Un nuovo interessante recupero di un
testo non più reperibile: si tratta di un Pullman d’annata, con
‘L’orologio meccanico’, ‘The clockwork’, scritto nel
lontano 1996, con una prima traduzione italiana del 2003, a opera di
Mondadori, che ora Salani ripropone con la stessa traduzione di Maria
Bastanzetti.
Il maestro del fantasy gioca qui con
una storia che oscilla fra l’horror e la fiaba, che, per altro,
hanno non pochi punti in comune.
La storia è suddivisa in tre parti: la
prima e la terza descrivono l’azione, la seconda incastona nel
racconto il significativo antefatto, che motiva lo svolgimento
tragico degli eventi e costituisce la base per lo scioglimento del
dramma nel lieto fine.
Se questo già costituisce una
particolarità, perché costringe il lettore o lettrice a trovarsi da
solo le risposte alle domande che sicuramente nascono nella prima
parte, Pullman aggiunge, quasi pagina per pagina, dei riquadri in cui
spiega, approfondisce, analizza dei passaggi contenuti nel testo, un
continuo dentro e fuori dal racconto che chiarisce al lettore che
stiamo leggendo una storia particolare.
Il cuore, bisogna dirlo, di questo
mirabile racconto lungo è rappresentato dalla meccanica: la
meccanica degli orologi, la meccanica degli automi, la meccanica del
racconto.
Orologi e automi meccanici,
espressione del meccanicismo sei-settecentesco, funzionano alla
meraviglia grazie al movimento di leve, di molle e di ruote
incastrate l’una nell’altra. Una volta avviato il meccanismo,
esso procede autonomamente, esattamente come un racconto, in cui,
date le premesse, lo svolgimento non può che procedere verso il
necessario finale.
Ed è quello che succede qui: siamo in
un villaggio, alla vigilia dell’esordio dell’apprendista
orologiaio, che dovrà aggiungere una nuova figura meccanica alla
serie già presente nella torre dell’orologio. Siamo nella taverna,
il giovane apprendista, Karl, è disperato perché non ha ancora
creato il suo automa; nella locanda arriva anche Fritz, che ogni sera
regala una storia al proprio uditorio. Quella di questa sera però è
talmente inquietante che Fritz non riesce a trovare un finale
adeguato. La storia parla del principe Otto e del suo figlioletto
Florian: in pieno inverno la carrozza che li trasportava irrompe nel
palazzo nobiliare. Purtroppo il principe era deceduto, ma nonostante
questo aveva continuato a spronare i cavalli; il piccolo Florian,
invece, sembrava sano e salvo. Lo stupore per questo evento non può
che accrescersi quando il medico di corte scopre che nel petto del
principe Otto batteva un cuore meccanico. Il medico, incuriosito
dallo stupefacente cuore meccanico, pensa di consultare il dottor
Kalmenius, esperto costruttore di automi. E proprio mentre Fritz è a
questo punto della storia, ecco arrivare nella locanda proprio lui,
il misterioso Kalmenius. Tutti fuggono dalla locanda, salvo Karl,
troppo preso dalla sua disperazione.
Kalmenius propone a Karl di fornirgli
l’automa perfetto per il giorno dopo, un piccolo cavaliere con una
spada affilatissima. La macchina perfetta, al suono di una certa
parola, diventa un assassino feroce, che solo una melodia infantile
può fermare.
Scendere a patti con il dottor
Kalmenius assomiglia molto a un patto col diavolo, ma è una proposta
troppo allettante per il giovane Karl perché lui riesca a rifiutare.
C’è dunque un antefatto e un
successivo svolgimento da queste premesse: inevitabilmente un
personaggio verrà punito in punta di lama, per la sua avidità e
spregiudicatezza; le creature pure di cuore, e qui c’è anche un
riferimento letterale, avranno il sopravvento.
La narrazione dunque, segue il suo
inesorabile destino: le azioni di un personaggio non possono che
decretarne il destino, che sia tragico o felice. L’arco narrativo
di ciascun personaggio procede con la precisione di un orologio e il
lettore o la lettrice non possono che constatarne l’inevitabilità.
Pullman costruisce una piccola storia perfetta, densissima di riferimenti filosofici e stilistici, invita il lettore e la lettrice a seguirlo in un giro di giostra in cui i personaggi entrano ed escono, recitando la loro parte alla perfezione.
Lettura impegnativa, consigliata caldamente, per ragazze e ragazzi, dagli undici anni in poi, che sappiano leggere fra le righe e cogliere tutta la ricchezza di una storia gotica per niente rassicurante.
Eleonora
"L'orologio meccanico", P. Pullman, Salani 2021
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