lunedì 29 aprile 2019

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


LA PIETRA DEL DOLORE


Ha grandi ambizioni l’ultimo libro di Alessandro Sanna, ‘Come questa pietra. Il libro di tutte le guerre’.
Che all’autore piaccia o no, che sia il suo intento consapevole o no, è un libro che vuole rappresentare un tema di carattere universale e lo vuole fare usando esclusivamente le immagini; il tema è la guerra, la violenza fra gli uomini. Certo, non una cosa da poco, un’impresa non solo difficile, ma piena di insidie per le implicazioni e le interpretazioni che se ne possono trarre. Filo conduttore, alcune poesie non riportate, fra cui quella di Ungaretti, che dà il titolo a questa opera.

SONO UNA CREATURA

Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente disanimata

come questa pietra
è il mio pianto che non si vede

la morte
si sconta
vivendo
“Vita d’un uomo”, Mondadori 1969

Dunque tutto ha inizio con una pietra, che già al momento del suo apparire diventa oggetto di contesa fra due uomini (Caino e Abele?) e nel suo continuo rotolare continua ad alimentare la contesa fra umani, ora con mezzi più semplici, delle lance rudimentali, poi con le frecce. Infine, ecco domati i cavalli per rendere più potenti gli eserciti.
Arriva il fuoco, che permette di forgiare armi potentissime, spade ed armature per essere invincibili.


Immani eserciti che si scontrano per lasciare un tappeto di cadaveri, che due mani gigantesche impastano per lanciare una nuova sfera nel mare. Ed ecco comparire le navi, le flotte di conquistatori, portatori di morte, le flotte che si affrontano nel mare, anche qui per lasciarsi alle spalle una scia di cadaveri.
E poi il cielo, le armi sempre più potenti portate dagli aerei, i bombardamenti, le esplosioni, il fungo di Hiroshima. Nelle tavole finali compaiono per la prima volta quelli che la guerra non la fanno, la subiscono e ne pagano il prezzo.


Infine la Terra vista da lontano come una minuscola pietra policroma, splendente nello spazio infinito, a prescindere dalla follia dell’agire umano.
Questo per sommi capi, per far capire di cosa stiamo parlando, ma qualsiasi traduzione narrativa non può che tradire una scelta, quella di Sanna, di far parlare solo le immagini, realizzate con una tecnica per lui inconsueta, utilizzando acquarelli su carta patinata; acquarelli poi incisi con un bisturi, per realizzare quegli elementi descrittivi che spiccano nel loro bianco assoluto.
Grandi tavole si alternato a pagine realizzate a strisce narrative, quasi come un fumetto, e ad altre riempite di riquadri, quasi istantanee in presa diretta.


E’ un libro potente, che sembra continuamente frutto della tensione di due opposti: l’orrore e la bellezza. Un senso opprimente di distruzione, quasi un destino ineluttabile, una maledizione divina o il gioco cieco di un demiurgo, cui fanno da contraltare la bellezza crudele di queste immagini forti di fuochi che bruciano, di frecce lanciate verso l’infinito, di cieli oscurati dal fungo nucleare.


Sull’estetica della guerra molti hanno costruito retoriche militariste; ma qui non si tratta di questo. Quello che si legge, a mio parere, è uno sguardo sgomento, e nello stesso tempo affascinato, sul destino degli uomini.
E’ un libro bello, intenso, coinvolgente, ma non per questo penso di condividerne il punto di vista, che mi sembra appiattito, mi perdonerà l’autore, su un approccio maschile, super eroico. Certo si parla di guerra e la guerra è cosa degli uomini; ma forse è proprio qui il punto. La guerra non viene dal nulla, dal gesto di un demiurgo feroce, che ama vedere gli uomini uccidersi l’un l’altro. Viene dal potere, dalla Storia, dal voler sottomettere l’altro e appropriarsi di quello che ha. E la storia delle guerre non è fatta solo di epici scontri, di carneficine sul campo, è fatta di distruzione di luoghi, di affetti, di solitudini di chi resta, di infanzie violate. Immagini che l’autore colloca nelle ultime pagine del libro, quando si parla del nostro secolo. E quanti soldati hanno veramente scelto di combattere? E la guerra continua a risplendere del suo fascino oscuro, anche quando la guardiamo non da lontano, ma all’altezza di un campo di battaglia, inondato di sangue?
Ma sarebbe una bella, intensa discussione da fare con ragazze e ragazzi che si fanno domande filosofiche.
E’ un libro per grandi, impegnativo, è un libro da discutere insieme.

Eleonora

“Come questa pietra. Il libro di tutte le guerre”, A. Sanna, Rizzoli 2019


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