ATTRAVERSO LA NOTTE
Eravamo in dieci,
Nine Antico (trad. Margherita Botto)
L'Ippocampo 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 6 anni)
"Eravamo in 10
E NON ci spaventava
PROPRIO NIENTE...
Camminavamo in fila,
Come piselli in un
baccello, E il nostro motto era:
'Più nulla ci
separa!'
Tranne forse il
sentiero.
Se si fa stretto.
Però Martino ha
preferito fare un pisolino."
E'
notte e nel grande edificio, il collegio, molte finestre sono aperte.
Non dipende dal caldo dell'estate, ma dal desiderio di fuga di questi
dieci ragazzini.
Insieme:
chi vestito da squalo, chi con mantello e bastone, chi indossa la
zucca di Halloween, ognuno si muove con disinvoltura nel buio. Dopo
che Martino desiste il gruppo è sceso a 9 componenti. Per nulla
impauriti da terremoti e da lugubri cimiteri vanno avanti fino a che
anche Manolo decide di stare da solo. Anche se solo in 8 nessuno
faceva loro paura: né i rumori né i lunghi silenzi. Ora però è
Arrigo che abbandona per tornare verso il frigo...
Uno
dopo l'altro, con motivi diversi, i ragazzi e le ragazze mollano il
gruppo fino a che sono solo in due a essere rimasti in marcia. E
quando anche Manù decide di non muoversi più, è solo una a
riconquistare il buio collegio e in particolare il bagno al piano
terra...
Semplice
come una tiritera, questo primo libro per i più piccoli concepito da
Nine Antico, giovane talento del fumetto underground francese, ha
almeno tre piacevolezze.
La
prima è connessa al testo, ovvero alle assonanze che frequenti lo
fanno suonare, se letto ad alta voce. Se nella pagina di sinistra il
testo è da solo a galleggiare sul bianco e, sebbene abbia la forma
della poesia con gli accapo del caso, con le maiuscole del caso, non
è propriamente in rima. A destra, invece, la pagina dedicata al
disegno ospita, con soluzioni di spartizione dello spazio sempre
differenti una frase che è l'unica vera rima di tutto il testo.
L'autrice, e con lei la traduttrice, inventa un bel repertorio di
nomi propri sulla base della ricercata rima: Arrigo/frigo
Donata/stufata Miranda/comanda. Accanto a questo piccolo gioco se ne
dipana un secondo che si fonda sul principio dell'inversamente
proporzionale: tanto diminuiscono i membri del gruppo tanto aumenta
la paura del restare soli.
Tanto
si accresce il timore, tanto aumenta il bisogno del bagno.
In
questo senso si percepisce facilmente che il testo è un bel
pretesto. Il fatto che suoni, non è casuale, visto che Nine antico
per la musica, il rock in particolare, ha sempre dimostrato passione.
O forse è solo un caso?
La
seconda piacevolezza è data dal tipo di disegno e dal colore. Gli
scorci del luogo sul mare in cui il collegio sorge, c'è da credere
che si tratti della sede del UWC di Duino a nord di Trieste, si
caratterizzano per una intensità del blu notturno dell'acqua e del
cielo illuminato solo dalla torcia di Sofia. A questo si oppone la
luminosità delle rocce e dei muri in rovina.
E sullo sfondo pini
marittimi e fiori di agave. Terza piacevolezza sta nello
spirito di fondo che anima l'allegra brigata. Disposti in bell'ordine
al principio del libro, questi dieci ragazzini sembrano essere quanto
di più eterogeneo ci sia (la convivenza armonica di ragazzi
provenienti dai quattro angoli del mondo è anche l'obiettivo che si
propongono i tanti UWC sparsi nei luoghi più belli del pianeta).
Diversi in molte cose, sono tenuti insieme dallo spirito di
avventura, dal desiderio di trasgredire la regola, dalla voglia di
attraversare insieme la notte.
Nonostante
il fatto che il coraggio si affievolisca con lo scorrere della notte,
la bellezza di questo gruppo di ragazzini non perde di intensità.
E
anzi è proprio in questo dilagante desiderio di riprendere la strada
del collegio e riconquistare il comodo letto (e il bagno) che l'infanzia dichiara
al meglio se stessa. E la sua bellezza.
Carla
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