TROPPO BREVE
Troppo opposti,
Max Dalton
Il Castoro 2018
ILLUSTRATI
"Troppo caldo
troppo freddo. Troppo grande troppo piccolo. Troppo lungo troppo
corto. Troppo su troppo giù. Troppo tardi troppo presto. Troppo
lontano troppo vicino."
In
un libretto quadrato si avvicendano diciannove coppie di opposti.
Dov'è
la novità? Non sarà il primo e nemmeno l'ultimo dei libri da
mettere in mano ai più piccoli per farli giocare sulla relazione tra
due caratteri tra loro contrari.
Eppure.
Eppure qui c'è qualcosa in più. A partire dal titolo che, per una
volta almeno, in italiano sembra funzionare meglio che in inglese
dove l'assonanza interna si perde in Extreme Opposites.
Il
primo scatto verso l'alto questo libro lo fa in quel 'troppo' che
mette in allerta il lettore poco poco smaliziato. Come a dire che gli
opposti che si snocciolano pagina dopo pagina non sono affatto gli
opposti di sempre, ma portano in sé qualcosa di esagerato, di al di
sopra delle righe.
E
puntualmente accade.
Per
intenderci, il caldo non è quello di una stufa accesa o di un
solleone al mare, ma è il fuoco che un drago sputa contro il
cavaliere in fuga. E sebbene il libro non abbia narrazione, quel
'troppo caldo' scritto a lettere cubitali potrebbe benissimo essere
l'affermazione esasperata del suddetto cavaliere che, nel darsela a
gambe, rinuncia a far fuori il drago perché è davvero 'troppo
caldo'.
Lo
stesso si potrebbe dire per il corrispettivo opposto: il Babbo Natale
che, nel suo bagno al polo, sta tendando di ripulirsi e invece viene
sommerso da una gragnuola di cubetti di ghiaccio sputati dalla cipolla della
doccia.
Ed
ecco il secondo scatto del libro: il contesto.
Per
ciascuno di questi esagerati opposti Max Dalton attinge a un
repertorio di soggetti sofisticato, sottile e raffinato (la cui
bellezza si coglie soffermando il pensiero su ciò che l'occhio
vede), mai prevedibile e soprattutto senza scampo. Davvero non è
possibile immaginare il troppo piccolo, più piccolo di così o il
troppo giù, più in basso di così.
Diavoli per il troppo giù, la
cagnetta Laika per il troppo lontano, il troppo alto per il settimo
nano non nano, il troppo basso per il principe di Raperonzolo, il
troppo asciutto per l'arca, il troppo chiaro per Dracula. E così via
andare.
È
il terzo scatto deriva dalla vena di ironica crudeltà che attraversa
in lungo e in largo il libro: primo esempio quello del cane che si
tende al massimo ma non raggiunge l'osso perché la catena che lo
tiene legato alla cuccia è 'troppo corta'. Lo stesso vale per lo
sguardo interrogativo verso il lettore da parte del lottatore di sumo
che si trova davanti un avversario piuttosto mingherlino.
O
ancora il terrore negli occhi del paziente in sala operatoria quando
vede l'equipe chirurgica che consulta le tavole di anatomia perché
il suo intervento sembra davvero 'troppo difficile' per loro. Oppure
il pirata all'arrembaggio che titilla il veliero da assaltare con la
punta del piede perché la distanza che li separa è troppo larga...
Il
quarto scatto è, ovviamente, il tipo di segno e la composizione
della pagina. Oltre al bianco del fondo e al nero solo altri due
colori si alternano : il rosso mattone e il turchese. Da graphic
designer, Dalton sa che l'immediatezza è fondamentale e in questa prospettiva utilizza al meglio la relazione tra il disegno e il
testo. Quest'ultimo dialoga in modo serrato con il primo,
occupandolo (la mela gigante sulla testa del bambino contiene il
troppo facile), oppure assecondando il significato di cui è
portatore, troppo grasso e troppo magro, o diventa allusivo o entra
persino in gioco con il contesto. Ai silenziosi mimi è arrivato in
sorte un bambino urlante, 'troppo rumoroso'. E il povero sub...
Tutto
questo (e molto altro ancora) segna un evidente plus valore del
libro.
D'altronde
Max Dalton nel campo della comunicazione visiva è un fuoriclasse e
come tale concepisce tutta la sua produzione artistica, affidandosi a
quest'ottica così tanto originale.
Se
i libri con gli opposti sono attrezzi naturali di allenamento di
giovanissime menti, Troppo opposti
è una palestra intera in cui tanto i piccoli quanto i grandi possono
andare a farsi dei bei muscoli.
"Pedagogicamente
superiore" lo definisce il suo editore americano e il Wall
Street Journal preconizza ininterrotte letture per interminabili giornate e
nottate con divertimento diffuso per grandi e piccoli.
Da
crederci.
Carla
Noterella al margine. E' uno di quei libri che quando chiudi, pensi...troppo breve.
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