venerdì 14 dicembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


MIGRANDO
 
Un viaggio diverso, Daniel H. Chambers, Federico Delicado
(trad. Elena Cannelli)
Kalandraka 2018


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 6 anni)

"Si misero in viaggio, ma cominciò a piovere e dovettero cercare rifugio.
Piovve per molti giorni, e mentre le oche aspettavano al riparo, gli umani ripresero il cammino, anche se sprofondavano nel fango."


È in questo momento che le loro rotte si incrociano. Le oche hanno il freddo alle spalle e stanno migrando verso sud, come ogni autunno. Gli umani hanno la guerra alle spalle e stanno andando verso nord. Due viaggi lunghi e pericolosi che hanno diverse cose che li tengono assieme. La prima è data dall'impellenza di partire. La seconda è la paura dei piccoli, da una parte la giovane oca alla sua prima esperienza di un volo così impegnativo, dall'altra i bambini che non vogliono lasciare la loro casa, i loro giocattoli e i loro amici.


La terza è data dal muoversi in gruppo. La quarta sta nella fatica. La quinta sono i pericoli in agguato. La sesta, il mare da attraversare.
Ma le due migrazioni per altrettante ragioni le si possono considerare inverse. Opposta è la direzione, opposte sono le tecniche di movimento: Magari poter avere le ali! Opposto il finale. Le oche hanno davanti ai loro occhi l'orizzonte sconfinato; quello degli uomini, di orizzonte, è sbarrato da filo spinato.

Per raccontare la realtà si possono scegliere due percorsi. Si può scegliere la metafora, il simbolo, oppure si possono inanellare i fatti così come sono. Chambers ha preso la terza via, ovvero racconta due realtà e le mette a confronto. Dalla loro relazione reciproca, da quel continuo richiamo dell'una nell'altra riesce a valicare la realtà stessa, conferendo ai termini della questione un valore universale e quindi simbolico.
Ed è proprio nel confronto tra il viaggio degli uccelli e quello delle persone che il lettore fa, pagina dopo pagina, che il dramma della fuga prende ancora più consistenza. 


Senza valicare quasi mai il confine della retorica, Chambers si aggrappa alla realtà delle cose con caparbietà e non si prende nessuno spazio per una propria interpretazione. Il suo scopo è raccontare con l'obiettività dell'osservatore esterno: mantiene in questo suo modo di procedere la necessaria lucidità per non cadere nella trappola della retorica che, visto l'argomento, è sempre in agguato.
A parte un paio di debolezze - Ma esiste un paese dove non ci sia la guerra? Queste sono le acque dove è nata la civiltà - il resto dei testi dimostra sufficiente rigore. 

 
Qual è l'intento di un libro concepito così? Per prima cosa quello di suggerire a chi lo legge l'esercizio del confronto e della riflessione, ovvero quello di non offrire una soluzione scontata, ma al contrario di generare domande, aprire questioni sul significato del migrare.
Il secondo obiettivo sembra proprio quello di non voler smussare gli angoli e le contraddizioni che noi occidentali viviamo nei confronti di chi sta scappando per necessità.
I fatti sono lì a raccontare se stessi.
Non c'è molto altro ed è un bene che sia così.
Resta da augurarsi che insegnanti o genitori rispettino tanta obiettività di visione e non ci mettano troppo del loro per dare una interpretazione a tutto questo.
Lasciate che i bambini traggano le loro conclusioni. Solo così si costruiranno una coscienza. 


Nonostante una citazione degli 'stecchi' di Shaun Tan, il bravo Federico Delicado qui è distante dalle sue belle tavole 'surrealiste'. In questa circostanza si è imposto il realismo nelle immagini, sebbene non tutte siano allo stesso livello di compiutezza e qualità.
Abbandona anche la sua consueta paletta cromatica, accesa e vivace, per privilegiare una scelta di pochi colori, dai toni spenti.
Scelte del genere contribuisco a indirizzare verso una lettura simbolica della difficoltà e della fatica che la migrazione, il viaggio verso l'ignoto, porta con sé.
La tavola finale, se non interpreto male, è un grido forte, un j'accuse, che attraversa la Storia, andando al di là della storia raccontata, per comprendere invece tutta quell'umanità che dietro a un filo spinato si è annullata. 
Bravo.

Carla

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