lunedì 4 marzo 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ATTRAVERSARE IL BOSCO

Sta per piovere, Anne Herbauts (trad. Alessandro Marcigliano)
Gallucci, 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Vivevano in una casetta graziosa e accogliente. I grandi rimanevano alla finestra, sorvegliavano il cielo.
Dicevano: 'Sta per piovere'.
Nour e Nils guardavano giù, in giardino, scorrere il ruscello.
Che scintillava. Che cantava.
I grandi dicevano: 'Sta per piovere'."

E mentre i grandi bevono cioccolata calda e mangiano dolcetti, i piccoli -Nour e Nils, forse fratello e sorella - giochicchiano e poi guardano fuori. 


Insieme rileggono la storia di Pierino e il lupo. Nella loro vita il lupo non c'è mai stato, ma solo due cani immobili di terracotta. Mentre i grandi continuano a preoccuparsi per questa pioggia incipiente, loro due si affacciano alla finestra e guardano scorrere l'acqua del ruscello. 


Da questo a decidere di andare, ci passa un soffio. Mentre in casa tutto resta immobile, Nour e Nils si imbarcano per risalire la corrente. L'acqua si gonfia e si increspa, e loro sono davvero molto leggeri. Il suono della pioggia battente sta arrivando e non resta che rifugiarsi a riva per poi salire ancora più in alto, riparandosi con le cortecce. A casa, laggiù, già piove a dirotto. Sui due fratelli ora scende la notte, la pioggia cessa e intorno al fuoco, al sicuro e al caldo, cuociono castagne. Per Nils arriva il sonno e sogna il brusio del mare nel bosco. Nour è sveglia, al contrario. Sta bene in quell'aria di pioggia appena passata. Pensa a casa.
Un messaggio galleggia verso valle, affidato all'acqua, per dare ai grandi notizie di sé: va tutto bene, da quassù vediamo le montagne lontano. Ha piovuto, ma tra noi e voi scorre lo stesso ruscello.

La si potrebbe riconoscere tra milioni di altri. 
Per diverse ragioni. La più evidente allo sguardo è il suo modo di illustrare, i colori e le forme e la loro relazione con il bianco della pagina. Ma su ciò forse è il caso di tornare in coda. Questo perché a rendere rara Anne Herbauts c'è anche qualcosa che non è evidente alla luce del sole, ma che si percepisce solo ascoltandola bene: lei è capace di scrivere storie di niente, o poco più di niente, e poi lasciare che esse si gonfino e diventino gigantesche.
Da un esile racconto intorno a una pioggia annunciata si arriva a ragionare della necessità di 'lasciarli andare' ad attraversare il loro bosco. 

 
Ed ecco che una famiglia di ricci, due adulti e due piccoli, sono rintanati al sicuro fra le quattro pareti di casa. Aspettano la pioggia. Ma mentre i grandi guardano preoccupati il cielo, i piccoli guardano elettrizzati la terra, anzi l'acqua che corre, nel loro giardino, nel loro mondo quotidiano.
Hanno in mente di andare a vedere cosa ci sia un po' più in là.
Le storie sui libri, la lettura di Pierino e il lupo, proprio perché piene di cose sconosciute, non sono sufficienti, ma sono uno sprone perfetto. I piccoli ricci partono, a bordo di un innaffiatoio, e navigano controcorrente. Faticano, ma trovano quello per cui si sono messi in viaggio: la misura di se stessi.
Da un minuscolo episodio si arriva a una questione universale, senza quasi accorgersene. Tutto diventa chiaro e leggibile nella sua importanza, una volta letta l'ultima frase. Quel non ritorno, così imprevedibile in un libro per i piccoli, quel legame che però non si interrompe grazie all'acqua del ruscello che diventa immediatamente metafora di qualcosa di ben più importante è una cifra della Herbauts, ma anche un marchio di qualità.
La seconda, o forse terza, ragione di grandezza sta nel dialogo stretto che solo chi è capace di utilizzare al meglio l'albo illustrato sa creare. Ciò che tace la parola diventa terreno fertile per la figura, ciò che la parola può solo accennare trova profondità nel silenzio e nella sospensione di un disegno mai troppo definito.
Si tratta di una leggerezza inconsueta nel passare da un codice all'altro per dire cose. Piccoli dettagli nel disegno che si insinuano fra le parole per dare spessore al racconto: quello che la Nikolajeva definisce rapporto complementare tra testo e figura.
Anne Herbauts lo ha detto molte volte in passato e, in ogni suo libro, lo ribadisce con la medesima sicurezza: io scrivo con le parole e con le immagini, io sono lì in mezzo, e la loro collisione è ciò che mi interessa. Il libro è prima di tutto un oggetto e come tale lo progetto e lo 'fabbrico' e per questo non posso fare a meno di tenere conto della relazione forte che esiste tra le due immagini che appaiono su uno stesso specchio di pagina. Il loro dialogo è lì.
Ed è in questo dialogo che la Herbauts si infila e riesce a raccontare l'indicibile, ovvero ciò che principalmente ha il carattere di una sensazione, di un moto dell'anima.


E qui entra il terzo, o forse quarto, motivo che la rende ancora una volta rara e preziosa. La sua capacità di raccontare ciò che né la figura né la parola da sole possono definire: la percezione. Si pensi ai rumori cui accenna in questa storia, il suono del ruscello, il tintinnare delle tazzine, lo scoppiettare del fuoco, il brusio del mare...o ancora alle luci: le scintille del ruscello, le scintille del fuoco, la lucentezza dei cucchiaini, l'intermittenza dei rami...


E per chiudere, il disegno.
Dice cose fin dai risguardi. La tecnica, le tecniche sono espressione di un contenuto: il dilagare del blu liquido dell'acqua che cresce e satura il foglio o del marrone del bosco che si contrappone alle rigidezze dei volumi solidi o dei corpi non sono solo una bellezza per gli occhi, sono soprattutto eloquenti vettori di senso.

Carla

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