PER VOCE E CORO
Magari! Rime dei
desideri da strillare insieme
Bruno Tognolini, Giulia
Orecchia
Camelozampa 2021
POESIA
"Magari domani
va meglio di oggi
Domani ti aiuto,
domani ti appoggi
Se non lo sai oggi
domani lo impari
Vedrai che ci
riesci...
... MAGARI!"
Ventiquattro
'magari' che vanno strillati assieme per poi lasciarli andare in
direzioni anche molto diverse tra loro. Verso la Palestina, verso
uno zio anzi tre, verso la maestra, verso cavalieri, vampiri e
corsari, verso i compagni di banco. Versi che si dirigono verso
qualcosa o qualcuno con la stessa potenza propulsiva che hanno i
desideri, ed è per questo che quel 'MAGARI' finale, che li rende
fratelli, va detto a piena voce, urlando!
Questo
è un buon momento per i desideri.
Dopo
il tempo in cui tutti siamo rimasti chiusi in una pentola a
pressione, e il nostro orizzonte erano le pareti intorno, il sibilo
ha cominciato a uscire e adesso si è fatto sempre più forte. Ora
possiamo permetterci di mettere fuori la testa, il fischio e la voce
e soprattutto possiamo di nuovo guardare in avanti e ricominciare a
desiderare.
Il
tono di questo libro è doppio.
C'è
una voce singola, bassa o alta che sia, che dice parole che suonano,
che vanno in una direzione precisa, parole che portano ritmo e che
portano senso. Poi c'è un brevissimo silenzio, dato da quei puntini
di sospensione. Fondamentale che quel vuoto si crei. Deve permettere
alle nostre teste di avere il tempo di dare una forma a quel
desiderio. È necessario per farlo diventare condiviso.
Poi
esplode la voce di tutti, la voce del coro che è più forte perché
è di tanti.
Può
salire in acuto o scivolare di poco verso il basso, a seconda della
capacità dei coristi di dimostrare la loro fiducia.
Come
tutti i libri che contengono rime, in particolare quelli di Bruno
Tognolini che delle sue filastrocche diffonde il suono molto più
spesso che il segno, hanno bisogno di voce.
Questo
Magari! , pensato inequivocabilmente come un gioco tra voce e coro,
dove a quest'ultimo viene affidato il ritornello - quel 'magari' che
tiene cucito insieme il tutto perché ricompare a ogni inizio e a ogni
finale - si direbbe generato in uno degli ambienti più vitali in cui
Tognolini interagisce con i bambini: il festival di Cagliari,
Tuttestorie, di cui entrambi - Bruno e i bambini - costituiscono
l'anima più profonda e autentica.
Ai
bambini di Cagliari, ma anche quelli dei mille posti in cui è andato
e si è fermato, la sua voce è nota e risuona familiare, come è
familiare per tutti quei grandi che almeno una volta l'hanno sentita
rimare: è bassa, piena di ritmo, piena di pause, con il tempo si è
fatta anche leggermente rasposa, ma inconfondibile con quelle sue e
chiuse e o aperte.
Il
Qcode finale -se inquadrato a dovere- rende sonoro il libro di carta.
E lì si potrà ragionare e fare l'esegesi riguardo alle diverse
intonazioni che i bambini del coro danno alle loro partiture di
'magari' e si potrà interiorizzare una volta di più la voce
scandita di Tognolini che dice.
I
ventiquattro desideri, seppure non tutti di uguale spessore, spaziano
dal regalo di compleanno, alla pace in Palestina, dalla cura del
pianeta al lavamano di calamari fritti, dai cimiteri nel mare a una
maestra migliore. Tutti dimostrano la leggerezza richiesta, senza
mai lasciare indietro il senso. Alcuni suoneranno più affini alle
sensibilità dei più grandi, altri avranno il pregio di stamparsi
nella memoria dei piccoli.
A
contrappuntare le rime ci sono le tavole coloratissime di Giulia
Orecchia, già veterana compagna di diversi altri libri di versi. Di
rado i suoi disegni fluttuanti invadono lo spazio del testo, ma
quando lo fanno è un piacere per gli occhi e quando hanno il
sopravvento anche sul fondo color pesca si rimpiange il fatto che non
accada più spesso.
Spetta
al disegno, ovvero alla direzione che esso prende sul foglio, il
determinare il posto delle rime, talvolta a destra, talvolta nella
pagina di sinistra: loro si adeguano. Ma il disegno è altrettanto
capace di farsi più discreto di fronte all'emozione che genera il
testo e a saper cogliere dei piccoli dettagli da espandere in quei
casi in cui cadere nel didascalico sarebbe a un passo. Vivace e
movimentata, anche se meno plastica, e più prudente nell'invasione
del foglio e nel ricorrere alle texture, di quanto non lo sia stato
Eric Carle, Giulia Orecchia come lui è immediatamente riconoscibile
e come lui del colore fa la sua bandiera che sventola con rara
sicurezza.
Il
vestito di questo libro è insolito: grande, quadrato, con copertina
rigida. Per noi che Tognolini siamo abituati a metterlo in tasca...
Carla
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