LA VOCAZIONE AD ACCOGLIERE
Storia di una
valigia, Núria Parera, María Hergueta,
(trad. Sara Margherita
Cavarero)
Beisler, 2021
NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 9 anni)
"Magí sapeva
tutto delle sue vacche. Se muggivano di tristezza, di fame o di
gelosia. Sapeva - gli era sufficiente un colpo d'occhio - se il
vitello appena nato sarebbe stato forte e sano. Quello su cui invece
Magí non sapeva tanto fare era dire a sua figlia 'mi mancherai'.
Maria si sarebbe sposata quella domenica e avrebbe lasciato la casa
famigliare per andare a vivere con suo marito molto lontano. Troppo
lontano. Ecco perché Magí le fece il più bel regalo del mondo: una
valigia di pelle, confezionata con le sue stesse mani."
Questa
valigia parte con Maria che va a lavorare in fabbrica come operaia
tessitrice. La valigia finisce sotto il letto a conservare erbe
medicinali e una manciata di terra portata via da casa. Il tempo di
Maria, tra figli e fabbrica, è sempre meno e la bella valigia fatta dal padre viene
dimenticata.
Fino al giorno in cui lei la regala a Salvador che nel
paese di Maria aveva portato una fantasmagoria: il cinema in piazza. Con Salvador la
valigia si ferma quando si ferma la bicicletta. Tra i filari di uva
lui trova l' amore e smette di girare con le sue proiezioni per occuparsi
della vigna di Ángela. La valigia passa nelle mani di Joan il nipote
di Ángela che scappa dalla guerra e cerca fortuna a Barcellona.
Poi
serve alla migliore amica di Joan, Violeta, in fuga dalla guerra
civile, diretta in Francia...Poi la valigia diventa culla di una
neonata, emigra con lei in America per scappare dalla persecuzione e
poi diventa di nuovo valigia di quella bambina diventata ormai
grande, una musicista pacifista. Poi in qualche modo la valigia torna
verso casa per approdare a Ibiza e diventa la valigia di un
fotoreporter. Abbandonata da Bru perché troppo vecchia, viene invece
conservata da Lola proprio perché così vecchia. Il suo ultimo viaggio -
chissà - lo fa verso Oriente e forse diventerà la valigia per
contenere tutto ciò che possiede chi è costretto a scappare dalla
povertà e dalla guerra, in cerca di una vita migliore. Le migrazioni
non si possono fermare.
Il
punto di vista è insolito e per questo è degno di interesse. Si
tratta di pedinare, seguendo il destino di
questo oggetto, i diversi passaggi di mano in mano, i viaggi, gli
spostamenti, i diversi utilizzi che le persone ne hanno fatto. Una
valigia, si sa, porta in sé un bel po' di simbolismi che anche in
questo racconto vengono a galla. Se dovessimo riassumere i vari
passaggi che questa valigia fa, potremmo dire che la sua funzione è
quella di tenere assieme pezzi di vita e, in linea generale, conferma
di volta in volta, a ogni successivo cambio di proprietario, la sua
vocazione di contenitore accogliente e protettivo.
Su
questa questione, la Parera costruisce anche qualcosa d'altro. La
valigia non è solo simbolo del movimento nello spazio, ma diventa
anche un vettore che attraversa il tempo. Per essere chiari, un lasso
di tempo ben più lungo di quello che può essere il viaggio di una
vita. In questo suo lunghissimo peregrinare lei è muta testimone di
piccole o grandi porzioni di vita di successive persone, ma lo è
anche della Storia quella con la maiuscola. In dettaglio, e qui si
rende necessaria una mappa ragionata a fine libro dei singoli fatti
storici che, per un pubblico di bambini e bambine italiane, non sono
così immediati, almeno non quanto lo potrebbero essere per bambini e
bambine spagnole. Infatti per i tre quarti del racconto è la storia
e il contesto culturale della Spagna a fare da sfondo.
Tuttavia si
rivelano non poche le contingenze con quella che è la nostra storia
italiana. La migrazione dalle campagne verso le fabbriche è stata
fenomeno dell'intero continente. Lo stesso può dirsi riguardo a chi
è fuggito dalla povertà, dalla guerra, dalla persecuzione razziale. Idem per il fenomeno della protesta pacifista.
Il
destino della valigia, va da sé, si lega inesorabilmente non solo
allo spostamento, ma al fenomeno della migrazione, ovvero dello
spostamento per necessità. Da quella di Violeta che fugge dalla
guerra e dalla persecuzione, fino a quella di Haya e Alì che
aspettano in un campo profughi di Lesbo che anche per loro arrivi il
momento di una vita dignitosa.
Se
dal punto di vista dei testi, la cura non è sempre impeccabile, al
contrario è molto ricercata l'impostazione grafica e i bei disegni
rigorosamente in B/N e rosso.
Salvo
rare eccezioni, a ogni pagina con un testo che si esaurisce sempre in
poche righe, corrisponde un'immagine a piena pagina, di norma sul
piatto di destra in cui il rosso assume funzione narrativa esso
stesso, punteggiando - in una composizione molto controllata - il lato emotivo dell'immagine: le cuciture della
valigia, i papaveri del campo, il sangue dei morti, la coperta
della piccola, le unghie smaltate di Lola. E naturalmente, il
cannocchiale di quel bambino a Lesbo che guarda il futuro, il suo meritato futuro, al di là del mare...
Carla
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