lunedì 20 luglio 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


QUANDO NON È UNA STORIA QUALSIASI

Il sogno della tigre, Daniel Nesquens, Miren Asiain Lora 
(trad. Sara Ragusa)
Terre di mezzo 2020


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Un giorno il gatto disse alla tigre: 'Sai che a volte mi piacerebbe essere come te? Intelligente, grande e forte...'
'E a me piacerebbe essere come te.' 'Ma cosa dici! Io sono debole, piccolo...'
'Libero.'
'Sì, questo è vero.'
Il gatto era molto amico della tigre. Passavano tanto tempo insieme. Certe notti il gatto rimaneva allo zoo anche a dormire."

Sono davvero molto amici anche se parecchio diversi: la tigre con le sue striature è mezza nuda, mentre il gatto porta sempre un berretto in testa e un maglione con i topolini. L'altra differenza tra loro è che la tigre è chiusa dentro una gabbia del giardino zoologico, mentre il gatto alle volte è dentro con lei, a volte è fuori.


Lui è libero di andare e venire. In tutta onestà, non manca giorno che lui non varchi il cancello dello zoo per andare a chiacchierare con la tigre di cose che non riuscirebbe a confessare ad altri. Ciò nonostante alla tigre manca casa sua: è lì che vorrebbe essere. E così un giorno chiede al suo amico gatto di aiutarla a fuggire. Gli sussurra in un orecchio il piano che non è complicato anche se un tantino rischioso. Gli occorre solo un po' di fortuna per impossessarsi delle chiavi...Ma la torcia del guardiano lo illumina e al gatto non viene in mente niente di meglio da dire che... la verità.
Quale, la reazione del guardiano? Un segreto!

La differenza che esiste tra una storia qualsiasi e una storia bella è simile a quella che distingue un passo lungo un sentiero di montagna e un saltino da una sponda all'altra di un torrentello, per il desiderio di cambiare strada.
A voler valutare l'ampiezza della falcata che occorre, non si noterà grande differenza, ma nell'un caso non occorre nessuno slancio particolare, nessuna energia ulteriore, nessun pizzico di coraggio: si fatica, bisogna guardare dove mettere i piedi, ma si va su comunque su una strada aperta e percorsa da molti. Mentre nell'altro caso a far la differenza sono un'attrazione verso l'incognita, una certa propensione verso le strade alternative, e un po' di coraggio nell'atto di mettersi alla prova.


Questa storia poteva essere una storia qualsiasi su un tema chiaro a tutti fin dal principio: l'ingiustizia umana di tenere in cattività un animale.
Poteva anche essere una storia di amicizia tra simili, ma non uguali.
E finire gloriosamente con il gatto che ridà la libertà alla tigre. In questo caso sarebbe rientrata nel novero delle storie a tema, con la loro giusta dose di prevedibilità: un libro tra i tanti.
Poteva. Ma, no. Perché dietro c'è Daniel Nesquens. Che se sa fare una cosa nella vita, è scrivere storie (ne ha un'ottantina al suo attivo, Papà tatuato, tanto per dirne una) è che sappiano virare repentinamente dal quotidiano, dal consueto, dal prevedibile verso l'inaspettato, l'impossibile, l'assurdo con la velocità del fulmine e con la giusta dose di ironia. 
In questa prospettiva, lui è un campione di salto del ruscello, di cammino su strade alternative!
Magicamente una storia che poteva essere qualsiasi, diventa unica nelle sue mani. Storie brevi, mai più lunghe di una pagina e mezza, che spiazzano di norma i propri lettori.
Infatti è davvero raro leggere un suo racconto e non provare stupore. Illuminante la lettura di El hombre con il pelo revuelto oppure Diecisiete cuentos y dos pingüinos (ora in uscita il seguito). E se una storia stupisce e meraviglia, il più delle volte è una buona storia. Che non si dimentica.


Si è parlato di coraggio, di naturale attrazione verso strade diverse, e verso l'inaspettato. Ecco, queste tre doti sono una sorta di marchio di fabbrica per Daniel Nesquens. Il fatto che il testo sia tutto costruito essenzialmente sui dialoghi e con un tono decisamente colloquiale, felice nella sua traduzione che lo mantiene asciutto da ogni elemento superfluo, fa sì che il lettore arrivi al colpo di scena finale del tutto ignaro, cullato dalla normalità delle due chiacchiere fatte in amicizia. 


Nelle pieghe tra le parole si infila a meraviglia l'illustrazione minuta e precisa della pluripremiata Miren Asiain Lora che gioca sui dettagli che si muovono brulicanti in una sorta di scenario fisso. Inserisce elementi 'stravaganti' come vere e proprie quinte scenografiche; scandisce, altrove, il ritmo dato dalle parole, tagliando in sempre più rapide sequenze una tavola che la tigre attraversa come se nulla fosse per uscire di scena.
Lunga vita alla tigre e a questo bel libro!

Carla


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