INTENDERSI E POI SCEGLIERSI
Caissa Italia Editore 2021
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Forse dormono in motel per farfalle
piccole stanzette di passaggio
forse invece tutte insieme
in grandi grotte colorate
oppure non dormono mai
e volano veloci dove c'è il sole
a fare altre nuvole nuvolette di colori.
Forse di notte diventano scure
tenebrose
e non si possono vedere.
Forse sono loro che non vedono la notte
non ci credono."
La domanda di partenza è molto pertinente: le farfalle, quelle tutte colorate, oppure le cavolaie, quelle bianche, di notte non si vedono.
Volano solo le farfalle notturne che però sono tutta un'altra cosa.
Quindi le ipotesi di risposta si moltiplicano e vanno in molte direzioni.
Si ipotizza addirittura che esse muoiano ogni sera per risorgere il mattino dopo, oppure che semplicemente si nascondano e che per stanarle vadano chiamate una per una, con il loro nome di battesimo.
Oppure, ma è solo una congettura, che vadano anche loro a dormire, ma si raggomitolino ben bene così da non essere viste da occhi curiosi.
Il dettaglio del tutto marginale che colpisce nel vedere insieme Sara Marconi e Kris Di Giacomo, nella loro fase capelli corti, è la loro somiglianza fisica che potrebbe farle sembrare persino sorelle...
Il secondo dettaglio che si apprende è che le due si sono conosciute e si sono intese e scelte a Cagliari, durante un'edizione del Festival Tuttestorie.
Questo particolare, che potrebbe sembrare marginale e invece non lo è, ci fa ragionare sulla genesi dei libri illustrati.
In questo caso, le cose che potrebbero essere successe sono svariate.
Con la premessa che entrambe erano nella testa dell'altra nella fase di creazione della loro porzione di lavoro, si potrebbe presumere che insieme abbiano concordato una questione, in questo caso una domanda, e che poi Sara Marconi si sia messa a tavolino e abbia concepito un testo (che ha spesso il tono della prosa poetica) che fosse adatto ai pennelli di Kris Di Giacomo.
Oppure che il testo sia il risultato di un andirivieni di parole che valicavano le Alpi, dal Piemonte alla Francia e viceversa, e nel qual caso forse solo i più sensibili potranno riconoscere dove si nasconde un'idea originale di Kris Di Giacomo, in un testo a firma di Sara Marconi.
Oppure, più semplicemente, Sara Marconi ha concepito l'idea in assoluta autonomia, ma avendo sempre ben chiaro che le sue parole avrebbero avuto il sostegno delle illustrazioni di Kris Di Giacomo e di nessun altro, ha saputo calibrarle perché nelle sue tavole le sue parole risuonassero e a loro volta fossero eco dei disegni.
E poi le ha condivise.
E per certo si sa che Kris Di Giacomo illustrando Sara aveva quella precisa Sara in testa e non un'altra.
Sembrano sciocchezze o peggio elucubrazioni senza costrutto e invece alla resa dei fatti questo essersi scelte a vicenda porta con sé una sorta di valore aggiunto nel prodotto finale. Innegabilmente.
Va da sé che non sia la somiglianza esteriore che le tiene bene insieme, quanto piuttosto la loro comunione di sguardi.
Una delle cose apprezzabili di Sara Marconi è la sua scioltezza nello scrivere, circostanza che rende i testi, in particolare quelli per gli albi illustrati per la brevità necessaria, molto sonori, musicali se letti ad alta voce.
Qui in particolare, gioca sull'uso dell'andare a capo, volutamente ignorando la punteggiatura (seconda conferma che la avvicina alla poesia), ragione per la quale nel leggere il testo sarebbe meglio che quelle pause fossero rispettate.
Unica debolezza è forse la pagina finale, dove tutto corre un po' troppo in fretta verso una conclusione lievemente zuccherina. Se la domanda della copertina avesse continuato fino alla fine ad aggirarsi nella penombra dell'incertezza in cerca di una risposta forse inesistente, sarebbe stato ancora più intrigante.
E a proposito dell'arte di non dire troppo, un altro merito apprezzabile di Sara Marconi è la sua capacità di stare in silenzio laddove chi illustra il testo possa infilarsi e comodamente stare.
Sono davvero pochissimi i dettagli nel testo che richiamano a una immagine precisa: dove le farfalle si raggomitolano o dietro cosa si nascondono...
E non è un caso che Kris Di Giacomo si guardi bene dal cadere nel tranello della didascalia, preferendo in quella pagina non disegnare le farfalle (forse ci sono ma sono davvero ben raggomitolate o nascoste), e al loro posto si vedono i porcospini guardinghi per quell'ombra di lupo che girovaga sul foglio.
L'atmosfera notturna e scura e nello stesso tempo lievemente assurda, autorizza Kris Di Giacomo ad accomodarsi e sentirsi perfettamente a suo agio, in quel suo gusto di creare ironia attraverso le sole immagini: si pensi ai motel di passaggio, o alla morte ripetuta delle farfalle, notte dopo notte.
Si tratta di saper creare una sorta di sottotesto, che per esempio nella sua lunga collaborazione con Escoffier si è percepito in tutta la sua potenza.
La notte, l'oscurità che si interrompe solo in due tavole, una diurna e una con un sole al tramonto, è dal punto di vista cromatico una comfort zone per la tavolozza di Kris Di Giacomo che si distingue per i mezzi toni, i colori sempre un po' in sordina, i bruni e grigi.
Qui, complice appunto l'oscurità, la profondità del nero e del grigio sono dominanti così come lo sono tutte le figure che spesso sono vere e proprie ombre.
Bellissima, come di solito, la botanica che a ogni giro di pagina prende forme differenti e silenziosa segna una sorta di velario, a segnare il primo piano.
Carla
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