CELESTE
Il grandioso spettacolo del cielo,
Aurélia Coulaty, Atelier Bingo
(trad. Gioia Sartori)
(trad. Gioia Sartori)
Terre di Mezzo 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"Il cielo sa anche tacere, per
essere contemplato. Le sue costellazioni misteriose risplendono
all'infinito. La Via Lattea brilla nell'universo scuro, proprio sopra
gli uomini, come una fiaccola sacra."
La Via Lattea: uno
degli spettacoli migliori che il cielo possa offrire; soprattutto
perché è visibile solo nel nero della notte e non dalla finestra di
casa ( a meno che la nostra casa non sia isolata e magari anche in
cima a una montagna...)
Se la Galassia per
antonomasia chiude il libro, è piuttosto prevedibile che ad aprirlo
sia l'altro grande abitante del cielo, ovvero il sole. Poi la
pioggia, come suo naturale contrario nel nostro immaginario. A
seguire, l'arcobaleno che è il frutto del loro incontro ed è
altrettanto suggestivo e stupefacente, come la Via Lattea fatta di
stelle. Poi gli aquiloni e il vento, gli uccelli che lo attraversano
per migrare, poi con uno scarto piacevole le aurore boreali, altro
fenomeno di non semplicissima osservazione dalla solita finestra di
casa...
Stelle cadenti,
piccioni viaggiatori, tornado, nebbia scia degli aerei. Le anime, i
pipistrelli, il fumo e i fuochi d'artificio.
Un catalogo
volutamente in disordine, tenuto insieme nella sua compilazione, per
converso, da un ordine preciso e sempre rispettato.
Un catalogo, una
lista di elementi che con il cielo hanno un rapporto stretto.
Oggetti, animali ed elementi naturali che si avvicendano, in un
apparente caos di entrata in scena.
E com'è questa
scena? E' una doppia pagina. Rigorosamente sempre lei.
Al disegno è dato
tutto lo spazio possibile: la occupa per i suoi 5/6, mentre il testo
è una vera e propria didascalia posta lungo il margine inferiore
della pagina a fondo bianco. A sinistra, in maiuscolo la definizione
e, a destra, su più righe con una giustificazione centrata, una
descrizione del fenomeno o dell'oggetto o dell'animale raffigurato
disponibile. Si tratta di testi brevi, esatti pur nella loro
semplicità.
Spesso allusivi di esperienze che il lettore piccolo può
aver sperimentato: il fumo allude a quello del camino, i fuochi
d'artificio alle feste estive. Alcune concessioni a definizioni
immaginifiche, laddove i pipistrelli sono topi con il mantello, la
grandine biglia su un tamburo, i piccioni viaggiatori postini con le
piume e gli aquiloni pesci dalla lunga coda. Alcune invece si
ancorano con destrezza ai principi della fisica: le mongolfiere che
stan su per l'aria calda, il tornado che si avvolge nel suo centro,
l'arcobaleno che ha a che fare con la luce e l'acqua nello stesso
spazio e nello stesso tempo. Stesso rigore nelle abitudini delle api,
delle gru, delle farfalle e dei soffioni. Alcune, più poche,
piacevoli digressioni nella cultura e nella tradizione: le lanterne
volanti, le colombe bianche, le anime che, si dice, luccicano nel
firmamento e salutano chi è vivo.
L'intento
di Aurèlia Coulaty, di formazione documentarista, ovvero narratrice
del mondo, appare piuttosto chiara e condivisibile. Costruire una
sorta di abecedario delle cose del cielo che sia comprensibile anche
ai più piccoli e che non li annoi. Anzi li colpisca.
Con un
intento analogo, accanto ai suoi testi, si espandono Adèle
Favreau e Maxime Prou, ovvero il Collettivo Bingo. Grafici, designer,
che lavorano con molta disinvoltura su forma e colore. E lo fanno in
varie direzioni: dalla copertina di un disco al tessuto.
Attraverso il collage, principalmente
con colori puri, con uno sguardo evidentemente rivolto ai Fauves e a
Matisse e alle sue stelle, o con il segno di una matita scura, costruiscono figure in movimento che
catturano lo sguardo per la loro energia radiosa. La loro arte si
basa sulla semplificazione delle forme, sull'abolizione del
chiaroscuro, sull'uso di colori vivaci e innaturali, ma emotivi,
sull'uso incisivo del colore puro e una netta e marcata linea nera che lo attraversa, lo 'imbratta'. L'importante non è solo il
significato dell'opera, ma la sua forma, il suo colore, la sua immediatezza.
Partendo da suggestioni e stimoli diversi, ricercano un nuovo modo
espressivo fondato sull'autonomia della forma, della figura: il rapporto con la
realtà visibile non è più naturalistico, in quanto la natura viene
intesa come repertorio di segni al quale attingere per una loro
più libera trascrizione. Il collage, a strappo o ritagliato, che porta
in primo piano la forma parrebbe aver attinto dal Cubismo, forse
quello di Braque.
Per Atelier Bingo non esiste una unità di misura: il
piccolo può essere riprodotto grande e viceversa. Mentre esiste
forte la consapevolezza che il segno ha la funzione di offrire
sintesi della forma dell'oggetto disegnato e nello stesso tempo
essere espressione dell'atto stesso che lo ha prodotto.
Una festa per gli occhi e una buona palestra per educare al bello.
Carla
Noterella al margine: la copertina dell'edizione italiana vince su quella francese, il titolo, no.
Nessun commento:
Posta un commento