RODDY
DOYLE, IL GENIO
Lo
aspettavamo ed eccolo qui, il nuovo libro dei Ridarelli, magica
invenzione comica del maestro irlandese: I Ridarelli. Rover e il
Pupo Bello Grosso, pubblicato, ovviamente, da Salani.
L'ho
aperto con un certo timore, confermato dalle prime pagine, un po'
troppo piegate a recuperare lo schema narrativo del primo titolo, Il
Trattamento Ridarelli. Poi, la storia prende il volo, con un
ritmo vorticoso, tanto quanto la coda del giovane Messi, nipote di
Rover. E si susseguono a raffica situazioni assurde, interventi di
personaggi stravaganti, dai vecchi ben conosciuti crackers ai nuovi
arrivati, i fiocchi di cereali, fino al rocambolesco finale.
Due
parole sulla trama: Rover, il cane procacciatore della materia prima
con cui i Ridarelli puniscono gli adulti intemperanti, la cacca, è
invecchiato, ma sempre in gamba ed è affiancato dal nipote Messi,
dotato di una coda troppo grande che gli fa perdere l'equilibrio;
Messi è anche un cane ordinato e l'unica cosa che può smorzare i
suoi entusiasmi mentre scodinzola, rischiando di inciampare, è
pensare al grande disordine che regna sotto il cielo. I Ridarelli
svolgono, non visti, sempre lo stesso mestiere, di guardiani della
serenità infantile; quando inizia la storia hanno un bel da fare,
con tutti gli adulti scortesi o prepotenti nei confronti dei bambini.
Sono sempre loro, ma si è aggiunto un Ridarello piccolo piccolo
piccolo, dotato di un gran vocione. Chiamano, dunque, Rover, per
farsi fornire del giusto quantitativo di cacca fresca. Ma, proprio
mentre Rover si appresta a compiere il suo dovere, ecco che la Pupa
Bella Grossa, nipote dei coniugi Mack che noi già conosciamo, vola
dritto dentro un furgone bianco, o così sembra. Inizia un
rocambolesco inseguimento in cui tutti i personaggi umani che
conosciamo, i signori Mack e i figli, invecchiati o cresciuti, si
lanciano dietro al furgone, insieme a Rover e a Messi, che nel
frattempo non dimenticano di raccogliere cacche di tutte le forme e
misure. Sapevate che l'Europa tutta è attraversata dalle gallerie
dei conigli?. Beh, lo saprete leggendo questo libro. Intanto i
Ridarelli attendono e tutto sembra perduto, ma il finale riesce a
mettere tutti i tasselli al posto giusto, e chi deve essere punito lo
sarà.
Come al
solito, il testo pullula di personaggi stravaganti, vecchi e nuovi:
dai crackers chiacchieroni ai micidiali fiocchi di cereali, decisi a
conquistare il mondo, dalla verdura che vive in frigorifero al
gabbiano che compare sul finale. I titoli dei capitoli danno il loro
contributo alla conduzione anarchica e grottesca della narrazione.
Nonostante
questa storia, la quarta della serie dei Ridarelli, non possa godere
dell'effetto sorpresa, è comunque un esempio magistrale di comicità
tutta pensata ad altezza bambino. Il gusto di animare gli oggetti e
di farli entrare come presenza disturbante nella storia, l'andamento
non lineare, con digressioni su digressioni seguendo l'ispirazione
del momento; il rispetto per il pensiero bambino, cui si attribuisce
un modo autonomo di vedere il mondo; e infatti i bambini sanno che i
cani parlano, solo che poi se lo dimenticano crescendo. E il gusto di
immaginare che sì, c'è proprio qualcuno nascosto dietro i cespugli
pronto a colpire gli incauti genitori o insegnanti, troppo severi o
troppo distratti. Con la punizione più liberatoria che si possa
immaginare.
Consiglio
caldamente la lettura ad alta voce, sbizzarrendosi con le voci dei
diversi personaggi, tenendo presente che l'umorismo travolgente di
Roddy Doyle richiede lettori e lettrici
capaci di apprezzare l'ironia, il ribaltamento dei ruoli, il gusto
del grottesco.
Ci sono
solo due piccoli appunti: uno, del tutto sentimentale, riguarda le
illustrazioni, che in questo libro sono della brava Fabiana Bocchi;
ma io sono affezionata al Rover di Brian Ajhar, che non ha firmato
nemmeno l'edizione inglese. L'altra è l'incomprensibile traduzione
nel titolo di Big Fat Baby, in italiano al maschile nel titolo e al
femminile in tutto lo svolgimento del racconto, trattandosi di una
bella bambina cicciotella. Ma una revisione dei testi (e del titolo!)
non si può fare?
Eleonora
“I
Ridarelli. Rover e il Pupo Bello Grosso”, R. Doyle, ill. di F.
Bocchi, Salani 2017
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