LA MIGLIORE INFANZIA
Triangle,
Mac Barnett & Jon Klassen
Candlewick Press 2017
ILLUSTRATI
"This is
Triangle.
This is Triangle's
house.
This is Triangle in
his house.
And this is
Triangle's door."
Non credo di dover
tradurre. Triangle è un triangolo che vive in una casa, tra molte, a
triangolo. Ha un quadro alla parete con un triangolo ritratto, e la
porta della sua casa è a triangolo. Un giorno Triangolo esce di casa
per andare a fare uno scherzetto 'serpeggiante' a Quadrato. Per
raggiungerlo deve fare molta strada, un sentiero pericoloso, che
diventa via via misterioso: ai triangoli si succedono strane forme e
poi lentamente arrivano i quadrati.
A destinazione mette in atto il
suo piano: sibila fuori dalla porta in modo da spaventare a morte
Quadrato che teme sopra ogni cosa proprio i serpenti.
Lo scherzo riesce quasi
del tutto se Triangolo non scoppiasse a ridere sul più bello del
terzo sibilo. Quadrato non la prende bene e decide di vendicarsi, lo
insegue per tutta la strada all'indietro (dove l'ho già visto...)
fino ad arrivare alla casa dove però, la geometria non è
un'opinione, non riesce a passare, ah ti sei incartato, sogghigna
ancora Triangolo, ma il solo tappare quasi del tutto il varco, crea
un gran buio nella sua stanza. E lui odia il buio...gli fa paura!
Son pari?
I libri di Mac Barnett
e di Jon Klassen non sono mai fatti di poco. Eppure questo sembra una
storia così esile...La contrapposizione di Triangolo e Quadrato non
è la prima volta che la vediamo e il bosco da attraversare con la
successione delle forme non sembra il primo nel mondo delle storie.
Eppure eppure eppure se
si va poco sotto questa superficie ci sono un mucchio di cose
interessanti da scoprire. E non credo che sia pigrizia mentale dei
due autori il ricorso a un immaginario un po' trito, ma piuttosto una
dimostrazione che con elementi tutto sommato 'banali' si può
raccontare un mondo del tutto inaspettato.
Laddove il nitore delle
forme geometriche dei due protagonisti, la chiarezza paratattica
della storia, sembrano portare a un esito scontato ecco proprio sul
più bello, all'ultimo giro di pagina si rimane nella perplessità
assoluta con in mano una sola domanda, la cui risposta è nel
vento...
Ma a ben vedere tutto
il percorso che il lettore deve fare, dal primo momento che prende il
libro in mano fino all'ultimo giro di pagina, è intessuto di piccole
preziosità.
In primo luogo il
formato: in una storia piena di angoli, che sugli angoli
'impenetrabili' basa l'intero senso della narrazione, abbiamo tra le
mani un libro dagli spigoli inesistenti, come se fosse un libriccino
da bebè.
In secondo luogo la
pulizia assoluta del testo senza sbavature che si permette
addirittura un raffinato gioco di parole tra sneaky e sneake (quando
arriva in Italia, il traduttore avrà il suo bel pensare...)
In terzo luogo, e
questo lo si deve a quel genio di Klassen, il gioco di sguardi tra i
due personaggi fin troppo inespressivi sotto il profilo corporeo, ma
eloquentissimi con gli occhi. E a proposito di sguardi, vorrei
menzionare, tra le preziosità, la copertina, anch'essa da
aggiudicare a Klassen, totalmente muta ma molto enigmatica e quindi
promettente.
Quarta preziosità: un
gusto per le scelte cromatiche del tutto 'controcorrente': neri,
bruni, grigi - solo i risguardi di un verdolino chiaro.
Quinta preziosità:
quel che sa fare Klassen con il suo segno minimalista lo fa
altrettanto efficacemente Barnett con le parole: colpire in
profondità e diventare riconoscibile anche dalla luna.
Sesta preziosità,
forse la più importante: la capacità del testo di raccontare
pensieri e azioni di due piccoletti, così come li penserebbero e
agirebbero due piccoletti in carne e ossa. Il finale, che non vorrei
qui svelare, porta in sé tutto il candore della migliore infanzia.
Il desiderio di Barnett
& Klassen di tener agganciato fino all'ultimo secondo chi legge,
presumibilmente un piccoletto o una piccoletta anche questi, è un
modo corretto di utilizzare la letteratura, ma soprattutto un bel
sistema per tenere accese le menti.
Signore e signori,
ancora una volta questi due bravi ragazzi mi sono piaciuti.
Carla
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