KEVIN BROOKS E I SUOI LIBRI
L’incontro con l’autore inglese Kevin Brooks, durante la bella manifestazione di Un mare di libri, ha permesso di cogliere alcuni aspetti fondamentali della sua scrittura, aspetti che hanno molto da dire sulla letteratura per ragazzi e ragazze.
Intanto, la formazione letteraria dell’autore, che , fra le altre cose, attinge a piene mani alla letteratura di genere: horror (Bunker Diary), fantascienza (‘Iboy’), thriller (‘La bestia dentro’).
La letteratura di genere intesa come stilemi, trame narrative e chiavi interpretative che forniscono alla lettrice e al lettore un linguaggio noto. In tutti e tre i romanzi, così come ne ‘L’estate del coniglio nero’, il centro narrativo ruota intorno al tema del Male: il male esterno noi, come nel caso del sadico, sconosciuto carceriere di ‘Bunker Diary’, o il Male che si annida e si nasconde in ciascuno, anche nell’apparentemente indifeso protagonista di ‘La Bestia dentro’. Il Male, come principio metafisico, prende di volta in volta l’aspetto di singoli personaggi, in quanto tali caratterizzati in modo schematico, mentre molto più interessante risulta il processo con cui il protagonista scopre in sé e negli altri aspetti imprevedibili e nascosti, disegnando un’idea di soggettività che abbandona la ‘purezza’ dell’infanzia. Come ne ‘L’estate del coniglio nero’, il romanzo che mi ha convinto maggiormente, crescere s’identifica proprio con il riconoscimento del lato oscuro, indecifrabile talvolta, che esiste in ciascuno.
Nello stesso modo, questa registrazione dell’ambiguità della dimensione umana, porta Kevin Brooks a scegliere, il più delle volte, finali aperti, sia nel senso di un esito incerto, sia nel lasciare nel lettore il dubbio che ci sia qualcos’altro, in quella storia, che ancora non si è risolto. Nel caso di Elliot, il protagonista di ‘La bestia dentro’, se l’avventura in quanto tale ha un lieto fine, non si può dire lo stesso del suo rapporto col mondo e della sua dipendenza dalla madre. Così come l’incertezza sul destino di Raymond, personaggio centrale ne ‘L’estate del coniglio nero’, sulla sua vera natura, lascia al lettore e alla lettrice ampio spazio d’interpretazione.
Infine, la questione più importante. Brooks è uno scrittore votato alla letteratura per Young Adults, anche se lui respinge categoricamente tutte le etichette: sostiene infatti di non porsi mai, nel momento della scrittura dei suoi testi, il problema di chi leggerà il suo romanzo. Certo, i suoi romanzi sono molto trasversali, leggibili piacevolmente anche dal pubblico adulto, come accade sempre quando si tratta di buona letteratura. Ma dal mio punto di vista, di persona che ha passato buona parte della propria vita lavorativa a connettere un romanzo ai suoi lettori, una trama, un linguaggio in realtà definiscono il proprio lettore, la propria lettrice: la durezza, la violenza, la disperazione di ‘Bunker Diary’ escludono intanto i lettori e le lettrici più giovani, tanto per fare un esempio, così come il riferimento al mondo dei video giochi di ‘Iboy’ non invoglia il lettore più maturo.
Spesso ho sentito anche da altri scrittori e scrittrici, l’affermazione di non avere in mente un lettore ideale e sono convinta che non si tratti di una scelta consapevole, ma, come dicevo sopra, ogni romanzo, ogni storia in qualche modo definisce una categoria di lettrici e lettori: quanto più è vasto questo bacino, quanto è più trasversale la lettura, quanto più diversi sono i livelli di lettura, tanto più interessante sarà quel libro. Un buon romanzo travalica i suoi confini, conquista lettori in territori sconosciuti e li trasporta in dimensioni letterarie nuove. Ci sono romanzi di fantascienza, o gialli, o horror che sono capolavori letterari a prescindere dal genere cui appartengono, per esempio.
Diverso, e direi opposto, il caso di quei romanzi pensati e scritti per compiacere un determinato pubblico, libri scritti ‘su misura’, per piacere a questo o quel target: pensiamo alla serialità, o alla letteratura di genere nel suo aspetto più ripetitivo e prevedibile. Per non parlare di libri pensati per essere venduti a prescindere dal loro contenuto, trainati dal nome dell’autore, vero o presunto.
Affinare il proprio gusto consiste proprio nella capacità di riconoscere questa fondamentale differenza.
Eleonora
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