venerdì 1 marzo 2019

FAMMI UNA DOMANDA!


IL MANUALE DELL’AVVENTURA


Non è raro trovarsi di fronte a libri ‘trasversali’ che attraversano i generi, reinterpretandoli: questo è il caso di ‘Il libro delle avventure perdute. I taccuini ritrovati di un ignoto avventuriero’, pubblicato da L’Ippocampo: un po’ di narrazione, brani di avventure vere o verosimili, alternate a un consistente apparato di spiegazioni sul come e sul dove provare a viverle.
Si parte dal ritrovamento, da parte del naturalista ed esploratore Teddy Keen, durante un suo viaggio nel cuore dell’Amazzonia, di una scatola di latta contenente i taccuini di un esploratore sconosciuto.
Questi taccuini, riprodotti in facsimile, descrivono numerose avventure, alcune dietro l’angolo di casa, altre nei luoghi più nascosti del pianeta: l’essere attaccati da una iena nel cuore della notte, o sfuggire per un pelo dall’assalto di coccodrilli, vedersi cadere addosso un grosso ragno peloso e mille altre avventure. Nello stesso tempo, questo autore sconosciuto e il suo emulo contemporaneo forniscono un dettagliato manuale di organizzazione di viaggi ‘into the wild’ e di sopravvivenza. Descrive con cura l’equipaggiamento necessario nelle diverse situazioni, insegna a costruirsi ripari di fortuna così come raffinate case sugli alberi, canoe, zattere, e ogni mezzo di trasporto possibile; insegna a prepararsi da mangiare con quel che c’è, a fare la cacca, dove e come, a organizzare spedizioni notturne.


Tutto può essere avventura: accamparsi in giardino, studiandone la sorprendente vita notturna; andare a pesca per mare armati di una fiocina fai-da-te; esplorare un bosco, guardando bene di non attirare troppo l’attenzione di orsi e di lupi. E poi escursioni ai poli, nella foresta amazzonica, nella savana africana. Ma queste, realisticamente, sono avventure difficili da vivere, per le giovani lettrici e i giovani lettori che immaginiamo avere dai dieci anni in su.
Non è certo un noioso manuale di sopravvivenza: il testo è accompagnato e si sovrappone a moltissimi disegni, colorati a matita, schizzi, spiegazioni precise di dettagli tecnici.
E’ un libro ricchissimo e originale che a me ha ricordato in particolare il fortunato ‘Là fuori’, anche quello intelligente mix di narrazione e divulgazione, con tanti suggerimenti pratici di ciò che si può fare e vedere all’aperto; e, sul piano più strettamente stilistico, i libri di William Grill, per il gusto per il dettaglio nella descrizione degli oggetti, per la passione per gli elenchi, per l’uso così felice dei colori pastosi e brillanti.


L’idea guida di questo libro, raccogliere le indicazioni pratiche e le descrizioni di viaggio di un misterioso esploratore, rende la lettura affascinante, soprattutto agli occhi dei più giovani, come se fosse una sorta di manuale di sopravvivenza avvolto nel fascino del mistero. E’ un libro da prendere sul serio e per chi si volesse cimentare in qualche avventura, è indicata la necessaria presenza di un adulto, per di più con una qualche esperienza in fatto di escursioni. Ma intanto, prima di cominciare a sperimentare, nulla vieta di sognare.

Eleonora

“Il libro delle avventure perdute. I taccuini ritrovati di un ignoto avventuriero”, L’Ippocampo 2019


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