UMANI,
MA SOLO IN PARTE
Viene
dalla Norvegia il romanzo proposto da Il Castoro, William Wenton e
il Ladro di Luridium. Si tratta di un romanzo, scritto con grande
mestiere da Bobbie Peers, di pura avventura, con un forte debito con
la fantascienza 'storica' , ma con chiari riferimenti anche ad Harry
Potter e al suo boccino d'oro.
Provo a
raccontare in breve la trama: abbiamo come protagonista un ragazzino
talentuoso, e il suo specifico talento consiste nel decifrare i
codici più ardui; William, questo è il suo nome, si trova al centro
di un complotto ordito da un oscuro personaggio. Costui è alla
ricerca di un metallo particolare, un metallo pensante, detto
luridium, comparso per la prima volta molti decenni prima, al tempo
dei primi scavi per la metropolitana di Londra.
Il
nonno del protagonista è coinvolto in questo complotto; ma il nonno
è scomparso molti anni prima, quando William e suo padre sono stati
vittime di un grave incidente. Da allora, la famiglia di questo
ragazzino prodigio vive sotto falso nome, fino al momento in cui
William è costretto a fuggire e a nascondersi nel centro di ricerca
fondato dal nonno. Qui, è almeno momentaneamente al riparo dalle
mira del potente, vecchissimo e cattivo Abraham. Questo centro è una
sorta di parco dei divertimenti della robotica applicata e pullula di
ibridi fra componenti cibernetiche e viventi. Ma qui, più che un
futuro prossimo inquietante e credibile, troviamo una carrellata di
piante carnivore meccaniche, di donne delle pulizie che si sdoppiano
per diventare autisti, di porte parlanti e così via, dando via
libera all'immaginario infantile sull'argomento. Nel continuo scambio
di ruoli dei personaggi principali, si susseguono i colpi di scena
fino al finale ambientato nelle gallerie della metropolitana
londinese, nei cui meandri si nascondono oscuri segreti, porte
misteriose che si aprono decifrando codici, vecchi carri armati e
sommergibili della seconda guerra mondiale.
Impossibile
dire di più della trama; importante sottolineare, però, quanto
questo romanzo, dal ritmo serrato che precipita il lettore verso il
finale, è un salutare libro di avventura, di azione ben congegnata,
di giusti colpi di scena, che solo al pubblico adulto possono
apparire un po' prevedibili.
Di
libri così, pensati per essere letti d'un fiato, c'è grande
richiesta ed un offerta, dall'altro lato, che si concentra sul
fantasy o sulle storie 'a tema'. E invece farsi le ossa,
metaforicamente, su testi come questo, funziona e funziona bene.
Trama e
personaggi sono coerenti con un lettore ancora non smaliziato dai
dieci anni in poi, che non credo coglierà i riferimenti
all'immaginario fantascientifico del secolo scorso, ma coglierà
facilmente quelli al personaggio più popolare nella letteratura
dedicata ai ragazzi di questi ultimi anni, Harry Potter. Non stupisce
il successo avuto all'estero, che speriamo si ripeta anche qui.
Eleonora
“William
Wenton e il Ladro di Luridium”, B. Peers, Il Castoro 2017
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