venerdì 20 ottobre 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


QUANDO TORNANO LE BALENE
 
La balena della tempesta in inverno, Benji Davies 
(trad. Anselmo Roveda)
Giralangolo EDT, 2017


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Ma Nico non aveva dimenticato la sua amica.
Ogni tanto credeva di intravedere, in lontananza tra le onde,
la coda della balena.
Ma era sempre qualcos'altro."

La situazione non è cambiata molto. A parte che sta sopraggiungendo l'inverno: neve e ghiaccio fanno la loro comparsa, Nico continua a vivere con il suo papà che fa il pescatore. Continua ad avere sei gatti. Continua a soffrire di solitudine a cui ora si aggiunge la malinconia per la partenza della sua amica balena, che, riconquistata la libertà grazie a Nico e a suo padre, si è inabissata quella notte. E mai più tornata.
A Nico la sua compagnia avrebbe fatto molto piacere. Quel piccolino non smette di sperare che lei ricompaia all'orizzonte, soprattutto adesso che suo padre lo ha lasciato nuovamente con la sola compagnia dei suoi sei gatti per fare un'ultima battuta di pesca prima che i ghiacci sigillino le acque del mare.


Quel giorno nevica tanto, nevica troppo. Questo va giù il sole Nico, alla finestra in attesa del padre, non lo vede tornare e si preoccupa. Lo va a cercare, ma tutto quel bianco intorno lo disorienta e il bambino si perde. In lontananza, una sagoma grigia riaccende nel bambino la speranza di trovare il suo papà. Quella sagoma è effettivamente il peschereccio del padre, ma a bordo non c'è nessuno. Dov'è il papà di Nico?

Le balene grigie migrano in grandi gruppi al sud ogni anno per poi tornare nelle acque fredde del nord a ogni primavera. Questo occorre saperlo per gustarsi appieno questa seconda parte del racconto che vede nuovamente Nico alle prese con la sua solitudine. Lo avevamo lasciato bambino nel suo illudersi di tenere una balena in casa all'insaputa del suo papà e lo ritroviamo che combatte contro la paura che al padre sia capitato qualcosa di brutto. Sembra cresciuto, e ora il senso di responsabilità gli pesa sulle spalle.


Continua a essere un bambino che ispira nei lettori un forte senso di tenerezza per la situazione in cui si trova. E dall'altra parte anche il padre continua imperterrito a cercare di fare il mestiere del pescatore per portare a casa quanto serve. I gatti continuano a fare i gatti: testimoni silenziosi. La grande novità sta nel ritorno inaspettato della balena, quella cucciola che si spiaggiò dopo la tempesta, ora si riaffaccia, accompagnata dall'intero branco. E salva la situazione. Quasi come a voler saldare un debito di riconoscenza.
I secondi libri sono sempre sotto attenta osservazione, in particolare da coloro che hanno molto amato i primi. Chi li legge è inevitabilmente in cerca di conferme o smentite.
Infatti non tutto, in questa seconda puntata, mi pare riconfermato.
Si ritrova la cura per il contesto, il villaggio sul mare, i sei gatti disseminati per la casa, la casa stessa e il pugno di personaggi che la popolano.
Si ritrova la capacità di dare spessore a un diffuso senso di solitudine di questo bambino.
Si ritrova un disegno felice con prospettive movimentate: il mare da sott'acqua, per esempio.


Si ritrova la luminosità di un inverno pieno di neve e il buio della banchisa di una notte di perlustrazione.
Si ritrova una certa coerenza con l'autentico comportamento di quegli animali tra estate e inverno. Fatto di cui molto compiacersi.
E cosa invece non trovo più?
Mi pare manchino le cose non dette, ovvero quei silenzi della narrazione che possono essere integrati dall'illustrazione in una relazione di 'muto scambio' tra parole e immagini. In questa seconda avventura invernale del piccolo Nico le parole dicono molto, a volte troppo e in tal modo diventano rassicuranti didascalie di ciò che lo sguardo può cogliere. 


Dov'è il quid che fa del linguaggio dell'albo un qualcosa di unico?
Se ripenso a quella pagina di La balena della tempesta in cui Nico, messa la balena su un carretto giocattolo, cerca a fatica di trascinarla verso di sé e il testo che accompagna questa scena si limita a dire "'Devo fare presto!' pensò", o ancora la pagina in cui la balena emerge di un soffio dalla vasca da bagno a cui è appoggiato di schiena Nico nell'atto di chiacchierare con lei con biscotti e tazzona di cioccolata a fianco e il testo recita: "Nico fece di tutto per far sentire la balena a casa. Le raccontò della vita sull'isola. La balena era un'ottima ascoltatrice."
Ecco, di pagine così ho avvertito la nostalgia.

Carla

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