Il nonno bugiardo, Alki Zei, Andrea Antinori (trad. Tiziana Cavasino)
"Che il nonno
fosse un gran bugiardo, lo sapeva. Come il Barone di Münchhausen. Il
Barone era diventato famoso in tutto il mondo per le sue fandonie. Il
nonno tuttavia non era barone e mai sarebbe diventato celebre fino ai
confini della terra per le sue menzogne. La cosa veramente strana era
che, spesso, le storie che il nonno inventava si rivelavano vere, e
così Andonis era costretto a credergli."
Bugiardo
non tanto, di certo ritardatario. Il nonno di Andonis è attore di
teatro e ha il racconto nel sangue. Si fa sempre aspettare, suona tre
volte al campanello e non è mai disponibile prima delle 5 del
pomeriggio. Vive da solo, ma conosce un mucchio di gente, soprattutto
ragazzi e ragazze cui gratuitamente insegna l'arte drammatica. Al suo
pubblico più affezionato - il nipote e Lara la domestica russa-
racconta storie bellissime e spesso commoventi quanto improbabili. Ha
girato in lungo e in largo e ancora adesso, con il nipote al seguito,
viaggia sulle tracce dei suoi ricordi. E, come per incanto, tutto
quello che agli occhi del bambino sembrava impossibile diventa reale
negli incontri con i vecchi amici e nei luoghi che lo hanno visto
giovane.
Un
nonno così non passa inosservato e al piccolo Andonis non resta
molto tempo per annoiarsi se è in sua compagnia. La sua vita passata
è sempre viva nelle narrazioni che lui fa e che il nipote si 'beve'
come se stesse leggendo un romanzo di avventura. Sullo sfondo della
guerra civile greca, della dittatura dei colonnelli, del Maggio
francese, il nonno racconta e racconta e ancora racconta la sua vita
senza mai perdere di vista il senso e soprattutto il gusto per averla
vissuta.Per voce di bambino, il racconto di un'esistenza piena. Con colpo di teatro finale ed epilogo teneramente malinconico.
I
grandi protagonisti in questo libro sono tre: un nonno (uno zio), un
nipote (un nipote), la Storia.
Quest'ultima
non si limita a fare da sfondo alla storia di Andonis e della sua
famiglia e non si può non notarla. Viene avanti, sul proscenio, per
conferire spessore alle situazioni, ai contesti, ai personaggi. La
appassionata affermazione di libertà del nonno, il suo credo di
uguaglianza radicano in un'epoca e in una temperie culturale ben
precisa. E la biografia di Alki Zei ci conferma che dietro a quel
nonno 'libertario' c'è l'impegno e la testimonianza personale di
un'autrice per ragazzi, la più conosciuta e amata in Grecia, che ha
come missione quella di condividere con i più giovani la memoria
collettiva del passato, i principi fondamentali della democrazia e
della libertà. E se l'intento di Alki Zei è lodevole lo è
altrettanto quello dell'editore che decide di sposare la causa e
quindi di diffondere testi del genere, tutto sommato insoliti per il
mercato italiano, che dimostrano di avere respiro e orizzonti ampi,
che vanno al di là del mare e delle montagne.Attraverso la narrazione della vita del nonno fatta essenzialmente di fatti, vengono in superficie questioni più generali su cui ragionare: poterlo fare con nelle mani una 'mappa' storica con cui orientarsi, può essere utile e fare la differenza.
Attraverso la Storia agiscono nonno e nipote, circondati da un buon gruppo di 'non protagonisti' felicemente caratterizzati. A guardare la relazione reciproca tra Andonis e Marios, fatta in sostanza di molto affetto (ma anche devozione, emulazione, fiducia ecc.), emerge ancora una volta la bellezza che si genera tra nonni e nipoti, quando i nonni sono di questo tipo, ovvero oneste canaglie, che si sentono giustamente libere dal vincolo e dal peso della responsabilità educativa e si permettono la schiettezza e la parità nel dialogo con i nipoti.
Di rado i genitori possono godere di questo status, che è invece peculiare di nonni e zii, i veri 'ladri di bambini' (come li definì Faeti in un suo saggio tanti anni fa).
La letteratura ne è piena. Ma per alcuni bambini e bambine, più fortunati di altri, nonni e nonne (zii e zie) così sono esistiti veramente.
In ogni famiglia dovrebbe essercene uno. Nella mia c'è stato. Fiero di esserlo, fino all'ultimo respiro.
Carla
Noterella al margine: Antinori con meno guizzi del solito e un paio di soluzioni compositive prese in prestito.
Nessun commento:
Posta un commento