LA BELLEZZA DELLA VITA VERA
Victoria sogna,
Timothée De Fombelle, Mariachiara Di Giorgio
(trad. Maria
Bastanzetti)
Terre di Mezzo, 2017
NARRATIVA PER MEDI (dai
9 anni)
"Voleva un
berretto di pelliccia, cavalli selvaggi, missioni in Siberia o nello
spazio, e per casa, una palafitta. Voleva che i suoi genitori fossero
ostaggio dei pigmei, impossibili da liberare. Sognava di avere un
cane che le arrivasse al mento, e che la proteggesse dai leoni venuti
a bere nel lago dove lei si sarebbe lavata una volta al mese, come
massimo."
A
Chaise-sur-le-Pont non passano i pigmei, non ci sono leoni in giro, e
niente palafitte. E gli alieni non vengono a rapirle la sorella
maggiore.
Eppure
fatti insoliti accadono anche lì e le consuete routine si incrinano:
dove vanno a finire certi libri che dall'Orizzonte, la mensola che
taglia in due le pareti della sua camera, scompaiono? E la pendola
che regola le abitudini della sua abitudinaria famiglia perché non è
più lì? E perché il piccolo Jo, che tanto piccolo non è,
nonostante sia il suo più caro e unico amico, la pedina nella notte
per chiederle notizie di tre Cheyenne?
Tutto
questo ha forse qualcosa a che fare con il vestito da cow boy che
ogni sera suo padre indossa?
Non
si può darle torto: il mistero si infittisce e l'avventura, a
volerla vivere, è dietro l'angolo.
Lettrice
infaticabile, Victoria cammina in perfetto equilibrio lungo la
sottile linea di confine tra la realtà e l'immaginazione. Ed è
proprio il suo fecondo immaginario che le riempie le giornate,
altrimenti noiose e fatte di abitudini familiari e di orari sempre
uguali. A scuola non va diversamente: nulla le sembra meritevole di
attenzione, a parte il piccolo Jo che, nonostante l'anno di
differenza, è già dietro i cancelli di un liceo. Sebbene abbia l'aspetto fragile del
Piccolo Principe, Jo è decisamente un fuoriclasse e gli anni
scolastici li salta come se saltasse a corda. Insostituibile amico,
sa starle vicino, anzi appiccicato, persino nel bagagliaio chiuso di
una macchina...
Victoria
non si disarma e, mentre la vita vera si rivela piuttosto complicata,
trova il coraggio di guardarla allo specchio, anzi, per meglio dire,
allo specchietto. Scopre così che, accanto alla forza dell'immaginazione c'è
la fragilità del mondo reale: se sono condivisi tuttavia, sogno e
realtà, possono essere belli entrambi.
Si
riconferma costruttore di impalcature robuste: dai libri di De
Fombelle non è possibile cadere.
Non
fa differenza che le pagine qui siano solo un centinaio - un'inezia
se comparate a Vango (I e II) o a Perle o a Tobia (I e II) - il
solido gioco di illusione funziona dal primo istante e tutti noi
scivoliamo in una trappola magnifica che ci fa vedere la realtà
attraverso una lente che la distorce quel tanto che è necessario per
rendere il risveglio ancora più stupefacente.
Siamo
un po' tutti come Victoria, nel nostro essere appassionati lettori,
come lei il nostro 'orizzonte' sono le storie, come lei ci siamo
costruiti un immaginario fatto di libri letti nel tempo e come lei
amiamo valicare la realtà.
In
assoluta complicità, come lei, ci illudiamo di vedere cow boys dove
non sono, e cheyenne in carne e ossa. E solo un attimo prima di lei
capiamo quello che veramente le sta girando intorno. Impossibile non
amarla, Victoria, siamo lettori empatici e per questo ci fermiamo ad
aspettarla per esserle accanto, con il piccolo Jo, nel momento in cui
il velo si squarcia anche per lei.
Intorno
a una struttura narrativa coerente e solida, si attaccano mille
piccoli dettagli che la rendono ancora più intrigante. Sottigliezze,
levigature nella restituzione dei personaggi: una madre che
arrossisce anche sulla nuca; un padre che non sa separarsi da una
coppa vinta al torneo di ping-pong del campeggio; una sorella
diciassettenne che, già vecchia dentro, si sta annoiando in campo
scuola. Tutto questo, insieme a brevi frasi, fatte scivolare con
noncuranza qui e là nel fluire dell'azione, attecchiscono nella
testa di noi lettori, dando spessore all'intera storia.
In
tal modo le pagine scorrono veloci e leggere verso un finale degno
del miglior De Fombelle.
Se
lui si muove in assoluto agio nella brevità di questa storia, i
disegni pieni di aria di Mariachiara Di Giorgio patiscono talvolta la
costrizione della pagina piena di testo.
Lei, come Victoria, non ama
i confini ma come lei però conosce il modo di prendere il largo e,
laddove le viene concesso, sconfina e immagina.
Carla
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