ATTRAVERSARE IL BOSCO
Sta per piovere,
Anne Herbauts (trad. Alessandro Marcigliano)
Gallucci, 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Vivevano in
una casetta graziosa e accogliente. I grandi rimanevano alla
finestra, sorvegliavano il cielo.
Dicevano: 'Sta per
piovere'.
Nour e Nils
guardavano giù, in giardino, scorrere il ruscello.
Che scintillava. Che
cantava.
I grandi dicevano:
'Sta per piovere'."
E
mentre i grandi bevono cioccolata calda e mangiano dolcetti, i
piccoli -Nour e Nils, forse fratello e sorella - giochicchiano e poi
guardano fuori.
Insieme rileggono la storia di Pierino e il lupo.
Nella loro vita il lupo non c'è mai stato, ma solo due cani immobili
di terracotta. Mentre i grandi continuano a preoccuparsi per questa
pioggia incipiente, loro due si affacciano alla finestra e guardano
scorrere l'acqua del ruscello.
Da questo a decidere di andare, ci
passa un soffio. Mentre in casa tutto resta immobile, Nour e Nils si
imbarcano per risalire la corrente. L'acqua si gonfia e si increspa,
e loro sono davvero molto leggeri. Il suono della pioggia battente
sta arrivando e non resta che rifugiarsi a riva per poi salire ancora
più in alto, riparandosi con le cortecce. A casa, laggiù, già
piove a dirotto. Sui due fratelli ora scende la notte, la pioggia
cessa e intorno al fuoco, al sicuro e al caldo, cuociono castagne.
Per Nils arriva il sonno e sogna il brusio del mare nel bosco. Nour è
sveglia, al contrario. Sta bene in quell'aria di pioggia appena
passata. Pensa a casa.
Un
messaggio galleggia verso valle, affidato all'acqua, per dare ai
grandi notizie di sé: va tutto bene, da quassù vediamo le montagne
lontano. Ha piovuto, ma tra noi e voi scorre lo stesso ruscello.
La
si potrebbe riconoscere tra milioni di altri.
Per
diverse ragioni. La più evidente allo sguardo è il suo modo di
illustrare, i colori e le forme e la loro relazione con il bianco
della pagina. Ma su ciò forse è il caso di tornare in coda. Questo
perché a rendere rara Anne Herbauts c'è anche qualcosa che non è
evidente alla luce del sole, ma che si percepisce solo ascoltandola
bene: lei è capace di scrivere storie di niente, o poco più di
niente, e poi lasciare che esse si gonfino e diventino gigantesche.
Da
un esile racconto intorno a una pioggia annunciata si arriva a
ragionare della necessità di 'lasciarli andare' ad attraversare il
loro bosco.
Ed
ecco che una famiglia di ricci, due adulti e due piccoli, sono
rintanati al sicuro fra le quattro pareti di casa. Aspettano la
pioggia. Ma mentre i grandi guardano preoccupati il cielo, i piccoli
guardano elettrizzati la terra, anzi l'acqua che corre, nel loro
giardino, nel loro mondo quotidiano.
Hanno
in mente di andare a vedere cosa ci sia un po' più in là.
Le
storie sui libri, la lettura di Pierino e il lupo, proprio perché
piene di cose sconosciute, non sono sufficienti, ma sono uno sprone
perfetto. I piccoli ricci partono, a bordo di un innaffiatoio, e
navigano controcorrente. Faticano, ma trovano quello per cui si sono
messi in viaggio: la misura di se stessi.
Da
un minuscolo episodio si arriva a una questione universale, senza
quasi accorgersene. Tutto diventa chiaro e leggibile nella sua
importanza, una volta letta l'ultima frase. Quel non ritorno, così
imprevedibile in un libro per i piccoli, quel legame che però non si
interrompe grazie all'acqua del ruscello che diventa immediatamente
metafora di qualcosa di ben più importante è una cifra della
Herbauts, ma anche un marchio di qualità.
La
seconda, o forse terza, ragione di grandezza sta nel dialogo stretto
che solo chi è capace di utilizzare al meglio l'albo illustrato sa
creare. Ciò che tace la parola diventa terreno fertile per la
figura, ciò che la parola può solo accennare trova profondità nel
silenzio e nella sospensione di un disegno mai troppo definito.
Si
tratta di una leggerezza inconsueta nel passare da un codice
all'altro per dire cose. Piccoli dettagli nel disegno che si
insinuano fra le parole per dare spessore al racconto: quello che la
Nikolajeva definisce rapporto complementare tra testo e figura.
Anne
Herbauts lo ha detto molte volte in passato e, in ogni suo libro, lo
ribadisce con la medesima sicurezza: io scrivo con le parole e con le
immagini, io sono lì in mezzo, e la loro collisione è ciò che mi
interessa. Il libro è prima di tutto un oggetto e come tale lo
progetto e lo 'fabbrico' e per questo non posso fare a meno di tenere
conto della relazione forte che esiste tra le due immagini che
appaiono su uno stesso specchio di pagina. Il loro dialogo è lì.
Ed
è in questo dialogo che la Herbauts si infila e riesce a raccontare
l'indicibile, ovvero ciò che principalmente ha il carattere di una
sensazione, di un moto dell'anima.
E
qui entra il terzo, o forse quarto, motivo che la rende ancora una
volta rara e preziosa. La sua capacità di raccontare ciò che né la
figura né la parola da sole possono definire: la percezione. Si
pensi ai rumori cui accenna in questa storia, il suono del ruscello,
il tintinnare delle tazzine, lo scoppiettare del fuoco, il brusio del
mare...o ancora alle luci: le scintille del ruscello, le scintille
del fuoco, la lucentezza dei cucchiaini, l'intermittenza dei rami...
E
per chiudere, il disegno.
Dice
cose fin dai risguardi. La tecnica, le tecniche sono espressione di
un contenuto: il dilagare del blu liquido dell'acqua che cresce e
satura il foglio o del marrone del bosco che si contrappone alle
rigidezze dei volumi solidi o dei corpi non sono solo una bellezza
per gli occhi, sono soprattutto eloquenti vettori di senso.
Carla
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