ACROBATI E LADRI
Il nuovo romanzo di Katherine Rundell,
‘I ladri di New York’, pubblicato da Rizzoli, non perde smalto
rispetto ai precedenti: ambientazione sfavillante, fra una New York
anni Venti e un circo russo, gran ritmo e personaggi originali, che
colpiscono la fantasia dei giovani lettori; questi gli ingredienti
caratterizzano il romanzo.
La protagonista è Vita, una ragazzina
dalla chioma fulva, con una gamba ingiuriata dalla poliomielite, una
discreta gamma di sorrisi che la rendono speciale; il nonno, che si è
fatto raggirare da un delinquente newyorchese, dal nome non
casualmente italiano, perdendo un castello sulle rive del fiume
Hudson. E poi una banda di ragazzini, da Silk, giovane ladra e
scassinatrice, Arkady, che da bravo circense, aspira a comandare,
amorevolmente, metà del creato e Samuel, che vuole fare il
trapezista, contro il volere della famiglia.
Dunque, la storia inizia con Vita e sua
madre che attraversano l’oceano per andare a prendere il nonno che,
dopo la truffa subita, vive in un sottotetto. Ma, saputa la storia
del raggiro e scoperto che nella vecchia casa è nascosto un gioiello
che potrebbe consentire al nonno di recuperare una parte dei suoi
beni, Vita decide di progettare un piano per recuperare il gioiello
del nonno. La ragazzina, oltre a essere un’abile lanciatrice di
coltelli, è caparbia e determinata ed è una mente logica in grado
di elaborare un piano che ingannerà anche il lettore. Il primo passo
è incontrare il losco signor Sorrotore, gangster non proprio di
successo, ma circondato, come da copione, da tirapiedi poco
intelligenti e da stranezze come due tartarughe col carapace su cui
sono incastonate una serie di pietre preziose. Dall’esito infausto
di questo primo incontro con Sorrotore discende la decisione,
alquanto avventata, di andare a riprendersi il gioiello di famiglia.
Per far questo Vita non esita ad arruolare aiutanti per l’improbabile
impresa: la giovane ladra dalla treccia bionda, Silk, e due ragazzi
del circo ospitato alla Carnegie Hall.
L’impresa è rischiosa e molto
azzardata, non sono pochi, quindi, i colpi di scena che conducono a
un rassicurante happy end: i cattivi avranno ciò che meritano, gli
animali troveranno il giusto rispetto e la giusta considerazione, i
buoni si ritroveranno con un imprevisto futuro comune.
Il punto di forza principale del
romanzo è rappresentato dai suoi personaggi, descritti vividamente,
che raccontano un mondo giovanile, se non infantile, pieno di
risorse, di aspirazioni, di coraggio che il mondo adulto coglie
sempre in ritardo. Quello di Vita è sicuramente il personaggio più
rilevante, una ragazzina che non si fa fermare né dalla sua zoppia,
né, tanto meno, dai divieti materni. Interessante anche la
caratterizzazione dei comprimari animali, dall’elefante triste del
circo, ai cani da guardia di Sorrotore, subito conquistati da Arcady.
Tutti, alla fine, e questo è il messaggio rassicurante che emerge
dopo tanti intrighi e colpi di scena, trovano il proprio posto nel
mondo.
Oltre al ritmo sostenuto, la scrittura
felice della Rundell, capace di descrivere un carattere con pochi
accenni, quasi pennellate impressioniste, sostiene una storia che in
parte, nello schema, ricalca le precedenti, e la rende gradevole per
lettori e lettrici entrati da poco nel mondo del romanzo. Peccato
qualche piccola inesattezza nella ricostruzione d’ambiente,
sicuramente non percepita dai più giovani.
Lettura consigliata a lettrici e
lettori a partire dagli undici anni.
Eleonora
“I ladri di New York”, K. Rundell,
ill. di M. Saunders, traduzione di M.Pace, Rizzoli 2020
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