ORRIBILMENTE MAGNIFICO
La zia ha
adottato un licantropo, Saki, Quentin Blake
(trad. Massimo
Birattari)
Salani 2021
NARRATIVA PER MEDI (da
9 anni)
"'Ti darò io
qualche lettera di presentazione per tutte le persone che conosco dal
quelle parti. Alcune di loro, a quanto ricordo, sono molto
simpatiche.' Framton si domandò se la signora Sappleton, alla quale
era venuto a presentare una di quelle lettere, rientrava nella
categoria delle persone simpatiche."
Per curarsi un po' i nervi esauriti Framton Nuttel ha deciso di dare retta ai
consigli della sorella e così è partito per la campagna dove
trascorrere un periodo di riposo. Per agevolarlo nelle sue relazioni
sociali, la sorella lo fornisce di lettere di presentazione a suoi
conoscenti. Ad accoglierlo però non c'è la signora Sappleton in
persona, ma la giovane nipote, Vera, che lo mette subito al corrente
della tragedia che ha colpito la famiglia: la scomparsa del marito e
di entrambi i fratelli della signora Sappleton, usciti una mattina
per andare con i cani a caccia di beccaccini e mai più tornati dalla
palude. Questa è la ragione per cui tutti i giorni la portafinestra
che dà sulla campagna deve rimanere aperta: la zia della ragazza,
evidentemente uscita di senno per il dolore, li aspetta ancora...
Così racconta la compunta quindicenne.
Costernato, il signor
Nuttel di lì a poco conosce di persona la signora Sappleton che lo
informa, come se fosse ordinaria amministrazione, che la finestra è
lì aperta nell'attesa del ritorno dei tre uomini dalla battuta di
caccia.
I convenevoli vanno
avanti fino al momento in cui, in lontananza si scorgono tre uomini
con i cani da caccia al seguito che si stanno avvicinando alla villa
per farvi ritorno...
A questo punto Framton
Nuttel ha la certezza di avere davanti dei fantasmi e l'unica cosa
che pensa sia saggio fare è scappare il più lontano possibile.
Ma spesso l'apparenza e
la verità non coincidono...
Un meccanismo
narrativo, questo costruito in La finestra aperta, che ha il
carattere della genialità. La cosa che accade dopo la prima lettura
è che nel rileggerlo una seconda volta, con l'intento di
condividerlo con qualcun altro - irrefrenabile è il desiderio di
metterne a parte chiunque passi di lì - nulla può essere più come
prima. E' come se si stesse leggendo la stessa storia che però non è
più la stessa. Un corto circuito niente male.
Qui non è dato dire di
più. L'unica cosa che si suggerisce con forza è di provare
personalmente l'esperienza.
Con questo piccolo
gioiello della letteratura, per l'appunto uno dei migliori racconti
fulminanti di Saki, apre il piccolo libro Salani, nella collana
Gl'Istrici +, in economica a distanza di quasi vent'anni dalla sua
prima edizione.
Una cosa va detta
subito: Saki è un scrittore salvavita, un po' come quei farmaci che,
se sei cardiopatico serio, devi avere sempre con te. Ecco, con lo
stesso criterio di necessità, i racconti di Saki, letteratura
britannica di altissima qualità a cavallo tra Ottocento e Novecento
ignorata dai più, non dovrebbe mai mancare nelle tasche, sui
comodini, nelle librerie, sui tavoli, nelle borse o negli zaini,
negli ebook di tutte quelle persone che sanno o quanto meno
intuiscono che una buona storia ben scritta sia utile alla vita tanto
quanto l'aria e l'acqua.
Saki, nonostante abbia
campato soli 46 anni, è riuscito a produrre una sufficiente quantità
di racconti molto brevi, che per un motivo o per un altro, hanno la
capacità di mettere il loro lettore in una condizione di felicità e
benessere diffusi.
La qualità sta nel suo
modo di raccontare, tra l'umorismo e l'orrore, che non arriva mai
alla cattiveria per se stessa, ma è capace di incidere in modo
indelebile le virtù ma soprattutto i vizi dell'umanità. E questo
accade, sebbene il contesto della stragrande maggioranza dei suoi
racconti sia la provincia inglese, la borghesia edwardiana sicura del
fatto proprio, forte di un impero britannico invincibile. Saki guarda
sempre con uno sguardo di bonaria ironia, con una qualche indulgenza
o gentilezza i suoi personaggi e lascia ai suoi lettori il compito di
trarre le dovute conseguenze circa i loro destini non sempre
fortunati.
Incarnazione del più
puro humor inglese, Saki è forse uno dei migliori narratori di
infanzie, per quel suo sguardo sempre pieno di stupore e per quella
sua capacità di immaginare la perfezione del mondo sempre sull'orlo
del precipizio.
Per questo motivo
spesso i protagonisti dei suoi racconti sono bambini e bambine,
fanciulle o ragazzini. Ingenui, bene educati, ma nello stesso tempo
forti della loro onnipotenza, essi dimostrano di avere una vena
sadica, lievemente inquietante, che li rende 'orribilmente' buoni. Di
norma sono contornati da zie inappuntabili in apparenza, ma
severissime e dispotiche nell'animo e ottuse non poco.
Può sembrare un
cliché, ma a ben guardare è lo specchio del baratro interpretativo
che separa i grandi e piccoli nella loro lettura della realtà: da
una parte il mondo delle regole, delle convenzioni, delle certezze,
dall'altro il mondo del possibile, dell'immaginazione,
dell'invenzione.
Questa schiera di
personaggi, bambini/bambine e zie, fortuna vuole che abbiano preso
residenza nell'editoria per l'infanzia in taluni sporadici episodi.
Nell'ordine, da anni si
possono leggere: Il narratore, Il ripostiglio, Sredni Vashtar. A
questi tre (che compaiono anche nella raccolta di Salani) si
aggiungono ora La finestra aperta, Il maiale, La ghirlandetta,
Gabriel-Ernest, Il metodo Schartz-Metterklume. E così si sale a
otto.
La conclusione qual è?
Che Saki va letto sempre e comunque perché è orribilmente
magnifico.
Noterella al margine.
Per chi volesse proprio
esagerare con Saki, si consiglia, per questi tempi di incertezza, la
lettura quotidiana dei Racconti che Il Saggiatore ha pubblicato nel
2017 per un totale di 662 pagine.
Carla
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