COME QUALMENTE...
Le avventure di Pantagruele, Maristella
Bellosta, Chiara Tronchin
Ortica Editrice 2018
NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)
"A parte il nome, ero come
tutti gli altri bambini del mondo: bevevo mangiavo e dormivo e
bevevo, dormivo bevevo e mangiavo. Mi rotolavo nel fango, mi sporcavo
la faccia, facevo pipì addosso, me la facevo sotto, mi soffiavo il
naso nelle maniche, scoppiettavo dal didietro, mi sbrodolavo
mangiando, facevo rutti a rombo di tuono, mi scaccolavo con impegno,
saltavo di palo in frasca....."
Una seconda cosa lo
distingue da tutti gli altri bambini: essendo figlio del Gigante
Gargantua, Pantagruele è gigantesco a sua volta. Per il resto, la
sua infanzia è quella normale di figlio di re. Seguendo
l'insegnamento di un vecchio maestro di suo padre, il monaco
Gianni, Pantagruele cresce pieno di curiosità. Ed è per questo che,
finite le scuole, decide di andare in giro per il mondo per un anno.
Come compagno ha Tokei (abbreviazione di Tutto ok e alter ego di Panurgo), povero in canna,
sudicio, ma altrettanto intraprendente e tagliente. Insieme esplorano il l'Isola
del Vento, attraversano le terra degli animali fantastici fino ad
arrivare al paese degli invisibili. E poi e poi e poi...paese delle
parole congelate. Sempre e inesorabilmente sulle orme del vero
Pantagruele, quello di Rabelais.
Libertariamente
tratto, così si legge nel colophon, da Gargantua e Pantagruele di
François Rabelais (in realtà principalmente dal secondo libro). Queste due circostanze, il libertariamente, e
Rabelais, hanno fatto sì che la curiosità si accendesse su un libro
difficile da trovare sugli scaffali delle librerie. Una passionaccia
per l'epopea fantastica in cinque volumi di questa schiatta di
giganti, esagerati in tutto, e dall'altra quell'avverbio che mi
riporta indietro di quarant'anni quando a militare tra libertari
c'ero anche io.
Scritto con un
certo garbo, questo libretto ha il pregio di restituire alcuni aromi
del grandissimo Rabelais cinquecentesco. Il primo dei quali è il
gusto per l'elencazione, per l'esagerazione in crescendo.
Maestro
incontrastato di un modo di fare satira che corre lungo il filo
dell'assurdo, Rabelais è stato capace di inserirsi nella tradizione
rinascimentale di Pulci e Folengo per quanto riguarda il tema, il
mondo di queste creature smisurate, ma nello stesso tempo di
distaccarsene per una ricerca più introspettiva dei suoi personaggi.
Attraverso il loro modo di leggere il mondo si arriva a concludere
che quella che sembra una 'semplice' epopea goliardica, nasconde una
velata (e neanche troppo, visto che il libro è stato messo
all'indice) critica alla società del tempo, in particolare a certi
modi di 'fare scuola'. Il maestro Gianni che si ritrova puntuale
anche in questa versione per bambini continua a costituire un nodo
importante, un vero e proprio perno intorno a quale tutto ruota.
Senza alcuna
velleità di confronto con l'originale, è ovvio, queste Avventure di
Pantagruel (peraltro non le prime se si tiene conto del libro I
giganti di Sofia Gallo del 1999) mantengono il gusto per
l'esagerazione e nel contempo per il gioco di parole, il guizzo
ironico e la vena 'assurda' di certi ragionamenti: tutte
caratteristiche rabelisiane che calzano alla perfezione in un libro
per ragazzini alle prime letture in autonomia.
Non c'è che da
gioirne, visto il panorama piuttosto povero di proposte di buon artigianato dell'editoria
italiana pensata per lettori e lettrici dei primi anni delle
elementari.
Un altro pregio di questo piccolo omaggio a Rabelais sta nell'aver contribuito
a riaccendere l'interesse su un libro, anzi cinque, Le avventure di
Gargantua e Pantagruele, che merita di essere letto e riletto mille
volte con la sicurezza di non annoiarsi mai.
Provare per
credere.
Carla
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