IL RAGAZZO E I PIRANHA
David Almond ci ha abituati, il più
delle volte, a romanzi dall’intenso contenuto drammatico, che hanno
lasciato un segno inconfondibile nella letteratura per ragazzi: penso
a ‘Skellig’ o a ‘Il Grande gioco’.
In ‘Il ragazzo che nuotava con i
piranha’, pubblicato ora da Salani, ci mostra un registro narrativo
del tutto diverso: la storia tragicomica del piccolo Stan, romanzo
per una fascia d’età ben diversa da quella dei romanzi sopra
citati, si muove velocemente utilizzando un registro umoristico,
grottesco, che mi ha fatto pensare a David Walliams, l’autore di
‘Nonna gangster’ per intenderci, altro scrittore britannico di
grande successo.
In breve, la trama: il protagonista è
Stanley, detto Stan, un ragazzino non proprio fortunato, orfano dei
genitori e adottato dagli zii. Potrebbe andar bene se allo zio non
venisse in mente, dopo la chiusura del cantiere navale in cui
lavorava, di trasformare la propria casa in un’efficiente fabbrica
di sardine. Al posto dei mobili di casa una serie di macchine, del
tutto adattate alla fabbricazione di pesce in scatola.
I soldi fioccano, ma tutto il tempo è
dedicato al lavoro, tanto che solo per il compleanno è concesso un
giorno di riposo; in questa occasione Stan va alle giostre e questo
segna il suo destino: fondamentale è l’incontro con il signor
Dostoyevsky, che gestisce un banco con la pesca di papere di
plastica, gioco il cui premio consiste in una bustina piena d’acqua
più o meno pulita, in cui nuota un pesciolino rosso. Il ragazzino
sente di avere una grande affinità con i pesciolini rossi e se li
porta tutti a casa.
Qui viene accolto dallo zio,
preoccupato per le incursioni di uno strampalato gruppetto di
ispettori; per cavarsi dai guai, lo zio pensa bene di cucinarsi i
pesciolini in padella, pensando di creare una grande, innovativa
ricetta di pesce in scatola. E’ la goccia che fa traboccare il mare
delle delusioni di Stan, che, quindi, scappa insieme agli artisti del
Luna Park.
In particolare è proprio il signor
Dostoyevsky a prenderlo sotto l’ala anche quando, per l’incontro
fortuito con Pancho Pirelli, la sua vita cambia radicalmente e il
piccolo Stan diventa una nuova attrazione del Luna Park. Pancho
Pirelli, infatti, è l’artista che nuota con i piranha e che ha
individuato in Stan un suo erede.
Inutile dire che c’è una prova da
affrontare, che ricompaiono sia gli zii sia la banda di lestofanti
che li perseguitano, così come una selva di personaggi minori.
La storia di Almond, come accennavo
prima, ha un piglio tragicomico, un linguaggio fiorito, che indugia
sugli accenti di ciascun personaggio, sugli errori di grammatica,
creando, credo, non poche difficoltà a Giuseppe Iacobaci, che l’ha
tradotto. Nell’essere così divertente, però, non perde occasione
per delineare immagini poetiche e riflessioni su quella grande paura
che tutti noi abbiamo nell’affrontare le nostre paure.
E’ dunque, un libro scorrevole,
scoppiettante, pieno di invenzioni linguistiche, arricchito dalle
illustrazioni, anch’esse ironiche, di Oliver Jeffers, pensato per
lettrici e lettori intorno ai dieci anni.
Eleonora
“Il ragazzo che nuotava con i
piranha”, D. Almond, con le illustrazioni di O. Jeffers, Salani
2019
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