MIGRANDO
Un viaggio
diverso, Daniel H. Chambers, Federico Delicado
(trad. Elena Cannelli)
Kalandraka 2018
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 6 anni)
"Si misero in
viaggio, ma cominciò a piovere e dovettero cercare rifugio.
Piovve per molti
giorni, e mentre le oche aspettavano al riparo, gli umani ripresero
il cammino, anche se sprofondavano nel fango."
È
in questo momento che le loro rotte si incrociano. Le oche hanno il
freddo alle spalle e stanno migrando verso sud, come ogni autunno.
Gli umani hanno la guerra alle spalle e stanno andando verso nord.
Due viaggi lunghi e pericolosi che hanno diverse cose che li tengono
assieme. La prima è data dall'impellenza di partire. La seconda è
la paura dei piccoli, da una parte la giovane oca alla sua prima
esperienza di un volo così impegnativo, dall'altra i bambini che non
vogliono lasciare la loro casa, i loro giocattoli e i loro amici.
La
terza è data dal muoversi in gruppo. La quarta sta nella fatica. La
quinta sono i pericoli in agguato. La sesta, il mare da attraversare.
Ma
le due migrazioni per altrettante ragioni le si possono considerare
inverse. Opposta è la direzione, opposte sono le tecniche di
movimento: Magari poter avere le ali!
Opposto il finale. Le oche hanno davanti ai loro occhi l'orizzonte
sconfinato; quello degli uomini, di orizzonte, è sbarrato da filo
spinato.
Per
raccontare la realtà si possono scegliere due percorsi. Si può
scegliere la metafora, il simbolo, oppure si possono inanellare i
fatti così come sono. Chambers ha preso la terza via, ovvero
racconta due realtà e le mette a confronto. Dalla loro relazione
reciproca, da quel continuo richiamo dell'una nell'altra riesce a
valicare la realtà stessa, conferendo ai termini della questione un
valore universale e quindi simbolico.
Ed
è proprio nel confronto tra il viaggio degli uccelli e quello delle
persone che il lettore fa, pagina dopo pagina, che il dramma della
fuga prende ancora più consistenza.
Senza
valicare quasi mai il confine della retorica, Chambers si aggrappa
alla realtà delle cose con caparbietà e non si prende nessuno
spazio per una propria interpretazione. Il suo scopo è raccontare
con l'obiettività dell'osservatore esterno: mantiene in questo suo
modo di procedere la necessaria lucidità per non cadere nella
trappola della retorica che, visto l'argomento, è sempre in agguato.
A
parte un paio di debolezze - Ma esiste un paese dove non ci
sia la guerra? Queste sono le acque dove è nata la civiltà
- il resto dei testi dimostra sufficiente rigore.
Qual
è l'intento di un libro concepito così? Per prima cosa quello di
suggerire a chi lo legge l'esercizio del confronto e della
riflessione, ovvero quello di non offrire una soluzione scontata, ma
al contrario di generare domande, aprire questioni sul significato
del migrare.
Il
secondo obiettivo sembra proprio quello di non voler smussare gli
angoli e le contraddizioni che noi occidentali viviamo nei confronti
di chi sta scappando per necessità.
I
fatti sono lì a raccontare se stessi.
Non
c'è molto altro ed è un bene che sia così.
Resta
da augurarsi che insegnanti o genitori rispettino tanta obiettività
di visione e non ci mettano troppo del loro per dare una interpretazione a tutto questo.
Lasciate che i bambini traggano le loro conclusioni. Solo così si costruiranno una coscienza.
Nonostante una citazione degli 'stecchi' di Shaun Tan, il bravo Federico Delicado qui è distante
dalle sue belle tavole 'surrealiste'. In
questa circostanza si è imposto il realismo nelle immagini, sebbene
non tutte siano allo stesso livello di compiutezza e qualità.
Abbandona
anche la sua consueta paletta cromatica, accesa e vivace, per
privilegiare una scelta di pochi colori, dai toni spenti.
Scelte
del genere contribuisco a indirizzare verso una lettura simbolica
della difficoltà e della fatica che la migrazione, il viaggio verso l'ignoto,
porta con sé.
La
tavola finale, se non interpreto male, è un grido forte, un
j'accuse, che
attraversa la Storia, andando al di là della storia raccontata, per
comprendere invece tutta quell'umanità che dietro a un filo spinato
si è annullata.
Bravo.
Carla
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