descritto qui sembra avere l'atmosfera fatata
di una favola, confondendosi con i personaggi fantastici del Mago di
Oz. Tutti meravigliosamente onesti, al massimo combattuti nei
sentimenti nei confronti di questa o quella attrice. Tutti
rigorosamente dalla parte della protagonista, impegnata a rendere
memorabile quell'estate.
Non
basta la capacità di costruire un romanzo come un oliato meccanismo;
qui mi sembra manchi quel pizzico di realismo, di cattiveria,
necessari a dare una credibile rappresentazione della realtà. Questo
non significa che si tratti di un romanzo mediocre; semplicemente non
così incisivo come il precedente. Anzi, prevedo che avrà un
discreto successo, proprio per il messaggio rassicurante che dà.
Eleonora
“Il
monda da quaggiù”, H. Golberg Sloan, trad. di L. Baldinucci,
copertina di C. Bazzoni, Mondadori 2017
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