mercoledì 22 luglio 2020

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


VESPE E ZOMBIE


Il genere horror non è molto frequentato nella letteratura per ragazzi, per le situazioni ‘violente’ e per il turbamento che genera nel lettore, ma d’altra parte esiste proprio per questo. Sono usciti recentemente diversi romanzi in questa chiave, per esempio ‘Le belve’, scritto in coppia da Manlio Castagna e Guido Sgardoli, e il recentissimo ‘La febbre zombie’ di Kristina Ohlsson. L’ apprezzata autrice svedese abbandona, in questo romanzo pubblicato da Salani, le atmosfere inquietanti dei precedenti romanzi per entrare nel territorio di un vero e proprio horror.
Siamo nella cittadina di Eldsala, in una torrida estate che ha provocato un’invasione di vespe, alcune delle quali con uno strano segno bianco sul dorso.
Il protagonista, l’undicenne Herbert, assiste allibito ad alcuni strani fenomeni: una febbre misteriosa, degli animali morti comparsi all’improvviso nel bosco, degli strani viaggiatori ospiti della pensione del nonno, con cui Herbert vive.
Il suo rifugio è un vecchio mulino abbandonato, dove in una stanza poco visibile ha costruito la sua Stanza Segreta, insieme all’amica del cuore Sally. Col passare dei giorni, aumentano le apparizioni inquietanti di persone pallidissime, spesso con la bocca macchiata di sangue, che si aggirano per le strade, di notte, come fossero in trance. L’incontro con il misterioso ospite del nonno, Alexander, chiarisce la questione ai ragazzini: la puntura di alcune vespe, proprio quelle con il segno bianco, provoca nelle persone una terribile malattia che li trasforma in morti viventi, o meglio li riduce a una condizione sospesa, durante la quale hanno bisogno di sangue per sopravvivere. A questo punto diventa indispensabile trovare una cura e la si troverà nel vecchio mulino.
La trama, come si vede, è molto lineare e il romanzo mantiene esattamente le promesse che fa: una certa dose di paura, descrizioni e dettagli più o meno raccapriccianti, un ritmo che non conosce pausa. Non c’è il dubbio, il sospetto, non c’è la straordinaria ambiguità del capolavoro ‘Il nido’, di Oppel: c’è l’atto immediato di mettere lettrici e lettori di fronte alle proprie paure, senza guardarci dentro, senza mettere in dubbio le certezze che ciascun personaggio ha.
E’, quindi, un romanzo a suo modo semplice, privo di sfumature, ma non per questo non efficace; alcuni passaggi, alcune accelerazioni nel racconto mostrano quanto l’autrice sappia padroneggiare la materia. Aggiunge, tra l’altro, per costruire un personaggio a tutto tondo, la storia parallela, quella in cui Herbert cerca di ricostruire le sue vicende familiari, perché forse il nonno non sarà ancora in grado di prendersi cura di lui; se indubbiamente questo aspetto rende più credibile il personaggio principale, il finale, in cui le due storie si incontrano, risulta poi un po’ troppo artificioso.
‘La febbre zombie’ è un romanzo equilibrato che tratta il genere cui si ispira con la dovuta misura, senza eccedere nelle descrizioni più esplicitamente paurose; è una lettura piacevole, che inchioda il lettore amante del genere, senza spaventarlo eccessivamente. La paura nasconde pensieri, inclinazioni, desideri occulti che costituiscono materiale incandescente nelle mani di grandi scrittori di ‘genere’ come Stephen King. Qui non c’è niente di tutto questo, ma c’è un romanzo ben costruito, avendo ben chiaro il proprio lettore o lettrice. Un romanzo ‘su misura’, si potrebbe dire. Personalmente non mi scandalizza, apprezzando in ogni caso la qualità artigianale di una scrittrice davvero brava in questo ambito.
Lettura paurosa, ma non troppo, per lettrici e lettori dagli undici anni.

Eleonora

“La febbre zombie”, K. Ohlsson, Salani 2020



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