COME SE NULLA FOSSE
Else-Marie e i suoi
sette piccoli papà, Pija Lindenbaum
(trad. Luca Buldini)
Il Barbagianni Editore
2018
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"'Oggi non
posso venire a prenderti al doposcuola Else-Marie, devo lavorare fino
a tardi. Verranno i papà.' Come? Ma non sono mai venuti a prendermi!
E tutti gli altri bambini hanno un papà. Uno grande."
Else-Marie non ha un papà grande, in compenso ne ha sette piccoli
piccoli, poco più che bambolotti. Lei e sua madre vivono serenamente
contornate da questi ometti che hanno nomi diversi ma abbigliamento
conforme. E sono praticamente indistinguibili se non per piccoli
dettagli, come un puntino sull'orecchio. Sono uomini d'affari che
partono il lunedì mattina e a casa ritornano solo il giovedì sera
con qualche regalino per la loro amata figlia.
Rientrati dal lavoro, si rintanano dietro il grande paginone del
quotidiano; alle otto spediscono a letto la figlia, non prima di
averle letto una fiaba (mai arrivano in fondo, cadono addormentati
alle prime pagine). Tutto andrebbe per il meglio se non fosse che il
giorno dopo toccherà a loro andare a prendere la figlia a scuola.
Che diranno i compagni nel vederli? Cominceranno a giocarci e a
prenderla in giro? L'agitazione nel cuore di Else-Marie è a
mille...Non riesce a stare nelle righe quando scrive, disegna
salsicce con le gambe e anche con gli amici di gioco non ingrana.
L'unica cosa giusta da fare è farci un pisolino sopra ma al
risveglio i papà sono arrivati e tutto...è perfettamente normale.
Ecco. In questo libro di Pija Lindenbaum tutta la trepidazione si
dissolve come nebbia al sole: prima c'è e poi non più. Evviva il
nord Europa e il loro modo di raccontare il mondo.
Deutsche Jugendliteraturpreis nel 2012, Pija Lindenbaum, autrice
fondamentale nel panorama svedese e nordeuropeo, in Italia ha scarsa
fama. Illustratrice di un solo altro libro che circola da noi e da
amare sopra ogni cosa: Mirabell, di Astrid Lindgren, pubblicato
esattamente 10 anni fa da Motta Junior, quando era ancora
indipendente. Anche lì la storia ruotava su un fatto 'impossibile'
che però aveva i connotati dell'assoluta normalità.
Tecnicamente avere sette papà è possibile, ma averli tutti e sette
alti poco più di un birillo è piuttosto raro. Parrebbe che la
quantità di peso corporeo di un papà 'normale' sia stato suddiviso
in sette corpicini brulicanti. Il loro mestiere di papà tuttavia,
anche se ciascuno in quota parte, lo svolgono egregiamente. Lavorano
sodo, sono collaborativi a casa, si intendono di molte cose, sono
attenti, premurosi e affettuosi. A vederli in azione si ha sempre
l'impressione di correre lungo il sottile filo di confine tra il vero
e l'assurdo, in una equilibrata alternanza di smentite vicendevoli tra credibile e incredibile.
Se da principio si può pensare che i sette papà siano il frutto di
una fantasticheria di bambini, al comparire della madre, vero
baluardo di normalità in questo contesto improbabile, il lettore fa
un salto sulla sedia perché se da un lato lei è lì a dimostrare
che è tutto perfettamente a posto, dall'altro lei è la vera causa
di questa anomalia familiare. Dove li ha conosciuti? Come ha fatto a
innamorarsi di tutti e sette allo stesso modo? Come hanno fatto in
sette a produrre quella bambina? E via a immaginare.
La normalità rappresentata nella figura materna si corrobora anche
nel contesto scolastico dove Else-Marie teme succeda il peggio,
quando invece tutti si comportano come se nulla fosse. Ecco forse la
chiave di lettura è proprio qui: in quel 'nulla'. È istintiva per
me una predilezione per questo genere di storie, dove l'assurdo è il
pane quotidiano. In tal modo, ogni volta che il libro si chiude si
accendono mille domande per dare senso e soprattutto 'normalizzare'
ciò che forse senso non ne vuole avere e che alle convenzioni
risponde con una bella immersione collettiva. Assoluto godimento, già
notato con Mirabell, nella cura del contesto che accoglie la storia.
Le tavole sono punteggiate di mille particolari e dettagli che sono
un vero divertimento.
Ancora una volta la casa editrice Il Barbagianni sforna una 'bella
anomalia' rispetto alla consuetudine delle sue pubblicazioni.
Non
resta che gioirne.
Carla
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