venerdì 19 marzo 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

CAPIBARA SEMPRE
 
Intrusi, Alfredo Soderguit (trad. Sara Ragusa)
Terre di Mezzo 2021


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 
 
"Quello era un luogo confortevole e sicuro.
La vita era tranquilla, ognuno aveva un compito.
C'era da mangiare per tutti e non succedeva mai niente di strano.
Finché un giorno arrivarono i capibara."


In quel piccolo pollaio non lontano dalla palude vivono -per ora- una decina di galline, un gallo e tre pulcini. Al di là del recinto, un cagnaccio fa la guardia. Quando, dal canneto, si affacciano un gruppo di capibara di diverse misure ed età, tra il pollame si scatena lo scompiglio. Sono tanti, pelosi, bagnati e troppo grandi. Per loro non c'è posto, ma i capibara non hanno nessuna possibilità di fare dietro front, perché in laguna si sono accampati i cacciatori che, in barca, perlustrano i dintorni con i loro binocoli.
 
 
L'unico modo che i capibara hanno per restare è quello di sottostare alle quattro regole insindacabili imposte dai polli.
Contravvenendo alla regola numero due, un cucciolo di capibara 'sbarca' sulla terraferma e fa conoscenza con un pulcino, il più curioso e intraprendente dei tre. Coraggioso a tal punto da avere l'ardire di andarsi a fare un giro in acqua sulla schiena del suo nuovo amichetto capibara. Ripreso aspramente dal gallo, viene fatto rientrare, ma il pulcino dall'indole audace si mette di nuovo nei guai e sta per finire tra i denti del cane quando l'intero gruppo di capibara si schiera...
Da questo momento in poi, nulla sarà più come prima...ma proprio nulla!


Un annetto fa usciva per Ekaré con il titolo Los Carpinchos o Els Capibares, i capibara, in Spagna e Venezuela e dopo poco veniva premiato come miglior libro in lingua spagnola dalle Biblioteche pubbliche di NY, selezionato tra i White Ravens 2020, vinceva il Premio Quatrogatos nel 2021, veniva selezionato nella rubrica Babelia del quotidiano El País, e recensito magnificamente dal Kirkus Review, ancora prima della sua uscita ufficiale negli Stati Uniti per la sua edizione in lingua inglese che avverrà il 13 aprile.
Vorrà pur dire qualcosa. Va da sé che nelle diverse lingue i capibara stanno conquistando ziti zitti anche l'Europa, oltre che il pollaio di partenza.
La bellezza del libro è sotto gli occhi di tutti. 
 
 
La prima cosa che colpisce è la qualità del disegno. Una linea chiara, pochissimi colori, il marrone dei capibara e del cane, il rosso del tetto dei bargigli e dei cappelli dei cacciatori. Il resto è la matita, sapientissima, di Alfredo Soderguit, uruguaiano, che ha al suo attivo più di 50 libri illustrati e un film d'animazione, Anina, pluripremiato anche quello.
Immediatamente dopo arriva un testo che è essenziale, si potrebbe definire addirittura lapidario. 
 

Terza qualità sta nell'uso sapiente dello spazio della pagina, o meglio della doppia pagina. Le immagini chiuse con la cornice, secondo uno schema più che canonico, sono sempre molto equilibrate e sempre bilanciate con cura tra destra e sinistra, senza invasioni di campo: galline da una parte, capibara dall'altra; bianco contro marrone. La cucitura della legatura a fare da silenzioso spartiacque tra i due mondi.
E quando invece, per ragioni di contenuto, le cose si mischiano ecco che anche l'uso dello spazio registra un cambio di passo. Quando c'è da accelerare arrivano le sequenze e quando c'è da frenare arrivano le tavole a piena pagina in cui il bianco e il marrone si toccano e ibridano molto di più.
 

A questo punto, nel mettere in relazione l'immagine e la parola, Soderguit è capace di far sollevare il libro in un continuo gioco, anche questo sapientissimo, tra i due codici. Vola alto lasciando dietro di sé una scia di raffinata ironia che non si rivolge più solo ai bambini, ma chiama dentro anche il lettore più malizioso. Ironia che è in grado di costruire storie interne alla storia più grande: una di queste è quella che riguarda solo le galline, quelle che non eseguono i compiti loro assegnati...
L'altro grande suo colpo di genio sta nell'aver scelto personaggi e contesti che possono immediatamente diventare emblema di qualcos'altro. Mettiamo in elenco, senza voler spiegare tutto, il colore dei capibara e quello delle galline, oppure la simbologia che c'è dietro un pollaio o dietro una stagione venatoria. O ancora, nella scena finale, del tutto silenziosa quanto allusiva al fatto che nessuno può dirsi esente da un destino 'migratorio' verso la libertà e il proprio riscatto.
Ed è così che il libro si guadagna anche un messaggio preciso e condivisibile.
Il titolo italiano, unico tra tutti, proprio a questa questione sente il bisogno impellente di alludere.
Certo, lasciarla inespressa fino all'ultima pagina, concentrandosi piuttosto sul nome esotico di questo buffo e socievole animale, assecondando così la scelta dello stesso Soderguit, e assecondando il suo evidente e diffuso gusto per il non detto, non sarebbe stata una cattiva idea.


Carla


Noterella al margine. Tra i tanti non detti a parole, ma disegnati con cura ci sono molte delle abitudini dei capibara, i più grandi roditori al mondo diffusi nelle zone paludose del sud America: il vivere in piccoli gruppi di esemplari di età differenti, il loro habitat naturale tra i canneti degli stagni, la loro passione per la vita acquatica e, la più caratteristica, l'abitudine di portare in groppa, anche nuotando, spesso e volentieri altri animali, come uccelli e.... forse anche galline.

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