FARE LE COSE CON GARBO E CON CURA
(trad. Elena Rolla)
Kalandraka 2022
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"Non sono un uccello, ma posso volare
Sono un marsupiale
e ho occhi enormi
Per vederci bene al buio.
Chi sono?"
Lui è il petauro dello zucchero. Sanno planare da un ramo all'altro e anche da un albero all'altro, e quando lo fanno rassomigliano a dei deltaplani, distendendo la membrana che hanno nella zampe anteriori e posteriori. Come timone usano la coda. E' intuitivo scoprire perché al loro un po' strano 'petauro' si aggiunge quel 'dello zucchero'.
Accanto a questo piccolo marsupiale, ci sono altri sei animali che come lui vivono solo in Australia e nelle isole intorno: Il canguro, il koala, il diavolo della Tasmania e l'ornitorinco. Ma ne mancano altri due...
Ciascuno di loro si distingue per curiose abitudini: uno di loro è particolarmente litigioso e aggressivo, mentre un altro è particolarmente esperto nel nuoto sott'acqua, e un altro ancora ha una dieta davvero monotona - questione di gusti. E l'ultimo pur diventando il più grande di tutti, alla nascita è grande come una nocciolina.
La grazia, il garbo, è una dote rara, lo è tra le persone, ma anche in ambito editoriale non è poi così diffusa. E se a questa si aggiunge la cura, le cose vanno ancora meglio
E' sempre un piacere imbattersi in libri che siano garbati e accurati.
Il libro Chi sono?, ossia questa piccola serie (a oggi sono in tutto quattro, ma in Italia per ora circolano solo i primi due: uno dedicato all'Australia e l'altro alle Americhe), lo è.
Questa è forse la caratteristica che colpisce fin dal primo momento, sfogliandolo.
L'aver concepito un vero e proprio libro di divulgazione per bambini che siano anche molto piccoli (non piccolissimi, non è un cartonato da ciucciare, ma è pur sempre quadrato) è già un atto garbato e un segno di cura e attenzione.
Chi sono? ha trovato una voce, anche nella traduzione, molto adatta e comprensibile per rivolgersi a lettori anche molto piccoli.
Un lessico accessibile, che nello stesso tempo ha tutte le carte in regola per diventare terreno di scoperta e quindi di apprendimento senza creare inadeguatezza. E tutto questo avviene, mantenendo intatto il rigore scientifico. Non a caso dietro lo pseudonimo Tándem Seceda si nascondono due biologi naturalisti e due insegnanti, tutti loro hanno messo radici anche nell'editoria per l'infanzia.
La struttura a indovinello, altra buona idea, non è mai banale, e salta subito agli occhi e alle orecchie un lessico che è nel contempo preciso, ma anche familiare : alla nascita ero piccolo come una nocciolina. Mi sono subito infilato nel marsupio - parola che potrebbe essere la prima volta che viene sentita e che quindi merita subito un chiarimento nel testo, tra due belle virgole si legge: la tasca che la mamma ha sulla pancia... per poi chiudersi con una parola presa in prestito da un lessico che suona familiare: e ho subito iniziato a poppare.
Ecco, questa io la chiamo cura.
Accanto al testo con la domanda, che occupa sempre la pagina di sinistra, c'è una immagine al vivo con la risposta visiva alla domanda: un primo piano del cucciolo in questione. Un primo piano che guarda 'dritto' il proprio lettore e quando si tratta di un uccello, con la vista laterale, la testa ruota lo stretto necessario.
Ecco, questo io lo chiamo garbo.
Magari la prima volta il piccolo lettore non indovinerà il nome dell'animale, ma già dalla seconda diventerà per lui un bel gioco pieno di soddisfazione poter indovinare.
Nella pagina successiva il testo - che sia alterna tra la sinistra e la destra - è molto più lungo e dettagliato e ancora una volta ritroviamo questa bella commistione di parole conosciute e parole nuove che hanno lo scopo di arricchire un lessico in costruzione. E a piè di pagina c'è sempre una piccola curiosità che viene svelata, anche questa sotto forma di domanda.
Al piccolo lettore gli si porge 'la mano' per essere accompagnato in questo percorso di scoperta.
Anche le immagini che ritraggono gli animali nella loro fase cucciola in qualche modo si espandono e vediamo canguri e ornitorinchi 'in famiglia' in azione nel loro habitat. Anche in questo caso, Ester García è delicata e nella scelta di una tonalità dominante, che cambia di animale in animale, e nella composizione con solo essenziali elementi di contesto: ciuffi d'erba, vegetazione sullo sfondo, qualche ramo d'appoggio. La tonalità dello sfondo si espande anch'essa fino a lambire quella con il testo.
Ecco, questa io la chiamo grazia.
Carla
Noterella al margine. Va da sé che mentre ci godiamo questi due già aspettiamo trepidanti i due altri: sull'Africa e sull'Europa e già che ci siamo anche altri libri di Ester García.
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