SE A LONDRA COMPARE KARL MARX
E’ un aspetto originale e direi di
rilievo, la qualità della ricostruzione storica con cui Shane
Peacock costruisce i suoi romanzi, centrati sul personaggio del
giovane Sherlock Holmes.
Bene fa la Feltrinelli a recuperare i
precedenti romanzi, recensiti sin dal 2011, come proposte originali
per lettrici e lettori sopra i dodici anni.
La caratteristica peculiare di Peacock
è la capacità di ricostruire fedelmente l’ambientazione della
Londra vittoriana, che caratterizza i romanzi di sir Arthur Conan
Doyle. In quest’ultimo romanzo la ricostruzione effettuata
dall’autore canadese è ancora più interessante perché oltre a
raccontare al lettore attento usi e costumi, la variegata
molteplicità di vite umane che si incontrano e si scontrano nei
vicoli come nei grandi viali, fornisce anche un’accurata
descrizione dei primi movimenti a difesa dei diritti della classi
povere, dei primi accenni di femminismo.
Il perno narrativo di ‘Il giovane
Sherlock Holmes. Il demone oscuro’ ruota intorno alla figura di un
mostro, o presunto tale, Jack il Saltatore, che terrorizza le
fanciulle povere dei bassifondi londinesi; il giovane Sherlock, con
tutte le sue ossessioni e le sue insicurezze, viene coinvolto delle
indagini, mentre si divide fra l’attrazione per la giovane Irene
Doyle, figlia di sir Arthur, e la giovane Beatrice.
Ma intorno alle vicende, e anche dentro
le imprese malvagie del mostro saltatore, si muove una Londra agitata
dai primi tumulti operai, mentre con grande fatica si fanno avanti
idee riformatrici. Ci sono uomini politici importanti che si spendono
in modo lecito o meno lecito per sostenere le rivendicazioni della
povera gente, destinata a rimanere miserabile e ignorante. C’è il
terrorismo irlandese, che rivendica la separazione da Londra.
Fra questi capannelli di gente sempre
più esasperata si aggirano due persone destinate a cambiare i
destini del mondo, Karl Marx e Frederich Engels, attenti osservatori
della storia economica e sociale dell’Inghilterra.
Se questo è sicuramente intrigante per
il lettore più avvezzo alle tematiche storiche, resta per i lettori
meno smaliziati un avvincente intreccio in cui si susseguono i colpi
di scena, le geniali intuizioni del giovane Sherlock, all’inizio
della sua carriera di investigatore, il balletto dei personaggi che
circondano efficacemente il protagonista; sono molte le
caratterizzazioni di personaggi che accompagnano il protagonista: dai
personaggi femminili, quello di Irene in primis, molto attenta a
rivendicare il diritto di essere se stessa, alle popolane che sono
molto meno ignoranti di quanto non sembri; Maleficent, il capobanda
che guida una ciurma di pericolosi ragazzini; il farmacista massone
Bell, esperto di chimica e di discipline orientali.
Alla fine ne viene fuori un romanzo che
riesce perfettamente a coniugare il solido intreccio ‘giallo’ con
una ricostruzione d’ambiente che racconta molto della Londra ai
tempi della Regina Vittoria e del premier Disraeli, nonché dei
rivoluzionari cambiamenti che prenderanno vita nei decenni
successivi.
Probabilmente, lettori e lettrici più
giovani avranno pochi elementi per ricostruire questo sfondo storico
così dettagliato e così profondamente ‘british’: ma credo
resteranno affascinati dalle atmosfere brumose, dalla descrizione
della vita grama dei bassifondi londinesi, dalle imprese
intellettuali del giovane Sherlock, ancora alla ricerca di una sua
profonda vocazione.
D’altro lato, la trama poliziesca
aiuta a mantenere alta l’attenzione, rendendo il romanzo godibile
anche solo come ‘giallo’.
Lettura consigliata a partire dai
dodici anni.
Eleonora
“Il giovane Sherlock Holmes. Il
Demone oscuro”, S. Peacock, Feltrinelli 2019
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