mercoledì 6 giugno 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


UN ALBO DI FORMAZIONE

Un po' più lontano, Anaïs Vaugelade (trad. Tanguy Babled)
Babalibri 2018



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Il giorno dopo Lorenzo andò dritto al fiume. Sotto gli alberi era fresco e ombreggiato. La sua casa non si vedeva più. Allora Lorenzo decise: attraversò il fiume e partì. Voleva fare un viaggio."

Ogni giorno che passa, Lorenzo, un coniglio grigio dalle lunghe orecchie, si spinge un po' più in là. Prima lo steccato, poi il castagno. E ogni volta che la sera torna a casa, racconta alla sua mamma fin dove si è spinto. Lei sospira, mo ogni volta è la prima a suggerirgli di spingersi ancora oltre. Oggi è la volta del fiume. Sulle sue rive Lorenzo prende la decisione di proseguire il suo cammino, per fare un viaggio. Stasera non si torna a casa. Al calare del buio, arriva un po' di paura e di incertezza. Ma si va avanti. Quando la strada sotto le zampe è tanta arriva un po' di fatica. Ma si va avanti. Quando si profila il tramonto arriva un po' di solitudine. Ma si va avanti. 


Con il nuovo giorno arriva l'idea di fare una bella festa con tante lanterne e tanti amici. E mamma. Rivederla è bello, anche se un po' di struggimento chiude la gola. A festa finita, Lorenzo è di nuovo solo: ma all'orizzonte qualcuno sta dicendo, buonasera...

Il coniglio Lorenzo è lì che cresce. Le grandi orecchie e le grandi zampe che Anaïs Vaugelade gli disegna, invece di farlo sembrare più grande di quello che è, sono lì a dimostrare il suo essere acerbo e tenero. Un'allusione magari inconsapevole a tutte quelle crescite imprevedibili che hanno i cuccioli.
Chi non ha sorriso con tenerezza almeno una volta nella vita nel vedere le lunghe gambe da zanzarone di ragazzine undicenni, o i piedoni da plantigrado dei loro coetanei maschi?
E anche quella è gente che è lì che cresce.
Ancora una volta, dunque, le questioni che Vaugelade mette in scena tra animali, in questa occasione conigli, hanno carattere e valore ben più universali, radici antiche quanto il mondo e l'umanità.


Un vademecum di conclamato stampo nordeuropeo (infatti tutte le mamme italiane sono lì che si arrovellano nel voler vedere il dolore vero in mamma coniglio all'idea di lasciarlo andare) datato a più di vent'anni fa, per insegnare a mamme e figli come si fa a separarsi, senza per questo macerarsi nel dolore. Suggerisce idee, il vademecum, su come tagliare insieme alla corda, anche il cordone (quello ombelicale). E su quando lo si fa. E su perché lo si fa. 
Il dubbio che sorge è il seguente: a che serve raccontarlo a dei bambinetti di pochi anni? Piccoli e piccole che non si sognano neanche di attraversare fiumi e men che meno di non tornare a casa la sera.
Eppure, una storia così serve eccome. Anche con quel suo finale così ambiguamente amoroso.
La consapevolezza di sé, la sicurezza e quindi l'autonomia mettono radici fin da tempi non sospetti. A tre mesi un bambino sa già di essere qualcosa di diverso da sua madre e a tre anni ha già ben chiaro il proprio io. E spesso e volentieri lo impone con forza per misurare i propri confini e quelli del mondo che lo circonda. Bene fanno quei genitori che in quel momento ne prendono atto con serenità e soprattutto fermezza. Un po' come fa mamma coniglio per tutto il libro. 


Avere una mamma salda non può che essere un modello. È una bella mamma che offre sempre maggiore libertà di scelta al proprio piccolino. Sa esserci quando è il momento per lui di tornare e non esserci quando per lui è il momento di andare. Ha saputo dargli insegnamenti e strumenti atti a sapersela cavare in autonomia: quel bastoncino per lavarsi i denti parla chiaro. Sa di dover mantenere la giusta distanza anche quando sarebbe così facile riportarselo a casa...e invece agisce, nel rispetto, per valorizzare e consolidare le scelte fatte da Lorenzo in autonomia. Andarsene giù da quella collina e voltargli le spalle avvolte nello scialle, è l'unica cosa giusta da fare...
Anaïs Vaugelade, felicissima anche qui come in molti suoi altri bei libri, declina bene il linguaggio dell'albo e lo modula in modo trasversale parlando contemporaneamente a piccoli e grandi, dicendo loro cose diverse ma che hanno senso nell'essere insieme sulla stessa pagina.


Su un testo così forte, le immagini non potevano essere meglio concepite: potenti e sempre un po' sopra le righe. Colori fauve da Espressionismo tedesco per dare alla Natura la vitalità e la forza richieste e necessarie. Notti buissime, tramonti e albe mozzafiato con la linea dell'orizzonte sempre lì a portata di mano che separa le campiture di colore: gialli, verdi, rosa, rossi potenti in una alternanza ritmica di dentro-fuori scuro-chiaro che stanno a dimostrare una sequenza di emozioni con cui il piccolo Lorenzo sta facendo i conti. Quasi nessuna connotazione, ma solo infinite colline erbose. Da attraversare.



Carla

Noterella al margine. Quasi un fastidio fisico allo sguardo per cui non mi do pace: perché su tanta bellezza, quelle 'pezze a colori' su cui appoggia il testo? Accettabile solo quella della copertina. Sono giorni che vado cercando una risposta che mi pacifichi l'anima. Se qualcuno la sa, me la comunichi. E' urgente.

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