venerdì 23 novembre 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


SOMMERSI


Dopo ‘Il sogno del Nautilus’, ritorna David Almond come autore di albi illustrati, anche questa volta pubblicato da Orecchio Acerbo e, credo non casualmente, ritorna anche in ‘La diga’, uscito da poco, il tema dell’acqua che tutto sommerge e nasconde.
Dunque, in entrambi i casi si rappresenta un mondo sommerso: nel primo caso, un inquietante mondo futuro, dove le città, i monumenti creati dagli uomini si sono trasformati nello scenario incantato in cui si muovono le creature marine, ormai padrone del mondo. Qui, invece c’è un episodio concretissimo, la costruzione di una diga negli anni ‘80 nel Northumberland, regione del nord est dell’Inghilterra, ai confini con la Scozia.
Come sempre in questi casi, una parte del territorio è destinato a essere sommerso. Almond racconta di un uomo e di sua figlia che fanno un’ultima passeggiata nelle terre destinate a scomparire: prati, alberi e case. Soprattutto case, oramai abbandonate e lasciate al loro destino. Prima che l’acqua le nasconda allo sguardo, padre e figlia le visitano una dopo l’altra, lei suonando il violino, lui cantando e ballando. E’ un omaggio a chi è vissuto lì e ha cantato e ballato negli anni passati; un omaggio ad uno spicchio di mondo che rischia l’oblio. Per Almond opporsi all’oblio è tener viva la tradizione, la musica, lo stare insieme riconoscendosi uno nell’altra.


Quello che verrà dopo non è un paesaggio desolato, al contrario è un bel lago circondato da prati e altra vita è cresciuta nel nuovo ambiente. Non c’è dunque nemmeno l’accenno a una visione nostalgica rivolta al passato del mondo di prima; c’è piuttosto la volontà di mantenere viva una tradizione e di rendere omaggio a chi, nel tempo, gli ha dato corpo e voce. Niente a che vedere con la visione apocalittica de ‘Il sogno del Nautilus’; qui il rammarico per ciò che si è inevitabilmente perduto, e che viene rappresentato dalle case prima piene di vita e ora vuote, è compensato dalla consapevolezza che la memoria non scompare con gli edifici, ma resta viva nelle persone e nei loro ricordi.
Levi Pinfold, autore di ‘Cane nero’ e di ‘La stagione dei frutti magici’, si riconferma illustratore validissimo, capace contemporaneamente di realismo e di trasfigurazione. Qui sceglie di seguire la storia mantenendo una tonalità costante, una gamma cromatica limitata che va dal bruno all’ocra, con pochi inserti di un verde pallido e di un azzurro del cielo che solo alla fine si illumina. Si va da grandi tavole a pagine in cui si sommano piccoli ritratti, che riportano alla luce vite disperse, persone che lì hanno abitato e che non ci sono più. Dettagli, immagini come enumerazioni di cose, animali, alberi che verranno ricoperti dall’acqua, una sorta di catalogo della memoria, mentre le immagini a tutto campo rappresentano il presente, la vita vissuta ora, la sua proiezione nel futuro.


Sicuramente privo dei toni poco rassicuranti dell’albo precedente, ‘La diga’ è una piccola storia di un posto lontano, ma è anche un discorso sulla memoria, sui cambiamenti che costringono a cesure radicali, sulle tradizioni e sulla musica, come espressione autentica di una comunità.
E’ una lettura a più livelli, che apre molti discorsi e che consiglio a partire dai sette anni.


Eleonora

“La diga”, D. Almond e L. Pinfold, Orecchio Acerbo 2018



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