L’UNIVERSO IN UN FIOCCO DI NEVE
Assolutamente originale il libro
illustrato, di cui Bertrand Santini firma il testo e Laurent
Gapaillard le immagini, intitolato ‘Il Fiocco’, alludendo a
quanto di più elementare possiamo immaginare, un fiocco di neve. La
pubblicazione è recentissima, a opera de L’Ippocampo.
Il testo che ispira ‘Il Fiocco’,
‘Strena seu de nive sexangula’, è del giovane Keplero; il
protagonista di questa storia è proprio lui, Keplero, che si
presenta a Palazzo Reale, durante una grande festa per il nuovo anno,
con un regalo sorprendente. Prima di lui un astronomo aveva regalato
al re un cannocchiale e con quello il giovane invita Sua Maestà a
rimirare il suo dono, un semplice fiocco di neve. Il re lo guarda
ingrandito e non vede solo la geometrica bellezza della sua
struttura: comprende all’improvviso che l’Uomo non è affatto al
centro dell’Universo, ma è parte di tutto il creato. I cortigiani,
gli uomini di fede lì presenti si scandalizzano e uno di essi
prende in mano il fiocco di neve, che si scioglie; ma ecco che da lì
scaturisce una valanga che invade il palazzo e origina un disastroso
incendio, da cui si salva il solo Keplero.
Conosciamo questa coppia di autori per
‘Lo Yark’
e in questa nuova prova ritroviamo le migliori capacità di
entrambi. Santini, che è un maestro della prosa poetica, prende
spunto dal testo di Keplero per dare vita a una favola in rima,
tradotta da Ottavio Fatica, dall’evidente finalità morale.
Gapaillard, con i suoi virtuosistici disegni a china, costruisce un
immaginario che dà corpo all’idea di apocalisse che Santini vuole
trasmettere.
In realtà, il testo originale, in
forma epistolare, riguarda la struttura geometrica dei cristalli di
neve e le riflessioni che ne conseguono, dovute all’osservazione di
questo fenomeno naturale.
La geometrica potenza della natura, i
suoi sconfinati segreti che i nuovi strumenti consentono di
osservare, nel cielo come in terra, è la metafora di un ordine
naturale di cui l’uomo è parte infinitesima e secondaria, se non
fosse per le sue capacità distruttive.
Questo è un sentimento, prima ancora
che un ragionamento, che oggi si fa sempre più forte, ma nel ‘600
ancora non erano chiare le implicazioni che gli studi astronomici e
matematici avrebbero comportato. Ma giustamente Santini proprio su
quelle prime rivoluzionarie affermazioni, sullo stupore che la
natura, svelata con i nuovi strumenti di indagine, suscitava, sullo
sgomento delle domande che si affacciavano già allora, all’alba
della scienza moderna, proprio su questo sofferma l’attenzione e
immagina questa magica notte in cui un ragazzino svela al re e alla
sua ottusa corte quanto siano poca cosa nei confronti del Mondo.
L’arroganza e l’ignoranza di questa corte, che potrebbe ben
rappresentare l’umanità in genere, sono la causa della loro rovina
e nessuno può dire se questa sia la fine della storia o l’inizio
di una nuova era.
Le illustrazioni di Gapaillard sono
dettagliatissime, sia nella parte architettonica che in quella
naturalistica, richiamando, in alcuni momenti, le stampe di Piranesi.
Ma non c’è in queste immagini solo la precisione descrittiva
dell’ambiente in cui si svolge il racconto: c’è il senso di
stupore, c’è il grottesco delle figure umane asservite al dogma,
c’è la disperazione di una rovina inarrestabile.
Bella prova d’autore, suggestiva
nella sintesi estrema di un racconto morale, perfetta dal punto di
vista formale.
Non è certo un libro pensato solo per
i ragazzi, è proprio quel tipo di libro illustrato che rivolge ad
una platea vasta di possibili lettori. Caldamente consigliato a
partire dai dodici anni.
Eleonora
“Il Fiocco”, B. Santini e L.
Gapaillard, L’Ippocampo 2021
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