QUANDO TORNANO LE BALENE
La balena della
tempesta in inverno, Benji Davies
(trad. Anselmo Roveda)
Giralangolo EDT, 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Ma Nico non
aveva dimenticato la sua amica.
Ogni tanto credeva
di intravedere, in lontananza tra le onde,
la coda della
balena.
Ma era sempre
qualcos'altro."
La
situazione non è cambiata molto. A parte che sta sopraggiungendo
l'inverno: neve e ghiaccio fanno la loro comparsa, Nico continua a
vivere con il suo papà che fa il pescatore. Continua ad avere sei
gatti. Continua a soffrire di solitudine a cui ora si aggiunge la
malinconia per la partenza della sua amica balena, che, riconquistata
la libertà grazie a Nico e a suo padre, si è inabissata quella
notte. E mai più tornata.
A
Nico la sua compagnia avrebbe fatto molto piacere. Quel piccolino non
smette di sperare che lei ricompaia all'orizzonte, soprattutto adesso
che suo padre lo ha lasciato nuovamente con la sola compagnia dei
suoi sei gatti per fare un'ultima battuta di pesca prima che i
ghiacci sigillino le acque del mare.
Quel
giorno nevica tanto, nevica troppo. Questo va giù il sole Nico, alla
finestra in attesa del padre, non lo vede tornare e si preoccupa. Lo
va a cercare, ma tutto quel bianco intorno lo disorienta e il bambino
si perde. In lontananza, una sagoma grigia riaccende nel bambino la
speranza di trovare il suo papà. Quella sagoma è effettivamente il
peschereccio del padre, ma a bordo non c'è nessuno. Dov'è il papà
di Nico?
Le
balene grigie migrano in grandi gruppi al sud ogni anno per poi
tornare nelle acque fredde del nord a ogni primavera. Questo occorre
saperlo per gustarsi appieno questa seconda parte del racconto che
vede nuovamente Nico alle prese con la sua solitudine. Lo avevamo
lasciato bambino nel suo illudersi di tenere una balena in casa
all'insaputa del suo papà e lo ritroviamo che combatte contro la
paura che al padre sia capitato qualcosa di brutto. Sembra cresciuto,
e ora il senso di responsabilità gli pesa sulle spalle.
Continua
a essere un bambino che ispira nei lettori un forte senso di
tenerezza per la situazione in cui si trova. E dall'altra parte anche
il padre continua imperterrito a cercare di fare il mestiere del
pescatore per portare a casa quanto serve. I gatti continuano a fare
i gatti: testimoni silenziosi. La grande novità sta nel ritorno
inaspettato della balena, quella cucciola che si spiaggiò dopo la
tempesta, ora si riaffaccia, accompagnata dall'intero branco. E salva
la situazione. Quasi come a voler saldare un debito di riconoscenza.
I
secondi libri sono sempre sotto attenta osservazione, in particolare
da coloro che hanno molto amato i primi. Chi li legge è
inevitabilmente in cerca di conferme o smentite.
Infatti
non tutto, in questa seconda puntata, mi pare riconfermato.
Si
ritrova la cura per il contesto, il villaggio sul mare, i sei gatti
disseminati per la casa, la casa stessa e il pugno di personaggi che
la popolano.
Si
ritrova la capacità di dare spessore a un diffuso senso di
solitudine di questo bambino.
Si
ritrova un disegno felice con prospettive movimentate: il mare da
sott'acqua, per esempio.
Si
ritrova la luminosità di un inverno pieno di neve e il buio della
banchisa di una notte di perlustrazione.
Si
ritrova una certa coerenza con l'autentico comportamento di quegli
animali tra estate e inverno. Fatto di cui molto compiacersi.
E
cosa invece non trovo più?
Mi
pare manchino le cose non dette, ovvero quei silenzi della narrazione
che possono essere integrati dall'illustrazione in una relazione di
'muto scambio' tra parole e immagini. In questa seconda avventura
invernale del piccolo Nico le parole dicono molto, a volte troppo e
in tal modo diventano rassicuranti didascalie di ciò che lo sguardo
può cogliere.
Dov'è
il quid che fa del linguaggio dell'albo un qualcosa di unico?
Se
ripenso a quella pagina di La balena della tempesta in cui
Nico, messa la balena su un carretto giocattolo, cerca a fatica di
trascinarla verso di sé e il testo che accompagna questa scena si
limita a dire "'Devo fare presto!' pensò", o ancora la
pagina in cui la balena emerge di un soffio dalla vasca da bagno a
cui è appoggiato di schiena Nico nell'atto di chiacchierare con lei
con biscotti e tazzona di cioccolata a fianco e il testo recita:
"Nico fece di tutto per far sentire la balena a casa. Le
raccontò della vita sull'isola. La balena era un'ottima
ascoltatrice."
Ecco,
di pagine così ho avvertito la nostalgia.
Carla
Nessun commento:
Posta un commento