IL MANUALE DELL’AVVENTURA
Non è raro trovarsi di fronte a libri
‘trasversali’ che attraversano i generi, reinterpretandoli:
questo è il caso di ‘Il libro delle avventure perdute. I taccuini
ritrovati di un ignoto avventuriero’, pubblicato da L’Ippocampo:
un po’ di narrazione, brani di avventure vere o verosimili,
alternate a un consistente apparato di spiegazioni sul come e sul
dove provare a viverle.
Si parte dal ritrovamento, da parte del
naturalista ed esploratore Teddy Keen, durante un suo viaggio nel
cuore dell’Amazzonia, di una scatola di latta contenente i taccuini
di un esploratore sconosciuto.
Questi taccuini, riprodotti in
facsimile, descrivono numerose avventure, alcune dietro l’angolo di
casa, altre nei luoghi più nascosti del pianeta: l’essere
attaccati da una iena nel cuore della notte, o sfuggire per un pelo
dall’assalto di coccodrilli, vedersi cadere addosso un grosso ragno
peloso e mille altre avventure. Nello stesso tempo, questo autore
sconosciuto e il suo emulo contemporaneo forniscono un dettagliato
manuale di organizzazione di viaggi ‘into the wild’ e di
sopravvivenza. Descrive con cura l’equipaggiamento necessario nelle
diverse situazioni, insegna a costruirsi ripari di fortuna così come
raffinate case sugli alberi, canoe, zattere, e ogni mezzo di
trasporto possibile; insegna a prepararsi da mangiare con quel che
c’è, a fare la cacca, dove e come, a organizzare spedizioni
notturne.
Tutto può essere avventura: accamparsi
in giardino, studiandone la sorprendente vita notturna; andare a
pesca per mare armati di una fiocina fai-da-te; esplorare un bosco,
guardando bene di non attirare troppo l’attenzione di orsi e di
lupi. E poi escursioni ai poli, nella foresta amazzonica, nella
savana africana. Ma queste, realisticamente, sono avventure difficili
da vivere, per le giovani lettrici e i giovani lettori che
immaginiamo avere dai dieci anni in su.
Non è certo un noioso manuale di
sopravvivenza: il testo è accompagnato e si sovrappone a moltissimi
disegni, colorati a matita, schizzi, spiegazioni precise di dettagli
tecnici.
E’ un libro ricchissimo e originale
che a me ha ricordato in particolare il fortunato ‘Là fuori’,
anche quello intelligente mix di narrazione e divulgazione, con tanti
suggerimenti pratici di ciò che si può fare e vedere all’aperto;
e, sul piano più strettamente stilistico, i libri di William Grill,
per il gusto per il dettaglio nella descrizione degli oggetti, per la
passione per gli elenchi, per l’uso così felice dei colori pastosi
e brillanti.
L’idea guida di questo libro,
raccogliere le indicazioni pratiche e le descrizioni di viaggio di un
misterioso esploratore, rende la lettura affascinante, soprattutto
agli occhi dei più giovani, come se fosse una sorta di manuale di
sopravvivenza avvolto nel fascino del mistero. E’ un libro da
prendere sul serio e per chi si volesse cimentare in qualche
avventura, è indicata la necessaria presenza di un adulto, per di
più con una qualche esperienza in fatto di escursioni. Ma intanto,
prima di cominciare a sperimentare, nulla vieta di sognare.
Eleonora
“Il libro delle avventure perdute. I
taccuini ritrovati di un ignoto avventuriero”, L’Ippocampo 2019
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