MENTIRE CON ONESTÀ
BILLY TWITTERS and his BLUE WHALE
PROBLEM,
Mac Barnett, Adam Rex
Disney * Hyperion 2009
ILLUSTRATI
"Mom says: '...Billy Twitters,
clean up your room, or we're buying you a blue whale.'
She says: 'Billy, brush your teeth.
Billy finish your baked peas... or we're buying you a blue whale.'
But I'm not worried. I know a thing
or two about blue whales. I mean, they're the biggest animals in the
world, ever. It's not like you can just have one delivered to your
house overnight."
Mai fidarsi delle
apparenze e sempre credere alle madri. La balena arriva overnight, consegnata
da FedUp e per Billy nulla è più come prima.
La balena che blocca
la porta di casa sua gli appartiene ed è sua responsabilità tenerla
sempre con sé e accudirla. Billy, come può, la trascina con la sua
bici su per le salite di San Francisco, la porta in classe per la
gioia del suo maestro che ne parla diffusamente, invece di proiettare
il promesso film western. I suoi compagni lo trovano un animale da
compagnia insolito che certamente non semplifica i rapporti tra loro. Con
la balena al seguito, gli è preclusa la festa a casa di Alexis e,
come se non bastasse, la sua presenza alimenta un bel po' di polemiche su
che cosa sia in grado o meno di fare se messa a confronto con un
dinosauro.
Ma i guai per
Billy non sono finiti: a casa lo aspetta il Manuale del padrone di
Balenottera azzurra in cui sono riportate con dovizia di dettagli le
istruzioni per lavarla e per nutrirla.
Alla fine della
giornata Billy è stremato e mentre è lì che butta secchi di acqua
di mare e krill nella grande bocca del cetaceo, gli balena (ops) una
meravigliosa idea...In fondo (ops), è sotto i suoi occhi la
soluzione per sfuggire ai problemi provocati da una balenottera
azzurra...
Questo è il primo
libro che Mac Barnett ha scritto ed è già un manifesto di quello
che è il suo modo di concepire le storie che racconta.
E, mi si permetta
di aggiungere, di quello che dovrebbe essere per molti il modo
preferibile per farlo.
Le sue idee sono
molto chiare, fin da subito.
Metterle in
sequenza può essere illuminante non solo per capire come lavora
questo autore, ma per usarle come canone.
O quanto meno per
utilizzarle come criterio di valutazione.
Si può partire da
una constatazione di carattere più generale che riguarda l'arte e
che può essere declinata anche nei confronti dell'arte dello
scrivere.
L'arte, e quindi
anche il concepire e raccontare storie, ha molto a che fare con la
menzogna e anche molto con la verità.
Nessuno
può opinare.
Picasso sosteneva, è
lo stesso Barnett a ricordarlo: 'Sappiamo tutti che l'arte non è
verità. Ma l'arte è una bugia che ci fa capire la verità, o almeno
la verità che ci è concesso capire. L'artista deve conoscere il
modo in cui convincere gli altri alla veridicità delle sue bugie.'
In sostanza l'arte
è portatrice di menzogna ma anche di verità perché chi gli si pone
davanti sa di vedere in essa una finzione, ma sa anche che a quella
finzione crederà. Si potrebbe definire tale posizione, con le parole
di Coleridge: fede poetica o sospensione temporanea dell' incredulità.
Tutti la
esercitiamo, ma è l'infanzia che più di qualsiasi altra categoria
umana la padroneggia.
Per questo motivo
Mac Barnett decide che è l'infanzia quella a cui vuole rivolgersi.
Mentire ai bambini
diventa il suo mestiere; raccontare bugie, honest lies!
La sua
consapevolezza, la sua lucidità nel dichiararlo (a sentirlo, non
parrebbe nel solco del politically correct) è segno di chiarezza di
intenti, di onestà intellettuale e di un bel po' di coraggio. Doti
che gli vanno riconosciute.
La seconda grande
questione sta nelle modalità. Barnett, sono ancora sue le parole,
preferisce farlo facendo irrompere la finzione, o se si preferisce la
meraviglia, o altrimenti la bugia, nella realtà, ovvero nella verità.
Ed ecco che la
madre esasperata di un bambino disordinato gli promette più volte
una balena. Nella verosimiglianza di un appartamento di San
Francisco, recapitata da un corriere altrettanto verosimile arriva la
bugia: una balena. La meraviglia dilaga e travolge, nel vero senso
della parola, la realtà di una strada di quella città, di una
classe di bambini autentici che come tali si comportano e si
rapportano nei confronti della finzione, rappresentata dal cetaceo tra
i banchi.
Come se questo non
fosse bastante, Mac Barnett rilancia come un vero gambler. Nel corso del libro, della
balenottera azzurra dà informazioni assolutamente fededegne, come
pure dei dinosauri che sono oggetto di discussione in classe. In tal
modo a quei bambini che stavano per dirgli 'ma non la sparare così
grossa', lui replica 'ma io non sto scherzando'.
E, come per incanto, il lettore c'è, felicemente, ancora una volta dentro fino al collo.
Carla
Noterella al
margine. Del colpo finale che Mac Barnett proprio in questo libro
sferra ai suoi giovani lettori, non parlo qui, ma tutti sanno che è uno dei cardini
dei miei corsi di formazione.
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